La Bolgheri Coast in Toscana, i vini dell’Etna, le vendemmie eroiche in Valtellina, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia. Il mondo del vino nel nostro Paese è un vero patrimonio e sempre più turisti negli ultimi anni se ne stanno accorgendo.

Turismo enogastronomico: la tendenza

Vino legato al territorio e ai suoi prodotti, alle cantine, agli agriturismi e ai wine resort che propongono degustazioni e soggiorni. Un tipo di viaggio e vacanza che soddisfa chi cerca un’esperienza non legata solo alla meta mare-campagna-montagna, ma a quello che si può vivere sul posto. È, soprattutto, un’esperienza outdoor, sempre più apprezzata in questi tempi post pandemia che hanno fatto riscoprire i borghi e la natura.

Il Rapporto sul turismo enogastronomico per capire i trend

Un prezioso strumento per capire il settore è il Rapporto sul turismo enogastronomico italiano, giunto alla sesta edizione e presentato lo scorso settembre in occasione di Agrifood a Salerno da Roberta Garibaldi (nella foto sopra) docente di Tourism Management presso l’università degli studi di Bergamo, presidente dell’Associazione italiana turismo enogastronomico e vicepresidente della Commissione turismo dell’Ocse, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (robertagaribaldi.it). Oltre a fornire un quadro del settore, il Rapporto ne indica le tendenze, delinea l’identikit del turista e le regioni che si distinguono di più. Nei numeri e nei grafici ci sono tanti frequentatori di cantine, osterie ristoranti stellati. Anche un altro report registra la tendenza dei viaggiatori gourmet ed è quello di Skyscanner sui trends 2024, la piattaforma leader mondiale nella comparazione di viaggi. Fra le 4 tipologie individuate, spiccano i Buongustai al risparmio. Gustare la cucina locale e provare specialità autentiche è una delle attività più gettonate dai viaggiatori italiani che si recano all’estero, con la metà (50%) che la preferisce a quasi tutto il resto. Un quarto di loro (24%) ha persino programmato un viaggio in funzione di un ristorante specifico in cui desiderava mangiare. Un dato interessante emerso dalla ricerca è che i viaggiatori italiani ritengono che l’alta cucina sia al di fuori della loro portata. Secondo le stime, un’esperienza culinaria di alto livello costa in media 65 euro a persona, mentre il budget di spesa in vacanza è di 46 euro a persona a pasto.

Chi sono i turisti enogastronomici?

In base al Rapporto sul turismo enogastronomico italiano, la crescita di questo tipo di turista è stata negli ultimi 9 anni del 37% e con lui/lei crescono anche le esperienze di cui sono alla ricerca costante. Se nel 20121 il 92% aveva svolto almeno un’esperienza enogastronomica nel corso dei viaggi dei tre anni precedenti, nel 2022 il 67% ne ha svolte almeno 5. «È un turista che cerca proposte nuove, diverse e autentiche» dice Roberta Garbaldi. «Le cerca nei ristoranti, nei luoghi di produzione, dalla cantina al caseificio, dal birrificio al frantoio, nei tour e itinerari tematici. Vuole conoscere la cultura enogastronomica del luogo in cui si trova, storie e aneddoti relativi alle aziende». L’interesse per il formaggio raggiunge (quasi) quello per il vino. Il Rapporto mostra anche come i più giovani preferiscano partecipare ad eventi e festival del vino (18-24 anni 35%, 25-34 38%), i millennials e i boomers seguire itinerari tematici, mentre i senior sono attratti dalle visite in cantina. La top 3 delle migliori mete italiane dal punto di vista enogastronomico è formata da Sicilia (indicata dal 46%) Emilia-Romagna (44%) e Campania (40%).
Ecco qui due esperienze con cui sono venuta a contatto nel corso dell’estate 2023.

Tris d’assi a Bevagna

Dalla cantina Mevante, oltre i vigneti, si intravedono Spello e Assisi, mentre la splendida cittadina di Bevagna è a pochi minuti d’auto. La cornice del paesaggio umbro colpisce chi la raggiunge e incontra i fratelli Presciutti, Antonella, Paolo e Luca, lo chef. Sono imprenditori romani che hanno da sempre un legame con questo territorio, frequentato estate dopo estate durante le vacanze con la famiglia (i genitori sono umbri) ed è qui che negli ultimi anni hanno creato la loro cantina. Completamente esposta ad est, il nome di Mevante deriva dall’unione di Mevania (antico nome di Bevagna) e di Levante (da qui si vede levare il sole). Siamo nel territorio di Montefalco e si coltivano le uve per produrre il Sagrantino (rimane nei legni per 24 mesi e poi in bottiglia altri 12) e anche i bianchi da uve Trebbiano spoletino e Grechetto. Agli abbinamenti con il cibo ci pensa Luca, che prepara paste fresche, taglieri di salumi e formaggi, carni arrosto da abbinare durante le degustazioni dopo la visita in cantina e per quelli che saranno i prossimi appuntamenti delle feste. L’indirizzo è: via Madonna della Neve 1, Bevagna, 3498057501 (https://www.agricolamevante.com/).

Nella vigna di Katrin

Chia ama i vini naturali non può non andare a trovare Katrin Štoka, titolare di Klin a Contovello-Kontovel, un paesino dalla vista mozzafiato sul ciglione tra il Carso e il golfo di Trieste. La vigna è piccola, i terreni sono di proprietà della famiglia da generazioni, la raccolta dell’uva avviene a mano, il sorriso contagioso di Katrin e la sua esperienza (viticoltrice e vignaiola, sommelier) fanno di una sosta da queste parti un momento magico. Siete appena sopra il Castello di Miramare, in vista del Golfo di Trieste (da qui si vede benissimo la Barcolana, prenotate già da ora un posto per seguirla da qui) e da questa terrazza Katrin ha creato un angolo suggestivo: ci sono un tavolo e un pergolato sotto il quale degustare i vini bianchi e rossi insieme a prodotti locali, un appuntamento da non perdere in primavera quando c’è il rito delle osmize: le aziende agricole aprono per un pranzo all’aperto offrendo quello che producono. Da Katrin si degustano gli spumanti Jess, metodo ancestrale, e Mira el Mar, raffinato metodo classico, millesimato con almeno 12 mesi sui lieviti, Viktor, vino bianco macerato e Rosso Viola.
L’indirizzo è: Contovello-Kontovel, Trieste (https://www.turismofvg.it/it/tastefvg/klin)