C’è una montagna più nota e una meno nota. Ci sono sentieri di trekking battuti e altri frequentati soprattutto da intenditori. Ma non per questo gli itinerari meno conosciuti sono meno spettacolari, tutt’altro. Qui trovi una piccola scelta di mete per la tua estate, anche solo per una gita in giornata o magari per una mini vacanza. Alcune sono impegnative, d’alta montagna, la maggior parte accessibili a tutti. E ricorda: “Chi più in alto sale, più lontano vede; chi più lontano vede, più a lungo sogna”.
Rifugio InAlto, dove fai il pic nic dello chef stellato
Rifugio InAlto, Col Margherita – Passo San Pellegrino – tra provincia di Belluno e Trento
Sul Col Margherita, a cavallo fra Trentino e Veneto, a 2.544 metri, c’è un rifugio nato da poco, InAlto. Siamo nella zona del Passo San Pellegrino, il valico che collega Val di Fassa e Falcade. Te lo segnalo perché al rifugio trovi le specialità dello chef stellato Alfio Ghezzi ma non solo: quest’estate puoi prenotare il tuo cesto da “peak-nic”, tante delizie da consumare dove vuoi, con tanto di tovaglia. Al Col Margherita godi di una vita spettacolare, tra le più belle della Val di Fassa: montagne da capogiro con alle spalle le imponenti Pale di San Martino e poi la catena del Lagorai. Al Col Margherita puoi salire anche semplicemente con la funivia dal Passo San Pellegrino, se non vuoi faticare, e poi scendere a piedi lungo il Sentiero degli Innamorati, che ti porta a Falcade. Se hai lasciato l’auto a Moena, puoi risalire sempre con gli impianti e poi scendere (www.inaltocolmargherita.it).
Rifugio Casati, dove vedi gli effetti del cambiamento climatico
Rifugio Casati al Passo del Cevedale – Sondrio
Ti segnalo questo storico rifugio di Lombardia, tanto caro agli alpinisti che affrontano il Gran Zebrù, perché il rifugio resterà aperto quest’estate nonostante stiano partendo i lavori per realizzarne uno nuovo: sta infatti lentamente scivolando verso valle a causa delle fusione del permafrost, quella porzione di terreno ghiacciato che ha sempre offerto una solida base costruttiva alle quote più alte. Negli ultimi anni il rifugio si è spostato di circa 20 centimetri. Vale la pena quindi andarci anche per toccare con mano gli effetti della crisi climatica. Qui sei immersa nel gruppo Ortles Cevedale, nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, tra rocce rosse che ti fanno pensare di essere su Marte e il ghiacciaio del Cevedale.
Al rifugio arrivi da Santa Caterina Valfurva anche in modo semplice, salendo in jeep fino al rifugio Forni, e poi proseguendo a piedi. Oppure puoi restare in jeep fino al Rifugio Pizzini e poi partire per il Casati. Il sentiero è semplice, da fare anche con i bambini fino al Pizzini, poi nel tratto successivo è più impegnativo ma merita (www.rifugiocasati.it).
Al Bivacco Edoardo Camardella, per una vista unica sul Monte Bianco
Bivacco Edoardo Camardella – La Thuile – Valle d’Aosta
Se sei esperta di alta montagna e hai già fatto escursioni su ghiacciaio, non perderti una salita al Rutor, il ghiacciaio più grande della Valle d’Aosta, dove è stato appena inaugurato un gioiello: il bivacco Edoardo Camardella, un’installazione a 3.364 metri, poco sotto alla spettacolare testa del Rutor (a 3.486 metri).
Te lo consiglio perché da qui hai una vista unica su tutta la catena del Monte Bianco nella sua imponente lunghezza, impareggiabile. Il bivacco nasce per ricordare Edoardo Camardella, giovane maestro di sci e alpinista di La Thuile, scomparso in seguito a una valanga nel 2019.
Dimentica i bivacchi più tradizionali: questo è un concentrato di alta tecnologia e design. Il progetto è dell’architetto Massimo Roj (AD di Progetto CMR Società di Progettazione Integrata) ed è stato realizzato grazie a un team di architetti, designer e ingegneri e a una cordata di solidarietà guidata da Roj, che ha unito partner e aziende per realizzare una struttura energicamente autonoma: qui trovi il wi fi e puoi ricaricare il cellulare.
