Una lista per evidenziare tutte quelle mete in cui il turismo di massa sta esercitando pressioni insostenibili sul territorio e sulle comunità locali. Questo lo scopo della Fodor’s No List, pubblicata ogni anno da Fodor’s Travel per sensibilizzare i viaggiatori sui problemi che il turismo di massa può causare, dall’impatto ambientale alla pressione sulle infrastrutture locali fino alla qualità della vita dei residenti.
Le mete incluse nella No List sono suddivise in tre categorie principali: attrazioni naturali, che avrebbero bisogno di una pausa dai grandi flussi turistici per rigenerarsi, come l’Everest e le Highlands scozzesi; hotspot culturali afflitti da sovraffollamento ed esaurimento delle risorse, come Amsterdam e la Thailandia; luoghi con crisi idriche, come Agrigento e Oaxaca.
Vediamo in dettaglio le mete che la Fodor’s No List indica come particolarmente sofferenti…
Bali, Indonesia
A Bali turismo e l’ambiente sono strettamente connessi. L’economia dell’isola prospera grazie al turismo, che dipende dalla salute dei suoi paesaggi naturali. Nel 2023, Bali ha accolto circa 5,3 milioni di visitatori, un numero in crescita rispetto ai livelli pre-pandemia, ma ancora inferiore ai 6,3 milioni del 2019. Nei primi sette mesi del 2024, i turisti sono aumentati del 22% rispetto allo stesso periodo del 2023, raggiungendo i 3,5 milioni.
L’incremento dei flussi turistici ha intensificato la pressione sulle infrastrutture dell’isola. Spiagge come Kuta e Seminyak sono coperte di spazzatura, con i sistemi locali di gestione dei rifiuti che faticano a tenere il passo. La Bali Partnership stima che l’isola produca 1,6 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno, di cui appena il 48% viene gestito correttamente e solo il 7% dei rifiuti di plastica viene riciclato. Di conseguenza, 33.000 tonnellate di plastica finiscono nei fiumi e nelle spiagge di Bali ogni anno, minacciando gli ecosistemi locali.
Il WWF ha criticato il boom turistico di Bali per decenni, evidenziando la mancanza di pianificazione sostenibile. Marta Soligo, docente presso l’Università del Nevada, sottolinea come l’overtourism abbia portato a problemi come l’aumento del costo della vita, l’inquinamento acustico e la congestione del traffico, peggiorando i rapporti tra turisti e residenti.
Le mete europee
Nel primo trimestre del 2024, i viaggi internazionali in Europa hanno raggiunto livelli record, con un aumento del 7,2% rispetto ai dati pre-pandemia. Questo incremento ha causato sovraffollamento, aumento del costo della vita, pressione sulle infrastrutture e omogeneizzazione culturale. Le tensioni sono esplose in estate con proteste in varie città europee, come Barcellona, Maiorca, Canarie e Venezia, dove i residenti hanno manifestato contro l’impatto negativo del turismo di massa.
Nonostante i benefici economici, come i 16,9 miliardi di euro generati dal turismo nelle Isole Canarie nel 2023, il rapido aumento del turismo ha reso insostenibile il costo della vita per i residenti. A Lisbona, il 60% delle abitazioni è ora destinato alle vacanze, riducendo le opzioni di affitto a lungo termine e aumentando i costi. Barcellona ha oltre 10mila case vacanza autorizzate, con affitti aumentati del 68% rispetto a dieci anni fa. Il governo locale ha promesso di revocare tutte le licenze di affitto a breve termine entro il 2028, ma gli attivisti ritengono che le misure siano insufficienti.
Amsterdam ha adottato misure immediate, vietando l’attracco alle crociere oceaniche, riducendo le crociere fluviali e limitando le case vacanza del 30%. Tuttavia, resta da vedere se queste azioni saranno sufficienti a mitigare gli effetti negativi del turismo di massa.
