Louisiana, nel Quartiere Francese, anima e cuore di New Orleans
Il suono di una tromba mescolato agli ottoni delle brass & marching bands, la musica rock suonata a tutto volume, melodie rhythm and blues, una folata di funk e tanto, tantissimo jazz. Tutto concentrato in un gomitolo di vie raccolte attorno a Bourbon e Royal Street, l’anima e il cuore di New Orleans, con i balconcini ricamati come un merletto e le colonne in ferro battuto (chiamate, chissà perché, gallerie) a decorare le facciate colorate delle case costruite dagli spagnoli, sulle ceneri del vecchio quartiere francese distrutto da un incendio. Il nome però è rimasto: French Quarter. Ed è lì che tutti vogliono andare appena mettono piede in città.

Nel Quartiere Francese si va per respirare la storia e per ballare, per assaggiare i giganteschi bignè senza ripieno (ma con una valanga di zucchero a velo) del Cafe Beignet, per ammirare le vetrine degli antiquari e sedersi ai tavoli elegantemente apparecchiati di Antoine’s, il ristorante più antico della città, aperto nel 1840 e diventato una leggenda mondiale dopo aver inventato le ostriche alla Rockefeller.
Louisiana: da New Orleans al Mississippi
Si cammina avanti e indietro con la curiosità di un bambino in un parco delle meraviglie, fino alla casa (non visitabile) che un tempo apparteneva a Marie Laveau, temutissima regina del vudù, e da lì verso Congo Square, la piazza nel cuore di Armstrong Park, dove un tempo si ritrovavano gli schiavi per suonare e ballare nelle giornate di libertà dal lavoro. La storia di Louis Armstrong, nato proprio a New Orleans nel 1901, è raccontata nelle sale un po’ fané del New Orleans Jazz Museum, mentre le origini multiculturali della città si scoprono nelle sale coloniali del Cabildo, alias Louisiana State Museum: custodisce, fra le altre cose, anche la copia del documento con il quale Napoleone Bonaparte, all’inizio dell’Ottocento, vendette la Louisiana agli Stati Uniti per 15 milioni di dollari.
Sembra di aver camminato un’eternità. E invece è tutto lì, ai confini del vecchio Quartiere Francese allungato verso il Mississippi, che scopri essere sempre un po’ giallo per via del fondo sabbioso e per questo chiamato muddy river.
New Orleans, The Big Easy
Il soprannome di New Orleans invece è Nola, pronunciato con la “o” aperta, oppure The Big Easy, e simboleggia la vita allegra e scanzonata di questo lembo felice di America. Una pausa poetica a Garden District, elegante quartiere residenziale di belle ville storiche e giardini, aiuta a tirare per un attimo il fiato. Ma bisogna scoprire ancora i capannoni sul fiume dove nascono i carri del Mardi Gras, il carnevale più famoso degli Stati Uniti, gli eleganti negozi di Canal Street, il Carousel Bar & Lounge (al piano terra dell’hotel Monteleone) dove è stato inventato il cocktail Vieux Carré a base di rye whisky, cognac e vermut, e la Central Grocery per assaggiare la Muffuletta: un panino in formato extralarge, ripieno di prosciutto, mortadella, insalata di olive e cipolline, inventato da un emigrato siciliano, Salvatore Lupo, arrivato qui ai primi del Novecento.
«New Orleans non è solo jazz e soul, è anche un’esplosione di aromi e sapori, cucina creola e cajun, e poi boudin (variante locale della salsiccia), gumbo, il saporito stufato di riso e pesce, crocchette di gambero» racconta orgogliosa la guida Graziella de Ayerdi mentre svela, uno dopo l’altro, i segreti della sua città. Non a caso la rivista Time Out ha messo New Orleans al primo posto nell’annuale classifica delle 20 migliori destinazioni gastronomiche del Pianeta. E il 2025 in Louisiana è stato proclamato l’anno della gastronomia.

