Ci sono momenti che più di altri si imprimono nella mente, come se fossero una fotografia. Ponte del 2 giugno 2020. Come tutti ho passato in casa i mesi più bui della pandemia e voglio regalarmi la prima uscita fuori dalla città, ora che si può. Mi ritrovo in Val di Mello in compagnia di una folla, siamo così tanti che alle 10 chiudono la strada all’ingresso della valle. Il giorno dopo sceglierò la Val Gerola, meno battuta, e saremo in pochissimi. Una meta di prossimità, ma meno conosciuta, in cui scoprirò la produzione dello Storico ribelle (un formaggio presidio Slowfood) e altri boschi e laghi oltre a quelli che frequento di più fuori regione.
La riscoperta dell’Italia dopo il Covid
È questa una delle eredità che ci portiamo dietro dagli ultimi due anni: la scoperta del Paese in cui viviamo, l’Italia minore, la rivincita dei borghi e degli Appennini. Molto è cambiato nel turismo dopo che è successo l’impensabile.
«L’effetto è stato dirompente» dice Roberta Milano, digital strategist, esperta di marketing e comunicazione turistica, che su Telegram con il canale Next Tourism aggiorna sull’evoluzione del settore. «È cambiato il filtro attraverso cui vediamo la realtà e di conseguenza anche il rap- porto con il viaggio: siamo disposti a rinunciare a delle cose e a spendere di più per valori che sono diventati importanti, come la libertà di movimento. Quello che è successo ci ha fatto riflettere: chi non ricorda i pesci tornati nella Laguna di Venezia e gli animali che uscivano dai boschi?». Non è più così strano allora che, programmando una vacanza, oltre a chiedersi dove andare, la domanda successiva sia come viverla.
Turismo esperienziale: cos’è
Un interrogativo che si è posto già da un po’ di tempo Greg Richards, professore alle università di Breda e di Tilburg e guru del turismo creativo e trasformativo. Secondo lui, non si tratta più solo di conoscere un posto nuovo e gente nuova, di prendere il sole o di passeggiare per le città scattando foto in modo passivo. Oggi il turista pretende di essere coinvolto in maniera attiva, di vivere un’esperienza che lo trasformi, di essere cambiato dal viaggio. Come? Attraverso esperienze creative e relazionali che gli permettano di capire la cultura e il modo di vivere della gente del posto. Non solo gustare il cibo, per esempio, ma imparare a farlo in una cooking class.
Tursimo esperienziale: chi lo propone
La parola d’ordine, dunque, è esperienza, un vero boom a livello globale, tanto che la nuova ricerca del Mastercard Economics Institute a proposito del turismo post-pandemico parla di economia dell’esperienza. Le spese durante il viaggio sono sempre più riservate a quello piuttosto che ai beni materiali, con una crescita del 68% rispetto ai livelli del 2019. Ne propongono le piattaforme come Around InItaly (aroundinitaly.it), Trame d’Italia (trameditalia.it), Foody Experience (foodyexperience.com) creata da Elena Bisio e Only 4 you (only-4u.it/) di Isabella Perazzoli. Le offrono anche diversi alberghi, se ne trovano tante nei siti di Regioni come il Piemonte (visitpiemonte.com) e il Friuli Venezia Giulia (www. turismofvg.it). E i desideri, come quello di stare a contatto con la natura, si realizzano in forme nuove.
Turismo esperienziale: dal glamping alle case sugli alberi
Si va dal glamping, evoluzione in chiave lusso del tradizionale campeggio, alle case sugli alberi fino alla formula che riduce tutto all’essenziale, meno comfort e più emozioni. Sul Monte Gambarogno, in Ticino, sono stati creati due nuovi alloggi StarsBox, Lüf e Falchett: ogni “scatola” ha un letto, una finestra e un tetto pieghevole. Tutto qui, ma il panorama è a 360 gradi e si può assistere a un romantico tramonto sul Lago Maggiore.