Oltre a ospitare fino a sei persone, ospita una stazione meteo, ad oggi la più alta delle Alpi Graie e una delle più alte d’Europa, che supporta la raccolta di una serie di dati utili al monitoraggio di parametri sensibili, tra cui l’innalzamento medio della temperatura, che tanto influiscono sul cambiamento climatico.
Come arrivare al bivacco
Le vie per arrivare al bivacco sono due, dal rifugio Deffeyes (La Thuile) e dal rifugio degli Angeli (Valgrisanche – Bonne). Entrambe le vie sono alpinistiche, e richiedono un’attrezzatura adeguata, come un adeguato livello di preparazione fisica. La via dal Deffeyes, dopo una parte iniziale di sentiero, prosegue sul ghiacciaio del Rutor. Per questa ragione ti consiglio vivamente di affrontare questo tratto che arriva sino al Bivacco in cordata, facendo attenzione ai crepacci, ponti di neve e alla terminale del ghiacciaio. Per quanto riguarda la via dal Rifugio degli Angeli, avanzi su una pietraia contrassegnata da “omini” ma senza sentiero. Dopo circa 200mt di salita arrivi nella zona del ghiacciaio del Morion. Nonostante il ghiacciaio si sia ritirato molto, ci sono zone in cui alcune frane hanno coperto il ghiacciaio. Ciò nonostante, non devi sottovalutare il pericolo di scivolamento, così come alcuni crepacci coperti dalle rocce. Arrivata nella zona del canale che sale al Colle del Rutor, devi prestare grandissima attenzione sia per il passaggio su ghiaccio ed i crepacci presenti, sia perché, soprattutto quest’anno, si stanno verificando molte frane, smottamenti e cadute di massi (anche molto grossi) proprio sulla via di risalita (che in questa zona non è più segnata).
Una webcam mostra in tempo reale il bivacco e tutto lo scenario in cui è immerso. Tutte le informazioni su bivacco sono qui: bivaccoedoardocamardella.it
Se preferisci fermarti prima, merita comunque una giornata la salita al rifugio Deffeyes: in quattro ore circa da La Thuile passando per le cascate raggiungi quota 2.500, con un dislivello di circa mille metri. Puoi fermarti anche prima, godendoti le spettacolari cascate.
A Chamois per il festival musicale
Chamois – alt(r)I ascolti, il festival della musica e del silenzio – Valle d’Aosta
Se non lo conosci, devi assolutamente scoprire Chamois, in Valtournenche, “la Perla delle Alpi” , un borgo straordinario a 1.815 metri raggiungibile esclusivamente a piedi o in funivia da Buisson, frazione di Antey St. Andrè. Te ne innamorerai. Puoi lasciare l’auto e trascorrere giornate in uno scenario strepitoso: sei su un piccolo altopiano con un pugno di case ai piedi del Cervino. Da qui partono diverse escursioni, di livello diverso. Dal 24 al 27 agosto poi torna il Festival alt(r)i Ascolti: quattro giorni di concerti senza alcuna amplificazione, per godere appieno la magia della musica nella natura. In quei giorni puoi compiere escursioni con guide ambientali, fare plogging organizzato (pulire i sentieri mentre cammini) e assistere a proiezioni cinematografiche e dibattiti (www.insiemeachamois.it).
Da Chamois parte una fitta rete di sentieri, alcuni ti portano direttamente al cospetto di sua maestà il Cervino (qui gli itinerari: www.comune.chamois.ao.it).