La Louisiana da New Orleans alle paludi del Mississippi
New Orleans e il resto della Louisiana sembrano appartenere a due diversi pianeti. Lasciando la città, seguendo il corso del Mississippi, ci si immerge in atmosfere da profondo Sud americano, placide e rilassanti, non troppo diverse da quelle immortalate nelle pagine dei libri e in vecchi film sulle piantagioni degli schiavi. Campi, paludi, nessuna montagna e un’infinità di cartelli stradali a indicare il passaggio da una parish (contea) all’altra, 64 in tutto lo Stato. Subito dopo il lago Pontchartrain, dove l’acqua dolce incrocia quella salata del Golfo del Messico, i barconi del Cajun Pride Swamp Tour offrono mini-crociere nel cuore della palude per incontrare da vicino gli alligatori.

Louisiana: le architetture coloniali lungo il fiume Mississippi
Più avanti cominciano le piantagioni che un tempo, tra il XVII e il XX secolo, producevano quasi metà dello zucchero consumato negli Stati Uniti. Bellissima quella di Oak Alley, con la casa coloniale trasformata in museo dei ricordi e le capanne degli schiavi incorniciate dai viali di querce secolari. Una sorpresa Houmas House, un po’ casa-museo e un po’ hotel, che vanta anche uno dei ristoranti più buoni della Louisiana: «È un posto speciale, proprio davanti a un’ansa del Mississippi che per secoli ha nutrito la terra rendendola fertile. Mi sono trasferito qui da New Orleans e ho riempito le stanze rimaste spoglie con centinaia di pezzi d’antiquariato» racconta il proprietario, Kevin Kelly.

Ancora una manciata di chilometri senza mai perdere di vista il fiume, e la capitale Baton Rouge si annuncia con il suo melting pot di palazzi moderni e case storiche, in mattoni o in legno, quasi sempre colorate. Lì le visite da non perdere sono il Capitol Park Museum sulla storia e i vanti dello Stato, da Louis Armstrong a Huey P. Long, dal Mardi Gras ai commerci lungo il Mississippi. E poi la vecchia sede del governo in un castello bruciato e subito ricostruito, e l’attuale Campidoglio che, a forma di torre, è il più alto d’America: si visita ogni giorno, domenica compresa, e salendo all’osservatorio, all’ultimo piano, si possono abbracciare in uno sguardo il fiume e la città.

COME ARRIVARE
L’aeroporto principale è il Louis Armstrong di New Orleans: non ci sono voli diretti dall’Italia, la tratta più veloce è con Delta Air Lines, via Atlanta (it.delta.com/eu/it).
DOVE DORMIRE
Classe 1886, lo storico Hotel Monteleone nel Quartiere Francese di New Orleans (ma al riparo da musica e movida) offre camere old style e dal tocco contemporaneo. Da non perdere un cocktail al Carousel Bar & Lounge, con il bancone girevole simile a una giostra. Doppia da 190 euro (hotelmonteleone.com).
Da Houmas House Estate & Gardens, a Darrow (nella foto sopra), si prova l’esperienza di dormire in un’ex piantagione di canna da zucchero, in una dépendance di camere e suite con veranda e sedie a dondolo, immerse nel parco. Doppia da 230 euro (houmashouse.com/the-inn).
DOVE MANGIARE
King Brasserie & Bar: ambiente elegante e piatti iconici della cultura creola e cajun, rivisitati con un tocco di raffinatezza francese. Da non perdere i crawfish beignets ripieni di gambero e il gumbo (a New Orleans, kingbrasserieandbar.com). Nel ristorante giovane e alla moda BLDG 5, “nascosto” sotto un cavalcavia, si cena anche in giardino. I piatti sono da condividere, con abbondanza di carne, riso e verdure (a Baton Rouge, bldg5.com).
INFO: www.explorelouisiana.com