L’autunno addolcisce il sole, accende di colori i boschi e ci invita a contemplare la natura mentre si spoglia prima dell’inverno. Per questo, in Valsugana e nella Valle dei Mòcheni (visitvalsugana.it), una terra di confine del Trentino orientale, la chiamano “la bella stagione”: è quella dei funghi, delle castagne, della zucca e del radicchio rosso. Osserva, respira e lascia andare: è il mantra autunnale dei valsuganotti (i valligiani), seguilo e vivrai un’esperienza sensoriale unica in Trentino.
Cosa vedere in Valsugana in pochi giorni
A Borgo Valsugana, il capoluogo della valle attraversato dal fiume Brenta, si respira un’atmosfera rilassata, tra gli antichi palazzi, il piccolo ponte Veneziano e i portici del Lungobrenta. Qui, lungo la ciclabile della Valsugana (80 km dal Lago di Caldonazzo a Bassano del Grappa), se aguzzi la vista puoi scovare una delle tre installazioni artistiche dello Sky Museum, il progetto del borgo in collaborazione con Arte Sella (artesella.it). È la curiosità, quindi, che ti guida verso i prati della vicina Val di Sella, per esplorare il famoso parco dove natura e arte d’avanguardia dialogano dal 1986. A Malga Costa, le opere monumentali iconiche, come Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri, Radice Comune di Henrique Oliveira o Simbiosi di Edoardo Tresoldi, cambiano di abito a ogni stagione ma, con le foglie che cadono, esprimono un fascino imbattibile. E, nascosta tra i larici, solo per occhi attenti, c’è anche La Donna Invisibile di Cédric Le Borgne.
Cene e notti da fiaba nel castello in Trentino
Lo sapevi che la Valsugana è la prima destinazione in Italia ad avere ottenuto la certificazione per il turismo sostenibile secondo i criteri del GSTC (il Global Sustainable Tourism Council)? Il perché è racchiuso in oltre quaranta ettari di boschi, nei due laghi dove sventola la Bandiera Blu (di Levico e di Caldonazzo) ma soprattutto nell’amore con cui i trentini si prendono cura del patrimonio comune.
Nel 2018, ad esempio, con un crowdfunding popolare, la Fondazione Castel Pergine ha acquistato il fiabesco maniero medievale che svetta sul Colle Tegazzo per lasciarlo accessibile alla comunità. Oggi, a Castel Pergine (castelpergine.it) puoi passeggiare lungo la cinta muraria tra parchi, giardini, torri e bastioni, visitare alcune delle sale, goderti le mostre e contemplare lo spettacolare tramonto che spazia dal Lago di Caldonazzo alle Dolomiti di Brenta e fino alla Valle del Mocheni. Senza poi contare l’emozione di cenare e addormentarsi, come re e regine, tra le mura del castello.
Il rito del cammino tra piante rigeneranti della Valsugana
In quest’angolo di Trentino sono molte le attività che puoi sperimentare a contatto con la natura. Nel parco di Alberè, a Tenna, in un biotopo unico fatto di boschi di conifere e latifoglie, un laghetto e una torbiera, Arno Cardini (forestling.com) ti accompagna a ritrovare una connessione profonda tra il “sé” e ciò che lo circonda. Il suo metodo, nato da un lungo e rigenerante periodo di vita trascorso in totale solitudine e silenzio nel bosco, si chiama Forestling e combina la stimolazione dei sensi, il cammino consapevole e il respiro.
Più in alto, ai 1.500 metri del Poun Van Spitz, nella selvaggia Valle dei Mòcheni, Francesca Zeni (goccedialchemilla.com), naturopata e accompagnatrice di media montagna, ti guida invece nel ricco e sempre stupefacente mondo delle piante per guarire dalla green blindness, la (cattiva) abitudine che ci abitua a vedere il verde solo come uno sfondo, perdendo così le gioie del foraging (qui, con la piantaggine e le noci si fa un ottimo pesto!).
Storie di vita e di piatti genuini
Ma di storie da raccontare, in Valsugana e nella Valle dei Mòcheni, ce ne sono tante e forte è il desiderio di condividerle. Da Pisa al Trentino, Vea Carpi è, come ama definirsi, la cuoca-contadina del Mas del Saro (masdelsaro.it). Qui siamo in un autentico maso di montagna mòcheno, con tutta la famiglia (il marito Renzo e i tre figli), gli animali e un’agricoltura naturale dove, dietro il concetto di cucina semplice, c’è una vita sincera scelta con passione, per la terra, le erbe selvatiche, la panificazione naturale, la lavorazione della lana e tanto altro.
Seguendo il “filo” delle storie, arrivi al Blum (agriturblum.com). In questo agriturismo ricavato in un vecchio magazzino agricolo della famiglia, ai piedi del Lagorai, Giovanna, Stefano e i suoi due bimbi ti accolgono tra gli orti e i campi di mirtilli, lamponi, ribes, fragole e more. Dai tessuti tinti a mano con colori naturali ai menu e alle pizze gourmet, tutto preparato con gli ingredienti di “casa”, la sensazione è che il tempo si sia fermato. È il momento giusto per osservare, respirare e lasciare andare.
Informazioni utili per il soggiorno in Valsugana
Come arrivare
In auto, Autostrada A22 Brennero-Modena, uscita Trento Sud, poi S.S. 47 per Padova-Venezia (Superstrada della Valsugana). In treno, linea Bologna-Brennero fino a Trento, poi Ferrovia della Valsugana.
Dove dormire
Nella parte alta di Borgo Valsugana, Paola (architetta) e sua figlia Marianna ti accolgono nella Villa degli Orti, il loro elegante bed & breakfast è stato ricavato dalla ristrutturazione della villa di campagna dei nonni (lavilladegliorti.it, doppia da 100 euro). Le camere e le suite ospitate nelle sale dell’antico Castel Pergine ti regalano notti da fiaba e una ricca colazione a buffet (castelpergine.it, doppia da 170 euro).
Dove mangiare
Sulla via per Arte Sella, il ristorante Al Legno (allegno.it) di Borgo Valsugana è ideale per gustare i piatti tipici come carpaccio di carne salada con cavolo cappuccio, canederli e strangolapreti al burro di montagna. Se preferisci un concept più moderno, dove la tradizione trentina si contamina con i sapori del resto del mondo, prova Innesti (innestirestaurant.it) a Pergine Valsugana.
Per informazioni visittrentino.info/it; visitvalsugana.it