I sentieri vista montagne li assicura il parco nazionale dello Stelvio, le storie di antichi insediamenti sono raccontate dagli affreschi nelle chiese, i piatti tipici conquistano perché preparati con i prodotti delle terre dei masi. Ma la Val Venosta ha anche altre caratteristiche che la rendono unica. Prima di tutto qui, oltre alle mele, si coltivano le fragole e la pera Pala, un’antica varietà quasi scomparsa dal mercato. Poi, ci sono tanti percorsi poco conosciuti che regalano passeggiate in solitaria anche in periodi di alta stagione. Infine, la natura incontaminata dà la possibilità a cervi e camosci di girare indisturbati e ad aquile reali e gipeti di fare il nido. Una vacanza in questo angolo di Alto Adige mette d’accordo sportivi, cercatori di ossigeno e buongustai.
Cammini dove crescono i cirmoli
Nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, la Val Martello fa parte della Val Venosta e sale dagli 800 metri di Laces ai 3.670 del Monte Cevedale. Dalle strade di fondovalle si diramano i tracciati che entrano nel bosco e raggiungono i punti più spettacolari. Il sentiero numero 8 parte dal parcheggio dell’Alta Val Martello e ti porta, in pochi passi, in un bosco di abeti bianchi, larici e cirmoli, i pini cembri in grado di crescere fino a 2.200 metri e con il freddo. La prima sensazione è quella di ricominciare a respirare: il legno di cirmolo ha un profumo inconfondibile e rilassante. I falegnami lo usano per costruire letti e rivestimenti per le pareti di casa perché ha la capacità di regalare benessere, abbassare i battiti del cuore, far recuperare le energie.
Tutti effetti che puoi sperimentare percorrendo questi sentieri vista Cima Rossa e Ortles, la vetta più alta della regione. Qui tra gli alberi e i cespugli di ginepro puoi avvistare stambecchi e caprioli (a inizio ottobre si organizzano escursioni per sentire il bramito del cervo) prima di raggiungere la malga Lyfi dove Sabrina prepara ottimi formaggi e serve canderli di spinaci e girelle ripiene di panna e fragole (lyfialm.it).
Sulla via del ritorno c’è la vera sorpresa: aguzzando la vista sulle pareti di roccia tagliate da alte cascate (e con l’aiuto dei ranger che qui organizzano uscite) è possibile avvistare il nido di una coppia di gipeti con i piccoli. Con un binocolo potrai distinguere i colori di questi avvoltoi dal capo bianco, il petto ruggine e il corpo nero, e con un po’ di fortuna potrai vederli volare sopra la tua testa: hanno un’apertura alare che arriva a 3 metri.
Hai più giorni a disposizione e cerchi altri sentieri? Il percorso circolare n. 15 porta al punto panoramico Suachbichl, dove puoi vedere le Cime Gioveretto e Venezia, e passa dal maso Stallwies (stallwies.com) che è stato costruito nel Trecento e coltiva il campo di grano più alto d’Europa a 1.953 metri. Il sentiero gola Plima passa dall’hotel Paradiso, albergo progettato da Giò Ponti, sede di una scuola di spionaggio fascista ora abbandonato, e ti regala l’emozione di camminare su un ponte tibetano ipermoderno o di guardare un canyon da un belvedere sospeso nel vuoto (suedtirol.info).
Le specialità gourmet
Con poco più di 900 abitanti Glorenza potrebbe sembrare il classico pugno di case medioevali circondato da spesse mura, in realtà riserva sorprese. Dal susseguirsi di arcate bianche che offrono prospettive inedite, alle torri possenti sotto cui scorre l’Adige, alle panchine di legno circondate dai tralci di vite ogni angolo merita uno sguardo. La torre della chiesa sopra il fiume ospita la mostra permanente dedicata al disegnatore Paul Flora, nato qui nel 1922 e firma delle vignette del quotidiano tedesco Die Zeit, del Times e dell’Observer. Il caricaturista si descriveva come un “pantofolaio tirolese” ma creava strisce che trasformavano in burattini i reggenti del mondo. Vista la mostra, pochi passi più in là c’è un altro luogo che merita una visita.
L’albergo e ristorante Flurin nasconde un’anima moderna all’interno di una costruzione medioevale. Lo chef Thomas Ortler ha fatto esperienza e Berlino e Vienna e ora, a 27 anni, reinterpreta i piatti regionali della tradizione in chiave creativa e sostenibile, il che vuol dire che ogni materia prima viene utilizzata interamente e quello che per altri è “scarto” nei suoi piatti diventa “risorsa”. Da non perdere i cappelletti con ricotta di bufala, ortica e aglio nero e l’agnello della Val Venosta con ceci, harissa e coriandolo (flurin.it).
Le favole che fanno felici i bambini
In Val Venosta ogni cima e ogni strada evocano una leggenda. A raccontarle ci pensa Marzia Poli che accompagna in visite guidate organizzate dall’ufficio turistico (tel. 0473831190, www.altaveno sta-vacanze.it). Sotto un enorme pioppo nero nel centro di Malles i bambini impareranno la favola del tesoro ai piedi dell’imponente torre romana Fröhlich e scopriranno come mai l’orco del paese girava con la propria testa sotto il braccio. Il tour prosegue sulla collina di Tarces dove sono stati trovati insediamenti che risalgono all’età del Rame ma anche una spada celtica. Il luogo perfetto per ascoltare la storia del gigante Ortles e delle fate dei boschi.
Come arrivare in Val Venosta
Organizzati così
→ Per visitare la Val Martello e vedere il gipeto con le guide escursionistiche c’è il tour Tra animali selvatici nel Parco Nazionale dello Stelvio. Dura 4 ore e si tiene ogni giovedì fino al 14 ottobre e ogni venerdì fino al 27 agosto. Ci si trova alle 9.30 al centro visitatori Culturamartell (tel. 0473745027). Lì e all’ufficio turistico di Laces (via Principale 38a) si possono organizzare altre uscite in Val Venosta.
Dove dormire
→ Il motto dell’hotel Burgaunerhof è Tempo per me. Si traduce in una Spa vista cime, succhi di frutta e marmellate homemade, piatti sostenibili, regionali e stagionali e tanti consigli per le escursioni più belle (da 84 euro a testa in mezza pensione, burgaunerhof.com).
Qualche idea in più
→ Sul lago di Resia puoi fare uscite in kayak per vedere da vicino il campanile che spunta dall’acqua (da 35 euro, tel. 0473616742).
→ Il Castello di Castelbello sorge su uno sperone di roccia sulla sponda sinistra dell’Adige: le visite si tengono fino al 5 settembre (kastelbell-tschars.com).
→ Ogni giovedì mattina a Silandro c’è il mercato dei contadini (venosta.net).