Koh Samui, Thailandia
Koh Samui, un’isola di 95 miglia quadrate nel Golfo della Thailandia, ha attratto turisti per decenni con i suoi resort e ville di lusso. Nel 2023, ha accolto 3,4 milioni di visitatori, con un aumento previsto del 10-20% per il 2024. Tuttavia, questo afflusso ha aggravato i problemi di gestione dei rifiuti, con 200.000 tonnellate di immondizia accumulata e 180-200 tonnellate aggiunte ogni giorno. L’isola ha un inceneritore poco utilizzato e un impianto di trattamento delle acque reflue non operativo. Lo sviluppo non regolamentato ha aumentato i rischi di frane e danneggiato l’ambiente. Gli esperti chiedono un piano sostenibile a lungo termine per affrontare questi problemi e preservare l’isola.
Monte Everest, Nepal
Il turismo in Nepal è decisamente cambiato da quando 76 anni fa l’alpinista ed esploratore Edmund Hillary e lo sherpa Tenzing Norgay conquistarono per la prima volta la vetta del monte più alto del mondo. Il numero di visitatori nel Sagarmatha National Park è più che raddoppiato negli ultimi 25 anni, causando sovraffollamento e problemi ambientali. I villaggi lungo l’Everest Base Camp Trek sono diventati sale da tè e hotel, generando grandi quantità di rifiuti. Gli esperti chiedono di limitare il numero di turisti per proteggere l’ambiente fragile della regione. Nonostante i problemi, il turismo continua a crescere, con un record di 487 permessi rilasciati per scalare l’Everest nel 2023.
Agrigento, Italia
Agrigento affronta una grave crisi idrica aggravata dal cambiamento climatico e dalla siccità prolungata. La carenza d’acqua è attribuibile a un sistema di acquedotti obsoleto e a una cattiva gestione. Nonostante i fondi stanziati dal governo, i lavori di ammodernamento procedono lentamente. La crisi minaccia anche i siti storici come la Valle dei Templi.
Il grave problema ha costretto alcune attività a chiudere e ha creato non poche difficoltà a hotel e famiglie. Le autorità regionali stanno implementando strategie a breve e lungo termine, come la riattivazione di pozzi e la costruzione di impianti di desalinizzazione. Tuttavia, la siccità persistente ha portato a un razionamento dell’acqua e a proteste da parte dei residenti.
L’economia di Agrigento, fortemente dipendente dal turismo, è sotto pressione a causa della crisi idrica che rischia di peggiorare con l’aumento del numero di visitatori.
Isole Vergini Britanniche
Il turismo è uno dei pilastri dell’economia delle Isole Vergini Britanniche, ma ci sono crescenti preoccupazioni riguardo al suo impatto sull’ambiente e sulla popolazione locale. Il turismo crocieristico, che rappresenta il 72% degli arrivi, è aumentato del 17% nella prima metà del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. Tuttavia, i turisti delle crociere spendono meno rispetto agli ospiti dei resort, causando meno benefici economici locali.
Le infrastrutture esistenti non sono in grado di gestire il crescente numero di visitatori e le barriere coralline sono sotto stress a causa del cambiamento climatico e delle pratiche turistiche non regolamentate. Il governo sta lavorando senza un piano turistico dal 2011, ma ne promette uno entro il 2026. Tuttavia, ci sono preoccupazioni che queste misure non siano sufficienti per affrontare i problemi attuali.
Kerala, India
Il Kerala, noto come “il Paese di Dio”, ha visto un boom turistico con 21,8 milioni di visitatori nazionali e 649.057 internazionali nel 2023. Se l’economia ne ha beneficiato, ciò ha causato gravi problemi ambientali e sociali. La mancanza di regolamentazione ha portato a frane e degrado ambientale, specialmente nelle aree sensibili come Mundakkai e Chooralmala. Il lago Vembanad, un’importante attrazione turistica, è minacciato dall’inquinamento e dallo sviluppo incontrollato. Le iniziative del governo per promuovere il turismo sostenibile devono ancora dimostrare la loro efficacia nel mitigare questi problemi.
