Se ti capita di andare a New York, fai un salto a Union Square ed entra nelle stazioni della metropolitana 14th Street 6th Avenue. Troverai un muro pieno di post-it lasciati dai passanti. Ogni messaggio rivela i pensieri, le speranze, le paure. Ma ci sono anche biglietti pieni di umorismo. In pratica, uno stretto tunnel nella metropolitana si è trasformato nello spazio di terapia interattiva più informale della città. Il tutto grazie all’idea di un artista, Matthew Chavez, che ha lanciato un progetto artistico chiamato “Subway Therapy” nel 2016, ne ha fatto una mostra e lo ha visto diventare virale.

Un progetto artistico virale

I primi post-it sono stati lasciati nei giorni immediatamente successivi alle elezioni presidenziali del 2016 dopo che Chavez ha lasciato un cartello disegnato a mano, che invitava i passanti a “esprimersi”. I messaggi sono rimasti sui muri della metropolitana per cinque settimane. Alla fine erano oltre 50mila e avevano “contagiato” altre stazioni di New York, ma anche i trasporti pubblici di Boston, San Francisco, Seattle, Chicago e Toronto.

Alla fine le pareti del tunnel che collega Union Square alla stazione 14th Street della 7th Avenue erano piene di post-it. Alcuni messaggi trasmettevano ansia e paura, ma la maggior parte si distinguevano per il tono edificante e rispettoso e per messaggi di speranza, unità e tolleranza.

Subway Therapy

Subway Therapy: messaggi dalla città

Nel 2016, ventiquattro ore dopo l’apparizione dei primi messaggi, il New York Times ha definito il progetto «un tributo alle diverse voci della città, un monumento alla sua spinta a parlare e una testimonianza della forza che i newyorkesi, nei momenti di intensa emozione, spesso traggono l’uno dall’altro».

Una collezione permanente

Un mese dopo, il governatore di New York, Andrew Cuomo, ha annunciato che quattromila post-it sarebbero entrati nella collezione permanente della New-York Historical Society, dove si sono uniti ad altri manufatti che dimostrano “momenti spontanei di crisi o euforia”, compresi gli oggetti recuperati da Ground Zero.

Il messaggio dietro “Subway Therapy”

Nonostante il fatto che il progetto sia iniziato dopo le elezioni politiche, le ideologie non c’entrano. «Volevo dare alle persone l’opportunità di esprimersi», ha spiegato l’artista, «questo progetto non è una reazione alle elezioni, ma invita le persone a esprimere come si sentono e nel momento in cui si sentono in quel modo». Alla fine, quello che è emerge è il messaggio più importante: la connessione tra esseri umani, a prescindere da credenze e ideologie.