Udine è una città di confine, senza dubbio fuori dai soliti circuiti del turismo, ma con una sua forte identità: un piccolo mondo capace di conquistare. «È raffinata, defilata e colta, ma non ama farlo sapere più di tanto» così la definisce il giornalista Paolo Medeossi nel libro La città che inizia per U (Bottega Errante). Insomma, un luogo che invita i viaggiatori alla scoperta di piazze e musei seguendo un ritmo lento con piacevoli soste nei caffè (turismofvg.it).
Dal Castello la vista arriva fino alle Alpi
Piazza Libertà con la Loggia del Lionello, il porticato di San Giovanni, la torre dell’Orologio, i leoni di San Marco: eccola l’anima di Udine, una città che a partire dal 1420, e per quasi quattro secoli, è stata dominata dalla Repubblica di Venezia. Lo si può vedere bene dalle architetture, dai palazzi nobiliari, dai dettagli di stile gotico-veneziano che risalgono al periodo della Serenissima e che, proprio in piazza Libertà, risplendono in tutta la loro bellezza.
Da questo slargo monumentale, attraversando l’Arco Bollani di mano palladiana e costeggiando la Loggia del Lippomano, si raggiunge la chiesa di Santa Maria del Castello con il suo angelo dorato. È questo il luogo ideale per ammirare, nelle giornate terse, lo spettacolo delle Alpi Carniche e Giulie. Poi, scendendo dal colle, si arriva al cuore del centro medievale, passeggiando lungo via Mercato Vecchio, con i suoi edifici signorili, e fino al quartiere universitario, dove spiccano le dimore storiche come Palazzo Antonini, disegnato dal Palladio.
Atmosfera bohémienne nel quartiere dell’università
«Questa è sicuramente una città a misura d’uomo» dice Marco Vertovec, libraio ed editore, fondatore della Libreria Odòs, in vicolo della Banca, un piccolo scrigno di guide e libri di viaggio originali. Lo dimostra il centro storico, che invita a camminare e ad assaporare con calma i luoghi, per esempio piazza Matteotti, il salotto cittadino. Qui è bello sedersi al tavolino di un bar per gustare un taj di Malvasia o di Friulano dell’azienda del Collio Ronco dei Tassi. «Gli abitanti di Udine hanno bisogno di sentirsi rassicurati e scelgono simboli, modi di riunirsi, passioni comuni e identitarie» racconta il giornalista Medeossi. «Tra questi il tajut, ossia il “taglio”, un’unità di misura riferita al vino, accompagnato da tartine e grissini con il prosciutto crudo».
L’università, da sempre forte punto di aggregazione e di svolta per la città, non è lontana. «Il fatto che una realtà così piccola sia riuscita in pochi decenni a creare un ateneo di ampio respiro è eccezionale» ricorda Marco Vertovec. «Un tempo Udine era famosa più che altro per l’Udinese e perché vi venivano spediti i militari a fare la leva. Ma ha saputo cambiare pelle, trasformandosi da grande caserma a grande università». Un unicum se si pensa che l’attività dell’ateneo è stata voluta dal popolo friulano dopo il sisma del ’76 per scommettere sul proprio futuro partendo dai giovani. Un circolo virtuoso che, proprio nel quartiere dell’università, si sposa al fascino delle rogge. «Sono parte fondamentale della vita cittadina» prosegue il libraio. «Intorno si sono sviluppati i primi opifici e le rogge regalano l’illusione di vivere in una città d’acqua». La libreria si trova in uno degli scorci più belli della zona e intorno si è creato un piccolo borgo di artigiani e di attività sociali. Un angolo bohémien che affascina i visitatori.
Dal Settecento agli artisti dei giorni nostri
Arrivati a Udine, oltre ai monumenti e alle piazze, si deve dedicare tempo al suo patrimonio artistico. Il tour non può che iniziare dal Tiepolo, il pittore e incisore veneziano che qui lavorò nella prima metà del Settecento. «Le sue opere sono sparse per la città: in Duomo, al palazzo dell’Arcivescovo, nell’oratorio della Purità, al Castello» dice Elena Commessatti, giornalista, autrice di guide e dei romanzi che hanno per protagonista l’investigatrice udinese Agata Est. «Da non perdere le Gallerie del Tiepolo al Museo Diocesano. I colori colpiscono subito il visitatore. Quando l’artista arrivò qui disse di non aver mai visto un cielo così blu».
Nella casa del mecenate Dante Cavazzini, invece, ha sede il Museo di arte moderna e contemporanea: 4.000 opere tra quadri, sculture e capolavori da De Chirico a Carrà a De Koonig (civicimuseiudine.it). Chi è interessato alla fotografia, infine, può andare alla Galleria, che si trova nello storico edificio liberty noto come ex mercato del pesce. È intitolata alla fotografa Tina Modotti, diventata poi famosa in tutto il mondo, che nacque nel 1896 a Udine e nel 1913 si trasferì con la numerosa famiglia a San Francisco. Una vita breve la sua (morì a 46 anni) ma avventurosa, che la vide protagonista (partecipò anche alla Guerra civile spagnola) negli Stati Uniti e nell’amato Messico, all’epoca rifugio di tanti intellettuali. Altri luoghi, lontani da quel cielo blu che si vede qui nelle giornate più terse.
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Come organizzare un viaggio a Udine
Come arrivare a Udine
In auto si percorrono le autostrade A4 Torino-Trieste, la A23 Palmanova-Udine-Tarvisio e la A28 Portogruaro-Conegliano. In aereo l’aeroporto è il Friuli Venezia Giulia a 40 km dalla città.
L’albergo
→ In centro, nell’edificio dove nacque il pittore Giovanni da Udine, c’è Al Vecchio Tram, (da 99 euro la doppia, hotelvecchiotram.com).
I sapori gourmand
→ L’osteria Al Cappello, in un palazzo del Cinquecento, è molto amata dagli udinesi per taglieri e frittate. C’è anche la locanda (osteriaalcappello.it).
→ Contarena, in via Cavour 1, è il perfetto caffè con decorazioni Art Nouveau.
→ Alla Trattoria ai Frati si servono le specialità tipiche friulane (piazzetta Antonini 5).
→ Per un tajut con cicchetti,
si va all’Osteria Alle Volte
(via Mercerie 6).
Gli appuntamenti
→ “Semplicità complessa” è il fil rouge dell’Udine Design Week (fino al 10 maggio, udinedesignweek.it).
→ Dal 24 giugno al 2 luglio si tiene il Far East Film Festival: il meglio del cinema asiatico (fareastfilm.com).
→ Dal 12 giugno al 12 settembre c’è la mostra dedicata a Giovanni da Udine al Castello-Gallerie d’Arte Antica.
→ Scegli la tua meta
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