Una notte in una camera d’albergo di New York costa in media 417 dollari, una cifra record secondo quanto riferisce il New York Times citando l’agenzia di analisi dati CoStar in riferimento al mese di settembre. I numeri non promettono bene per i turisti con l’avvicinarsi del periodo festivo. Già da ora, un albergo di fascia alta è un salasso da quasi duemila dollari a notte, un hotel di fascia media a Times Square costa invece all’incirca 500 dollari.
Caro hotel a New York: i motivi
Secondo gli esperti ci sono tre i fattori principali alla base dell’impennata dei prezzi: l’impiego degli hotel da parte della città come rifugi per migranti, la stretta contro il fenomeno degli affitti brevi e l’incremento dei flussi turistici, che sta tornando a livelli pre-pandemia.
Un hotel su cinque è diventato un rifugio
Da tempo New York offre rifugio ai senza fissa dimora di qualsiasi altra città degli Stati Uniti, in parte a causa di una sentenza del tribunale del 1981 che imponeva alla città di offrire rifugio a chiunque ne facesse richiesta. Secondo l’ispettore generale, la popolazione notturna nei rifugi finanziati dalla municipalità variava da 45.000 a 55.000 persone tra il 2020 e la metà del 2022. Da allora quel numero è cresciuto a oltre 87.000, in gran parte a causa dell’afflusso di migranti negli ultimi due anni, togliendo di fatto 16.500 stanze al mercato alberghiero.
L’impatto finanziario su New York è stato significativo. Nell’ambito del programma di alloggi per migranti, la città paga agli hotel fino a 185 dollari a camera a notte; la spesa per i rifugi ai senzatetto è aumentata da 2,7 miliardi di dollari nel 2022 a 4 miliardi nel 2024.
Se da un lato i contratti multimilionari tra città e strutture ricettive hanno rappresentato un’ancora di salvezza finanziaria al settore alberghiero nel periodo della pandemia, dall’altro hanno ulteriormente ridotto la già limitata offerta di alloggi per i turisti.
La stretta sulle locazioni a breve termine
La legge locale 18 (LL18) del settembre 2023 ha introdotto rigide normative sugli affitti brevi. Si richiede infatti agli host di Airbnb di registrarsi presso la municipalità, di rimanere in loco durante gli affitti e di limitare le prenotazioni a due ospiti. Conseguenza? Gli annunci di Airbnb sono crollati di quasi l’80%, da 22.246 a soli 2.276.
Le alternative scelte dai turisti
L’impatto combinato di hotel rifugio e nuove norme per gli Airbnb ha creato una grave crisi degli alloggi. Con tassi di occupazione in aumento all’81,7% nel 2024, prossimi ai livelli pre-pandemia, l’offerta ridotta ha fatto salire ulteriormente i prezzi, con hotel un tempo economici in quartieri come Chinatown che ora applicano tariffe di lusso. La carenza di camere disponibili ha costretto i turisti a cercare alternative. Molti si stanno rivolgendo a canali informali per soggiorni di breve durata, tra cui gruppi Facebook, annunci su Craigslist, Instagram e tramite passaparola.
I costi non scoraggiano i turisti
Nonostante la crisi, i turisti continuano però ad arrivare. Secondo New York City Tourism + Conventions, l’ente turistico della città, i costi per una camera d’albergo non stanno scoraggiando i visitatori: si stima che entro la fine dell’anno le presenze arriveranno a 65 milioni, avvicinandosi ai 66,6 milioni del 2019. Entro il 2025 è atteso invece un record di 68 milioni di visitatori.
In aumento anche il numero di turisti italiani. In base ai dati forniti all’Ansa da New York City Tourism + Conventions, il 2024 si chiuderà con una presenza di 706 mila italiani, nel 2023 erano 582 mila. Si è quindi registrato un aumento del 21,3% ed entro il 2025 si ritornerà ai livelli pre Covid. Sempre in riferimento al 2023, gli italiani hanno speso quasi 900 milioni di dollari a New York, con una media di 1500 dollari a persona.