Repubblica Dominicana, la Tierra del Cacao

Il viaggio inizia di fronte a una tazza fumante di cioccolata calda, preparata al momento con le fave delle rigogliose piantagioni di cacao dell’Hacienda La Esmeralda, a San Francisco de Macorís. Un avvolgente abbraccio di sapore, nel cuore pulsante della Tierra del Cacao, nella città che deve il suo nome ai frati francescani e alla popolazione indigena dei Macorix. La passeggiata tra gli alberi della piantagione, ombreggiati da piante ad alto fusto, svela la meticolosa coltivazione del cacao biologico, la raccolta delle cabosse e il processo di fermentazione dei semi.

I fiori di cacao lungo il Sendero del Cacao, a San Francisco de Macorís. Foto: Charmen

Un viaggio sensoriale che culmina con la scoperta di antiche tecniche artigianali: si partecipa al tradizionale rito di lavorazione delle fave, battute a ritmo di musica con enormi pestelli di legno, il tutto mentre la polpa di questo magnifico frutto delizia il palato dei visitatori. Il tempo è scandito da canti popolari e strumenti musicali suonati dal vivo, che rendono il momento una vera e propria celebrazione collettiva.

Santo Domingo, “La Capital”

La tappa successiva è Santo Domingo, chiamata affettuosamente dai dominicani “La Capital”. Fu il primo insediamento europeo delle Americhe, fondato nel 1498 da Bartolomeo Colombo, fratello di Cristoforo. Passeggiando nella Ciudad Colonial, il nucleo urbano più antico della città, ci si immerge in una pagina di storia coloniale. Originariamente chiamata Nueva Isabela, in onore della regina Isabella I di Spagna, la città di Santo Domingo venne distrutta da un uragano pochi anni dopo. Il governatore Nicolás de Ovando la ricostruì, nel 1502, sulla riva occidentale del fiume Ozama. Il suo piano urbanistico a scacchiera, diventato poi modello per molte città del Nuovo Mondo, è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

Repubblica Dominicana, la Cattedrale di Nostra Signora dell'Incarnazione a Santo Domingo
La Cattedrale di Nostra Signora dell’Incarnazione a Santo Domingo. Foto: Charmen

Dalla magnifica Catedral Primada de América, la prima cattedrale del Nuovo Mondo, al Monastero di San Francisco, il primo monastero francescano delle Americhe, passando per la storica Puerta del Conde, simbolo dell’indipendenza dominicana, la città ti seduce con le sue bellezze e ti coccola coi profumi di sigaro e rum. Il Malecón, il lungomare di 15 chilometri, di giorno regala magnifiche vedute sul Mar dei Caraibi e di notte diventa il cuore pulsante della movida. La pausa pranzo? È un’esperienza gastronomica indimenticabile al ristorante di Tita, celebre chef e giudice nell’edizione dominicana di MasterChef. Con i suoi piatti racconta la tradizione culinaria dell’isola, reinterpretata con maestria.

I Patrimoni Culturali di San Pedro de Macorís

Il viaggio continua a San Pedro de Macorís, una città dal fascino storico e sportivo. San Pedro vanta un ricco patrimonio culturale e un forte legame con il baseball, considerato qui una vera e propria religione. Questa città ha dato i natali ai 110 giocatori che hanno militato nella Major League Baseball. Leggende come Johnny Cueto e Ramón Martínez sono celebrate con orgoglio dai murales a loro dedicati. Il Monumento a la Cultura progettato da José Ignacio Morales, esalta invece gli elementi distintivi della città, dai campioni di baseball ai letterati come Pedro Mir, il poeta nazionale.

La sala della sede storica dei Vigili del Fuoco a San Pedro de Macorís. Foto: Charmen

San Pedro è famosa anche per il suo carnevale e per i Guloyas, personaggi nati come espressione dei discendenti dei cocolos, gli schiavi neri immigrati nell’Ottocento dalle isole britanniche dei Caraibi. I Guloyas, con i loro costumi sgargianti e le danze vibranti, sono stati dichiarati Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO. Altra curiosità, San Pedro è la città dove fu fondato il primo corpo dei Vigili del Fuoco della nazione, ospitato in un palazzo che oggi custodisce cimeli preziosi. E per finire, non si può lasciare San Pedro senza aver assaggiato i celebri Pasteles en Hojas, piatto tradizionale avvolto in foglie di banana.