Kyoto e Tokyo, Giappone
Nonostante le misure adottate a Kyoto e Tokio per gestire il sovraffollamento turistico, come telecamere di congestione e sistemi di consegna bagagli, il problema persiste. Secondo Nippon.com, queste strategie non funzionano perché sono necessarie soluzioni più radicali e i turisti spesso non conoscono le regole.
Nel 2024, il turismo in Giappone ha raggiunto livelli record, con oltre 3,2 milioni di visitatori internazionali a luglio. L’indebolimento dello yen ha incentivato i viaggiatori a visitare il Paese. Tuttavia, l’afflusso di turisti ha aumentato i prezzi dei viaggi nazionali e creato problemi di sovraffollamento in luoghi come Kamakura, nei pressi della capitale giapponese.
Le autorità locali stanno aumentando i prezzi e introducendo limiti per rendere il turismo meno accessibile. Ad esempio, il costo del pass ferroviario Shinkansen per stranieri è aumentato del 77% e il sindaco di Himeji ha proposto tariffe più alte per i turisti provenienti dall’estero.
Il sovraffollamento ha anche causato carenze di manodopera in settori come l’assistenza infermieristica e la ristorazione. La popolazione locale risente degli effetti del turismo, con difficoltà a prenotare hotel economici e mercati alimentari che perdono le loro tradizioni.
Nonostante questi problemi, il turismo sta aiutando a rivitalizzare alcuni villaggi morenti. JNTO, l’organizzazione nazionale del turismo giapponese, sta promuovendo mete meno visitate per bilanciare le aspettative dei visitatori, proteggere l’ambiente e soddisfare le esigenze delle comunità locali.
Oaxaca, Messico
Durante la pandemia di COVID-19 molti nordamericani si sono trasferiti in Messico, portando a un aumento del 77% del turismo a Oaxaca dal 2020. Questo ha causato un aumento degli affitti e lo spostamento dei residenti locali. L’inglese sta sostituendo lo spagnolo e molti edifici sono stati trasformati in strutture turistiche. Gli affitti Airbnb sono aumentati, rendendo difficile per i locali permettersi di vivere nel centro città.
Il turismo ha portato alla commercializzazione di simboli culturali come il mezcal e il festival di Guelaguetza. La pressione sui servizi pubblici è aumentata, con problemi di approvvigionamento idrico e gestione dei rifiuti. La nuova autostrada che collega Oaxaca a Puerto Escondido potrebbe aggravare questi problemi.
Nonostante gli effetti negativi, il turismo è vitale per l’economia di Oaxaca, che ha poche altre industrie. Tuttavia, i residenti stanno protestando contro la gentrificazione e lo sfollamento causati dall’afflusso di turisti.
North Coast 500, Scozia
La NC500, un percorso costiero nelle North Highlands, è stato aperto nel 2015 per stimolare la crescita economica della regione. Gestito inizialmente dalla North Highland Initiative e poi acquisito nel 2018 dalla NC500 LTD., ha contribuito con oltre 22 milioni di sterline al beneficio all’economia locale, creando 180 posti di lavoro. Ma il turismo ha causato problemi di congestione del traffico, ritardi per i residenti e carenza di strutture adeguate per campeggiatori.
Se la NC500 LTD. si concentra sull’educazione turistica, Visit Scotland (l’ufficio del turismo nazionale) cerca di distribuire il turismo in tutto l’anno e migliorare le infrastrutture con finanziamenti governativi. I residenti sono scettici e chiedono un aumento dei ranger per monitorare i flussi. Il sovraturismo ha aumentato il costo della vita e cambiato la cultura locale, con alcune aree che considerano di ritirarsi dalle mete del percorso ufficiale per preservarsi.