È la luce a fare di Tangeri una città unica. Una luce viva, che sale dal Mediterraneo, accarezza l’ampio lungomare, incontra le case arroccate della kasbah e si incunea nei vicoli della medina. «È così particolare perché il vento costante spazza via le nuvole e i caldi raggi ricadono sul mare e sui tanti spazi verdi senza alcuna barriera» dice Amaal Mefouh Ezzeyany, curatrice della programmazione del cinema Rif, una costruzione degli anni Trenta dall’insegna rossa e i titoli dei film ancora composti con lettere mobili.

Viaggio a Tangeri: il cinema Raf

«All’inizio qui venivano proiettate solo pellicole indiane e di kung fu» continua. «Quando quattro anni fa i proprietari hanno deciso di chiudere tutto, è successa una cosa singolare. I tangerini, contrari a veder morire un pezzo di storia importante come questo, hanno contribuito a creare una Ong che tenesse aperta la sala e hanno iniziato a portarci fotografie, documenti e video perché non si perdesse la memoria delle loro famiglie.

Ora abbiamo un ampio archivio e nelle due sale che sembrano rimaste ferme nel tempo, proiettiamo titoli indipendenti del mondo arabo, asiatico, a volte europeo (la programmazione è sulla pagina Facebook, ndr). Organizziamo incontri per spiegare com’era un tempo la città e portiamo i giovani a vivere l’esperienza della sala per formare il pubblico di domani». Il cinema si affaccia sul Gran Socco, piazza 9 aprile 1947 dalla data in cui il sultano Muhammad V pronunciò quello che è passato alla storia come Il discorso di Tangeri, un appello all’indipendenza e all’unità territoriale del Marocco.

Tra moda, arte e avventura

Poco lontano da qui, alla fine di Sidi Bouknadel, una delle strade in salita della kasbah (la cittadella fortificata), c’è un’altra storia da raccontare. Villa Mabrouka, dove un tempo viveva Yves Saint Laurent con il compagno e co-fondatore della maison di moda Pierre Bergé, ha da poco riaperto le porte come albergo e ristorante di charme dopo una ristrutturazione seguita dal proprietario e designer inglese Jasper Conran.

Andrew Montgomery

Basta mettere piede all’interno delle porte spesse di legno dipinto di verde per sentirsi catapultati in un giardino dell’Eden dove l’unico suono è il cinguettio degli uccelli. Ed è proprio la natura uno dei punti di forza del parco che non ha nulla da invidiare ai più conosciuti giardini Majorelle di Marrakech, anch’essi un tempo di proprietà dello stilista di origini algerine.

Banani, agrumi, malvarose, nasturzi e bouganville circondano una piscina scavata nella roccia della scogliera, un padiglione per prendere il tè e un gazebo dipinto a mano. Gli interni sono arredati con antichi ricami di Fez, mosaici romani, piastrelle andaluse del Cinquecento e lampadari di Murano (la stanza Marrakech era quella dove dormiva Yves). Vale davvero la pena prendere un cocktail qui o cenare al ristorante per vivere l’atmosfera di un luogo dall’incredibile fascino. E lo si può fare anche se non si dorme in una delle 12 camere (i piatti principali partono dai 20 euro, la doppia da 450 euro a notte, villamabrouka.com).

Viaggio a Tangeri: tradizione, paesaggi e artigianato

Appena usciti, le strade bianche della kasbah accompagnano i viaggiatori alle moschee, ai musei sulla storia della città (il Musée de la Kasbah conserva una raffinata esposizione di artigianato) e alle boutique degli artigiani come l’atelier Au Fil de Tanger che tesse morbide tele di lino con cui confeziona camicie, sciarpe e abiti (rue Ben Charki 28). Poco distante, la vista dalla terrazza del caffè letterario Macondo abbraccia lo stretto di Gibilterra.