Chi vuole sperimentare cosa voglia dire davvero “due cuori e una capanna” dovrà aspettare la fine dell’estate: le box da cui vedere le stelle sono sold out. Per fortuna ce ne sono altre, come la Capanna Gorda in Valle Blenio e rifugi da cui veder le stelle si trovano si trovano consultando il sito https://www.myswitzerland.com/it-it/ e https://www.ticino.ch/it/
Turismo esperienziale: il camper
La domanda supera l’offerta anche nel caso del camper, settore in crescita con un aumento costante di immatricolazioni. L’immaginario verso questo mezzo di trasporto è completamente cambiato e ora si parla di vanlife e di generazione van, più che una moda la ricerca di uno stile di vita diverso, con la casa al seguito che rende autonomi per vacanze brevi o lunghe all’aria aperta. Lo si cerca compatto per spostamenti più agili, in Europa circa 20 milioni di turisti si muovono così e da un sondaggio lanciato dal Salone del camper, che come ogni anno si tiene a Parma ed è il più grande d’Europa (10-18 settembre), chi lo pratica considera le soste intermedie prima di arrivare alla meta finale come tante piccole vacanze, durante le quali pratica bici, trekking ed escursionismo. In questo modo esplora il territorio, conosce meglio il luogo che lo ospita allargando lo sguardo e, se possibile, stringendo le relazioni di cui parla Greg Richards con gli abitanti del posto per vivere esperienze che rimarranno nella memoria una volta tornati a casa.
Turismo esperienziale: la Val Badia
Se c’è una cosa che non è mai cambiata, in questi ultimi due anni, è la voglia di viaggiare. Fa parte di noi, che abbiamo bisogno di orizzonti nuovi, di sole e spiagge, di un city break, della natura e di stare all’aperto, di cultura e bellez- za (sono questi i desideri che spingono a viaggiare rilevati dall’ultimo rapporto dell’European travel commission con Atout France). È come se, passato l’allarme pandemia, ci fosse uno spirito di rivalsa, ci riappropriassimo della libertà di piantare l’ombrellone nel posto di sempre (i più conservatori) o di provare l’emozione di osservare i gorilla in Uganda (gli esploratori). Qualunque scelta faremo questa estate sarà accompagnata da un desiderio nuovo, quello di guardarsi intorno, di volerne sapere un po’ di più di chi ci ospita, portando a casa qualcosa di autentico, altra parola chiave delle vacanze 2022. Sarà facile farlo se si va in Val Badia, dove l’iniziativa Nos ladin-Noi ladini permette di passare del tempo con chi in quella terra è nato e cre- sciuto: si passeggia con il “filosofo” Michil Costa, presidente del comitato che organizza la Maratona delle Dolomiti, gara unica e affascinante perché i ciclisti scalano le montagne con i passi chiusi ad auto e moto (una durissima battaglia vinta da Michil). Si esce verso sera per un’adrenalinica arrampicata sulla via ferrata del Gardenacia in compagnia di Matteo e Giorgio per scattare fotografie, mentre Mathias mostra nel suo laboratorio come realizzare insieme una scultura parten- do da un pezzo di legno e Marisa insegna a fare il burro con il latte fresco nel maso di famiglia (altabadia.org). «Siamo in un momento di passaggio» dice Massimo Giovanardi, membro del Centro di studi avanzati sul turismo dell’università di Bologna Campus di Rimini. «La ricerca di esperienze era già in crescita prima della pandemia, ora a quella si è aggiunta una consapevolezza maggiore». La stessa che spinge a premiare in vacanza tutti quei territori dove le comunità accolgono i turisti in maniera inedita.