In Val Formazza per il Bettelmatt Mini Trail
Riale – Val Formazza (Verbano-Cusio-Ossola)
Se cerchi itinerari poco battuti e una montagna selvaggia ma accogliente, ricca di storia e cultura, ti segnalo l’Alta Val Formazza, in Piemonte, al confine con la Svizzera. Puoi partire per tante escursioni da Riale, la località più settentrionale del Piemonte, un gioiello solitario di architettura di montagna, incastonato a 1.800 metri di altitudine. Riale è tra i primi insediamenti creati dalle popolazioni walser che raggiunsero la Val d’Ossola dal vicino Canton Vallese. Qui si produce il Bettelmatt, dal nome dell’omonima alpe e cima, formaggio lavorato con latte di mucche di razza bruna e pezzata rossa italiana, alimentate con speciali erbe e fiori di campo. Ci sono solo 8 i produttori, per circa 5000 forme l’anno.
Puoi soggiornare all’hotel Aalts Dorf, il cui proprietario, che gestisce una bellissima pista di sci di fondo, ha messo a punto la tecnica dello snow farming che gli consente di “mettere da parte” la neve per a fine stagione e utilizzarla per l’avvio della successiva. Per mangiare ti segnalo la locanda Walser Schtuba, dove lo chef Matteo Sormani propone la sua cucina sperimentale, autonoma grazie all’utilizzo dei prodotti autoctoni e attraverso la realizzazione in casa di prodotti da forno come pizza e pane. L’8 luglio qui si tiene l’evento BUT Formazza, una gara di trail running con 3 itinerari diversi ma ce n’è uno alla portata di tutti: il Bettelmatt Mini Trail, 6 km con un disilivello di 250 metri sui sentieri della bassa Val Formazza.
400 sono invece i chilometri di sentieri a tua disposizione per trekking e passeggiate. Un itinerario semplice è il giro dell’Alpe Ghighel: stai sempre in quota con un picco di 2132 metri coprendo appena 357 metri di dislivello, per un totale di 4 ore. Salendo da Riale, direzione Toggia, sali al lago Castel, prosegui per attraversare il rio Ghighel e poi scendere all’omonimo alpeggio. Sentiero di rientro vicino al muraglione, ti porta in breve tempo sul dosso che divide la Cascata del Toce da Riale.
Più impegnativo il sentiero per il rifugio Claudio e Bruno a 2.713 metri. Il dislivello è di 983 metri per tre ore di percorrenza. Il rifugio è di proprietà dell’associazione “Mato Grosso” Don Bosco 3°, può ospitare 60 persone e offre servizio di ristorante. Dalla diga del Sabbione, che attraversi, ti addentri nel vallone dell’Hohsand. Per tutti i trekking: valformazza.it.
Come vestirti per andare in montagna
In montagna non si va con le scarpe flat da città, le sneakers che tanto amiamo nella vita di ogni giorno. Occorrono calzature ad hoc, che ora sono sempre più leggere e compatte ma – attenzione – hanno sempre la suola scolpita, per aderire bene al terreno. L’ideale è avere anche inserti in goretex, o comunque in materiale impermeabile e traspirante. Quanto all’abbigliamento, anche se fai semplici escursioni senza velleità alpinistiche, l’importante è avere sempre una giacca con te, per poter affrontare i repentini cambi del meteo, il più possibile coprente ma anche traspirante. Qui trovi alcune proposte.
La giacca Eliana è in tessuto elastico e antivento, riciclato al 100%. Ha anche lo speciale sistema con doppia zip, utile quando devi aggiungere più strati sotto (La Munt, 260 euro)
Puoi continuare a camminare anche con la pioggia con questa giacca in tessuto a tre strati che blocca il vento e impedisce all’acqua di penetrare (The North Face, 300 euro)
Kappa
Questa felpa è in tessuto leggero e struttura a nido d’ape per garantire traspirabilità ottimale. Le fibre di poliestere sono realizzate con l’utilizzo di bottiglie di plastica riciclata (La Sportiva, 150 euro).
Questi pantaloni sono adatti se ami fare trekking sopra i 2mila metri (Crazy, 170,00 Euro)
La maschera ti protegge del tutto la visuale e le cerniere laterali renfodono stabile e fermo l’occhiale in ogni circostanza (Adidas, 149,00 euro).
Questo zaino da 25 litri è leggero e versatile, perfetto per i trekking in giornata e realizzato in nylon riciclato al 100% (Fjällräven, Abisko Hike Foldsack, 159,95 euro).