La prima volta che sono andata a Riale ho pensato che la strada non finisse mai. Da Domodossola la statale della Val Formazza si inerpica in un susseguirsi di curve che si snodano tra i paesi di montagna fino a una galleria elicoidale che precede l’arrivo. E poi, sorpresa, la strada finisce del tutto, davanti a me le case, i prati e le montagne. Questo borgo è incastonato tra le Alpi Lepontine, nel nord più estremo del Piemonte, a pochi chilometri dalla Svizzera. Una volta arrivata mi è sembrato di essere catapultata in un luogo fuori dal tempo, dove si preservano la natura e la cultura walser che appartengono a questo territorio.
Riale, un pugno di case ricche di storia
«Quello di Riale» spiega Otello Facchini, esperta guida del luogo «è tra i primi insediamenti dei Walser venuti dal vicino Vallese attraverso il Passo del Gries nel 1.200. Posizionate in un luogo sicuro, al riparo dalle valanghe, le antiche baite del paese risalgono al 1.700 e testimoniano il tipico stile di costruzione walser realizzato con il legno di larice, il caratteristico incrocio dei tronchi (si chiama block-bau) e i tetti in piode, le lastre di pietra». E proprio il cuore del borgo ospita la Locanda Walser Schtuba in cui soggiornare, ma anche dove gustare piatti della tradizione realizzati con prodotti locali.
Nel regno del Bettelmatt
Il più famoso è certamente il Bettelmatt, un formaggio a pasta semi cotta considerato tra i prodotti caseari più rari in Italia. Definito eroico perché prodotto in sette alpeggi sopra i 2.000 metri, viene lavorato esclusivamente da otto produttori nei mesi di luglio e agosto e la disponibilità è intorno alle 5.000 forme l’anno. «Proprio gli alpeggi del Bettelmatt» prosegue Facchini «fanno parte di diversi percorsi escursionistici che si snodano partendo da Riale: quello che attraverso il Passo del Gries porta al Lago Taggia è lungo 23 km (il dislivello è di 420 m e ci vogliono circa 8 ore), per la Punta di Valrossa occorrono 4 ore e mezza mentre per compiere il Giro Alto dei Rifugi, che ne tocca 5, il dislivello è di 1.000 metri».
I laghi da raggiungere a piedi o in bici
La piana di Riale in inverno ospita una pista di fondo da 12 km che, grazie alla quota, è innevata per sei mesi all’anno a partire dai primi di novembre. «D’estate e all’inizio dell’autunno, invece, si percorrono sentieri adatti a tutti» spiega Gianluca Barp, presidente di Formazza Event, che ogni anno d’estate organizza la Bettelmatt Ultra Trail (www.bettelmattultratrail.it), avvincente corsa di skirunning. «Si può fare il giro del lago di Morasco, lungo 8 km. Oppure, con un’ora di camminata da Riale, e 400 metri di dislivello, si arriva al Lago Caste, da cui parte un sentiero fiorito con pannelli in cui vengono descritte le varietà dei fiori che sbocciano qui in primavera, molto rare a queste altitudini. Ci vogliono invece tre ore di cammino per raggiungere il Rifugio Claudio Bruno a quota 2.710, sopra il Lago del Sabbione. La bellezza di Riale è che qui tutto è a portata di mano e si possono organizzare facilmente scalate, giri in mountan bike e in e-bike.
Patate d’alta quota
Se è vero che la cucina qui ruota tutta intorno al Bettelmatt (che puoi acquistare anche da Formazza Agricola, formazzaagricola.it) in valle si trovano pure patate di grande qualità, tra cui quelle coltivate da Dario Piumarta nella sua Häpfla Frütt di Formazza: in 11 campi situati tra i 1.200 e 1.700 metri di quota coltiva oltre 15 cultivar diverse di patate autoctone. Non mancano poi le erbe selvatiche o il grande lavoro portato avanti sulla selvaggina a filiera corta: «Dal prossimo autunno» spiega Matteo Sormani, chef e patron del Walser Schtuba «potremo vendere nei negozi della valle e nei nostri locali la selvaggina marchiata e cacciata in zona, cervi, camosci e caprioli. Gli animali sono cacciati dopo aver formato cacciatori, macellai e ristoratori in modo che tutti sappiano come trattarli per preservarli al meglio»
La sosta da fare: Cascata del Toce
È quella alla Cascata del Toce, dove fermarsi prima di arrivare a Riale o scendendo dal borgo. Con il suo salto di 143 metri è la più alta d’Europa e osservarla dal balcone di legno posizionato proprio sopra è a dir poco emozionante. È un luogo da sempre amatissimo, su cui un imprenditore del luogo fece costruire, nel 1863, lo storico albergo La cascata (ora funziona solo il ristorante) che venne in un secondo tempo ampliato dal famoso architetto Piero Portaluppi. Va detto che proprio l’acqua che arriva qui è anche l’elemento chiave del paesaggio. La cascata è alimentata dal fiume Toce che si forma proprio nella piana di Riale dalla confluenza di tre torrenti e dè sempre l’acqua la protagonista della spettacolare diga di Morasco, costruita poco sopra il paese alla fine degli anni Trenta, dentro un’antica conca glaciale.
Come organizzare un viaggio a Riale
Come arrivare
→ Raggiungi Riale seguendo l’autostrada A26 fino a Gravellona Toce, poi la superstrada 33 del Sempione fino allo svincolo per la Valle Antigorio Formazza. Da qui prosegui con la SS 659 passando dai paesi di Crodo, Baceno, Premia e Formazza fino al termine della strada. Queste le distanze: 30 km da Domodossola, 120 km da Milano, 180 km da Torino.
Dove dormire e mangiare
→ Walser Schtuba è un vero e proprio rifugio gourmet. Una locanda calda e accogliente dove Matteo Sormani propone piatti realizzati con materie prime locali. Qui, dove anche il pane, il panettone, le colombe e la pizza sono fatte in casa, il menu vanta grandi classici come la zuppa di cipolle, speck croccante e olio all’aglio e lo Stracotto di manzo, polenta di Beura ed erbette. Da provare i piatti di cacciagione come il cervo con aglio orsino e limone o gli spaghettoni con il Bettelmatt (locandawalser.it, doppia con colazione da 58 euro a persona).
→ Ambiente accogliente all’Aalts Dorf con camere in legno, balconi e vista sul pianoro di Riale e sulle Alpi (65 euro la mezza pensione, aaltsdorf.it).
→ L’affittacamere Zwargji risale al XVIIIº secolo ed è stato completamente ristrutturato nel rispetto della tradizione. Offre tre intime camere disposte una per piano (zwargji.it, da 80 euro la doppia).