Turismo esperienziale: a contatto con i locals
In Toscana è stato lanciato un progetto rivolto alle donne viaggiatrici che arrivano nel territorio (9 borghi fra cui Cetona, Chiusi, Montepulciano). Gli incontri e le visite, fra cui quella alla recente scoperta dello scavo Il santuario di Apollo, saranno a cura di archeo-oghe e imprenditrici che vivono qui, (valdichianaliving.it). Questo modo di viaggiare a contatto con i locals permette di portare a casa nuovi saperi e nello stesso tempo contribuisce economicamente a tenere vivi l’artigianato e i picco- li produttori. Ma la figura dell’esperto è fondamentale anche per chi fa esperienze eccezionali. Kel 12, il tour operator di viaggi culturali che ha in catalogo anche le spedizioni di National Geographic (Kel12. com), ha per ogni destinazione, oltre alla guida locale, un accompagnatore che spiega i viaggi dal punto di vista culturale e naturalistico ed è questo a fare la dif-ferenza, oltre che, a volte, i mezzi di trasporto: in Egitto si percorre il Nilo a vela, a bordo di una dahabeya. «Ci sono progetti accanto-nati e che vengono tirati fuori dal cassetto» spiega Claudio Visentin, docente presso l’Università della Svizzera Italiana e ideatore della Scuola di viaggio, che sarà a Trieste con la Summer School dal 24 al 30 luglio. «Il viaggio risponde a un bisogno profondo, è una molla che si carica nei momenti di difficoltà diventando uno sfogo mentale, per questo il turismo non si ferma mai. Ma è flessibile e cambia seguendo il suo tempo».
Turismo esperienziale: l’Italia la più richiesta
Al di là delle nuove tendenze, l’estate italiana 2022 si annuncia più che positiva. «L’Italia è la destinazione più richiesta per volume di interesse di ricerca dei viaggi (volo+alloggio). Terza dopo Spagna e Usa e prima di Uk, Francia e Germania» dichiara Roberta Garibaldi, ad di Enit. «In recupero le prenotazioni aeree: tra giugno e luglio oltre un milione e 300 mila prenotazioni aeroportuali con un + 536 per cento rispetto già solo a giugno 2021. Le strutture alberghiere e extra alberghiere rispondono bene, con un tasso di saturazione di quasi la metá (30,5 per cento). In testa alle ricerche su Google per viaggi in Italia ci sono Roma, Milano e Venezia». «C’è una grandissima voglia di viaggiare» dice Francesco Tapinassi, direttore di Toscana Promozione e direttore scientifico di BTO il più grande evento in Italia dove il turismo dialoga con l’innovazione. «La domanda per la Toscana è molto alta, con l’arrivo di inglesi e americani. È come se fossimo tornati agli anni 80, a un passato felice che è la speranza di tanti. Questa pandemia ha prodotto un minor sconfinamento, il rafforzamento del mercato domestico, l’Italia per gli italiani. Con un piccolo sforzo, in alcuni casi di tipo organizzativo, c’è stato uno sviluppo in località meno conosciute, un ampliamento delle destinazioni e un grande interesse per l’outdoor. Si è scoperto che si possono visitare delle aree nuove, magari in modo diverso, a piedi e in bici». Quella che si è ridotta, invece, è la booking windows, la prenotazione è molto vicina agli arrivi e la scarsità di preavviso a volte mette gli albergatori in difficoltà perché i flussi e le conferme arrivano tutti insieme. I tempi di prenotazione si sono accorciati anche per i viaggi a lungo raggio. «Dopo la pandemia è cambiato tutto a livello sia logistico sia mentale» spiega Pier Paolo di Nardò, che organizza viaggi tailor made e che quest’estate partirà con un gruppo per il Rajasthan (maldindia.it). «Ogni paese ha regole diverse, prima le prenotazioni si facevano anche otto mesi prima, ora i viaggi di agosto si decidono anche a giugno. Proprio perché bisogna essere sicuri sulle regole del Paese che si visita, è aumentato il numero di persone che si affida a uno specialista, a qualcuno che si sappia muovere nella fase della prenotazione, altrimenti anche questo diventa un lavoro». E poi c’è il metaturismo, vale a dire il metaverso applicato al turismo. «Potrebbe essere utile come preparazione al viaggio» precisa Tapinassi. «Faccio virtualmente una passeggiata per Roma e poi decido di andarci. Ma l’esperienza turistica è insostituibile».