Oggetti di ceramica artigianale in vendita al souk. Foto IPA

«Seduti ai tavolini si vedono anche il porto di Tarifa in Spagna e il castello di York qui sopra, una fortezza del Cinquecento ritratta anche nell’ottava stagione di Downton Abbey» aggiunge Maria Teresa Ibridi, la proprietaria italiana. «Agli ospiti amo mostrare un tunnel che dal giardino interno del caffè scende fino al porto. È uno dei tanti passaggi sotterranei che nel Medioevo servivano alla gente del posto come via di fuga».

I banchi di frutta e verdura del souk. Foto IPA

Se si percorrono le strade della cittadella verso il basso, ci si ritrova immediatamente all’interno della Medina con il vivace souk diviso in settori: ci sono i banchi del pesce freschissimo, le stoffe colorate, i sacchi pieni di spezie, olive e fichi secchi. E, agli angoli, anziane signore che scendono ogni giorno dai villaggi di montagna per ven- dere burro e formaggio.

Viaggio nella Tangeri segreta

Fuori di qui, in rue d’Amerique 50, si trova il palazzetto su cinque piani in cui venne ospitata la missione diplomatica degli Stati Uniti dal 1821 al 1961 (nel 1777 il Marocco è stato il primo Paese a riconoscere l’indipendenza). Oggi ospita un museo con una collezione di antiche carte geografiche, opere dell’artista americana Marguerite McBey, tappeti di arte etnica tribale e alcune fotografie che ritraggono Jackie Kennedy, Jimmy Carter e Barack Obama.

Basta fare pochi passi e in un attimo ci si ritrova nel quartiere ebraico, la mellah, dove oltre ad ammirare i negozi di pietre preziose ed enormi cinture nuziali d’oro cesellato, vale la pena visitare la sinagoga Moshe Nanon che risale al 1878 e ha pareti riccamente decorate fatte con gesso e, curiosamente, polvere di marmo di Carrara che all’epoca veniva scambiato con lo zucchero da barba-bietola marocchino.

Alle strade labirintiche della medina si contrappone il lungomare di Tangeri incorniciato da boulevard Mohamed VI e dall’ampia spiaggia cittadina dove i giovani marocchini fanno fare escursioni a cavallo ai turisti. La passeggiata è lunga e piacevole e mostra un altro volto della città, più moderno e cosmopolita, come del resto è la Marina dove attraccano gli yacht e si cena in ristoranti di charme. Crocevia tra l’Atlantico e il Mediterraneo, Tangeri è il luogo perfetto per un viaggio. Qui è dove Europa e Africa, separate solo da 32 chilometri di acqua, sembrano più vicine.

Carnet

Come arrivare Ryanair vola a Tangeri da Milano e Roma a partire da 21,99 euro (ryanair.com).

Dove dormire L’Hilton Tangier City Center ha la vista migliore sul lungomare, ampie camere e ottimo ristorante (da 130 euro, hilton.com). Nel 1907 era sede di una banca, oggi Palais Zahia è ristorante e albergo con hammam arredato in stile moresco (camere da 110 euro, palais-zahia.com).

Dove mangiare Villa Josephine, appartenuta a Walter Burton Harris, corrispondente del Times che ha ispirato il personaggio di Indiana Jones, è un albergo e ristorante di charme. Qui si cena tra stampe giapponesi, draghi di porcellana e statue del Buddha (da 40 euro, hotel-villajosephine.com). Le Table du Marché serve i prodotti locali vista mare (da 40 euro, Tanja Marina Bay).

Shopping L’Herbal Medina Center lavora l’aloe secondo tradizione e vende olii da massaggio profumati con essenze di pompelmo e fiori d’arancio (15 euro, rue Moustafa Doukkali 28). La boutique Majid propone splendidi gioielli d’ambra, caftani ricamati e tappeti antichi (boutiquemajid.com).

Letture Bompiani ha pubblicato Arabesco di Umberto Pasti, giardiniere, scrittore collezionista. Una piacevole lettura sulla Tangeri di ieri e di oggi (18 euro).

Per informazioni visitmorocco.com