Visita alla città sacra: Salvaleón de Higüey

L’ultima tappa dell’itinerario si trova nella regione più orientale dell’isola. È Salvaleón de Higüey, una città sacra non solo per i dominicani, ma per tutta l’America Latina, il cui nome significa “dove sorge il sole” in lingua taíno. Prima di arrivare a Higüey, il paesaggio è dominato dalle sterminate coltivazioni di canna da zucchero, simbolo della tradizione agricola dell’isola.

Higüey, un lustrascarpe al lavoro. Foto: Charmen

È d’obbligo visitare la maestosa Basilica minore di Nuestra Señora de la Altagracia, capolavoro di architettura moderna. I suoi audaci archi parabolici simboleggiano le mani giunte in preghiera. Le tinte vibranti delle vetrate e le innumerevoli candele accese creano un’atmosfera di intensa spiritualità, la stessa che si respira a pochi passi dalla Basilica, nella storica e semplice chiesa a navata unica di San Dionisio, che ha custodito a lungo l’immagine della Vergine di Altagracia. Sul piazzale antistante il santuario, gruppi scultorei in bronzo ritraggono i fedeli che da secoli giungono e si raccolgono in preghiera davanti alla sacra effige, invocando il miracolo. A pochi minuti a piedi, il vivace mercato locale di Higüey è un microcosmo di colori, profumi e suoni, dove artigiani, venditori e musicisti danno vita a un’esperienza autentica.

Samaná, un vero angolo di paradiso

Non puoi concludere il tuo viaggio in Repubblica Dominicana senza concederti un tuffo nelle sue acque cristalline. Imperdibile la penisola di Samaná, una delle zone meno turistiche del Paese.

Repubblica Dominicana, un tuffo nei caraibi più autentici
La città di Samaná sull’omonima penisola, un paradiso naturale con spiagge caraibiche. Foto: Charmen

Qui il clima è piacevole e la natura regala paesaggi da sogno con foreste di palme, spiagge incontaminate e grotte che un tempo sono state rifugi per i pirati: un vero angolo di paradiso caraibico. Visitare la Repubblica Dominicana significa immergersi nei sapori, nella natura e nelle tradizioni di una nazione in cui si sono mescolate per la prima volta nella storia culture diverse – quella dei nativi d’America, quella europea e quella africana – e che oggi accoglie con calore e autenticità, lasciando nel cuore di chi la visita un ricordo indelebile.

Donna al mercato di Samaná. Foto: Charmen

Viaggio in Repubblica Dominicana: informazioni utili

Come arrivare

Il modo più veloce per raggiungere l’isola dall’Italia è scegliere i voli diretti di Neos Air, circa 10-12 ore (neosair.it). Da Roma Fiumicino, Milano Malpensa, Bari e Catania è possibile volare senza scali verso gli aeroporti di Santo Domingo e La Romana. Per entrare in Repubblica Dominicana, i cittadini italiani devono avere passaporto valido e biglietto a/r. Il visto non è necessario per soggiorni turistici inferiori a 30 giorni (godominicanrepublic.com).

Dove dormire

Tra i più popolari resort all-inclusive dotati di ogni comfort spiccano i Viva Resort, che offrono relax e divertimento per famiglie, coppie e gruppi (vivaresortsbywyndham.com). Per un’esperienza più autentica, invece, c’è il boutique hotel El Beaterio Casa Museo, situato nella storica città coloniale di Santo Domingo (urly.it/318q_q).

Dove mangiare

Da provare i deliziosi pasteles da Amable Pasteles en Hojas a San Pedro de Macorís (C. Gral. Cabral 20, +1 809-529-4500). Nel ristorante Morisoñando della Chef Tita a Santo Domingo, un rinfrescante Morir Soñando si abbina perfettamente a un moderno mangú (mori-sonando.com).