Ho sempre odiato camminare. Troppa fatica senza adrenalina in cambio, troppo poca velocità, una noia insomma. Non avevo nemmeno un particolare interesse per la contemplazione della natura. Sono arrivato a 36 anni assolutamente immune al fascino di passeggiate ed escursioni. Poi, un’estate, stavo registrando il primo album in italiano a Torino e mi sono ritrovato con 10 giorni di intervallo da riempire in qualche modo. Mi sono detto: faccio una vacanza a piedi.
Ho scelto il percorso da La Verna ad Assisi, il cammino di Francesco. Com’è andata? Una tragedia! Sono partito in un agosto torrido, ho comprato degli scarponi alti caldissimi, ho infilato 5 pesanti libri nello zaino, ho programmato tappe di 50 km al giorno. Mi sono perso, mi sono ustionato e i miei piedi erano martoriati dalle vesciche.
Eppure oggi posso dire che è stata una delle esperienze più gloriose della mia vita. Ho scoperto che nel cammino c’è una solitudine produttiva che ti mette in ascolto di quello che hai dentro di te e di quello che c’è fuori. Il ritmo con cui procedi fa emergere in modo sano emozioni e pensieri, le tensioni si allentano, l’attività fisica e lo stare nella natura sono una medicina per il cervello e si impara a vivere le cose per quelle che sono senza preconcetti o ansie anticipatorie. Forse con il passare degli anni e dei secoli ce ne siamo dimenticati, tanto più in fretta quanto più velocemente si è mosso il treno del progresso. Ma sono certo che camminare nella natura sia per noi una condizione esistenziale, prima ancora che fisica.
Dopo quel primo viaggio sono arrivate tante altre esperienze: le escursioni sul sentiero Liguria, il cammino dei Briganti, alcuni trekking in montagna, la Via Francigena che racconto nel libro. Il bello di questo cammino non è legato solo ai paesaggi, alcuni tratti come il passo della Cisa o quello toscano sono splendidi, ma la vera magia è allungarlo il più possibile: più tempo ci stai e più ci metti del tuo. Sul percorso si scambiano esperienze con altri viaggiatori e con quelli che io definisco i “custodi”: persone che ci aiutano a conoscere meglio un luogo. A chi si prepara a un viaggio a piedi consiglio un po’ di rodaggio: camminare vicino a casa per provare le scarpe adatte per la stagione, investire in calze e zaino, portarsi una scorta di cerotti e nastro adesivo chirurgico, scegliere una buona colonna sonora. Nel libro ho inserito la mia: c’è la canzone che spingerà quando le gambe cedono, quella che farà commuovere davanti a un tramonto e quella che ascolteremo per ricordarci i momenti più belli.
Tips
- Per le tappe molto esposte al sole ci sono magliette con i filtri che bloccano i raggi Uva e Uvb e ti proteggono dal caldo eccessivo.
- Se vuoi dividere una vacanza a piedi con il tuo cane, su TripForDog.com trovi tante informazioni sulle vie dei cammini attrezzate per te e per lui.
- Se il percorso prevede tratti sterrati, scegli una scarpa a caviglia alta anche d’estate. Ti protegge da storte e distorsioni.
- E se camminassi a piedi scalzi? Il barefoot hiking si sta diffondendo. Se digiti andreabianchi.site trovi percorsi dalle Dolomiti alla Via Francigena.
Jack Jaselli, l’autore di questo articolo
A cura di Alessia Cogliati e Anna Scarano
Hanno collaborato Isabella Colombo, Marta Ghelma, Valeria Palieri, Anna Pugliese, Laura Sommariva