Il percorso: si parte da baita Ciampiè (1.826) sopra Pozza di Fassa (Tn), si sale al Passo San Nicolò (2.340) e si arriva ad Alba di Canazei (1.517). Sentieri 608, 613 e 648. La lunghezza: 9,7 km La durata: 5-6 ore Da non perdere: la vista sulla Marmolada e un piatto di polenta e funghi al rifugio Passo San Nicolò. Il sito utile: fassa.com
Se a una vacanza in montagna chiedi panorami mozzafiato e percorsi per tutte le gambe la Val di Fassa fa per te. Un bel sentiero è quello che ti porta al Passo San Nicolò̀, alle pendici del Col Ombert. Lasciata l’auto a Pozza di Fassa, in zona Soldanella Vidor, si prende un trenino aperto che porta alla baita Ciampiè. Lì si inizia a camminare in piano verso la valle, una delle più belle perché alterna prati verdi a ghiaioni e distese di larici. Quando si entra nel bosco la salita si fa impegnativa (ma è adatta anche ai bambini dai 7 anni), poi si sbuca su un sentiero pietroso che sembra finire nel nulla. Basta allungare il passo per scavallare e trovarsi di fronte lo spettacolo delle Dolomiti. Anche in alta stagione il pianoro non è mai affollato e si può fare una pausa relax sui prati prima di prendere il sentiero che scende ripido (e in alcuni tratti esposto e ostacolato dagli alberi caduti per la tempesta Vaia) fino al centro di Alba di Canazei. Oppure si può proseguire per il rifugio Contrin, nel cuore del massiccio della Marmolada.
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– Emilia Romagna Via dei Gessi
Il percorso: dal quartiere Ponticella di Bologna, prendi via Spipola e trovi il cartello Cai 817 che seguirai fino alle indicazioni per Settefonti. La lunghezza: 20 km La durata: 7 ore Da non perdere: la grotta della Spipola con le colate alabastrine (visite su prenotazione). I siti utili: enteparchi.bo.it, laviadeigessiedeicalanchi.it
A due passi da Bologna eccoti immersa in un paesaggio unico fatto di calanchi e anfiteatri di roccia bianca. È affascinante vedere come la città pian piano si trasforma nella natura che la circonda. Uno spettacolo che parte dal quartiere Ponticella, sulla via Spipola (cartello Cai 817), per raggiungere il Parco dei Gessi bolognesi e calanchi dell’Abbadessa. Il punto più suggestivo, nel tratto iniziale, è la Buca delle candele, un esempio di erosione con enormi colonne verticali. I sentieri e qualche salto impediscono l’accesso a bici e passeggini. Da qui segui le indicazioni per Montecalvo, dove ammirare le valli circostanti, e poi di nuovo giù fino alla spettacolare grotta del Farneto. Passi da Castel de Britti, un edificio ottocentesco e merlato, suggestivo per la sua posizione, e arrivi alla chiesetta di Sant’Andrea dove riposano le spoglie della Badessa Lucia, protagonista di tante leggende e ricordata nel nome del parco. Prima di arrivare a Settefonti, il sentiero vira verso Ciagnano e tu ti godi la vista spettacolare sui calanchi del Passo della Badessa.
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– Toscana Via Lauretana
Il percorso: da Arbia fino a Vescona (prima tappa), a Serre di Rapolano (seconda), a Sinalunga (terza), a Torrita (ultima tappa). Segui sempre le indicazioni Via Lauretana. La lunghezza: 65,4 km La durata: 4 giorni Da non perdere: la fattoria del Duecento La Fratta (alleva la chianina). Il sito utile: visittuscany.com
Nella zona delle crete senesi ti immergi in un paesaggio lunare, chilometri di colline dove l’argilla ha il colore bianco azzurro del ghiaccio e il silenzio fa il resto. Fuori dall’abitato di Arbia trovi lo sterrato: pochi minuti e stai camminando sui sentieri d’argilla. Togliti le scarpe e goditi la sensazione. Da Vescona, tappa del primo giorno di cammino, ti immergi nella campagna fino a Monte Sante Marie, un borgo con 1.300 anni di storia e una vista mozzafiato (qui Bertolucci ha girato Io ballo da sola e qui passa la storica corsa in bici Eroica). Fermati per una degustazione di olio e tartufi e poi prosegui fino all’affascinante borgo di Asciano (trovi le indicazioni sulle targhe devozionali incastonate sui muri, lungo la strada). A Serre di Rapolano, immergiti nell’atmosfera medioevale prima di ripartire per Sinalunga: sul tragitto fermati al castello di San Gimignanello per un’altra golosa degustazione. Torrita di Siena, infine, sarà una sorpresa: è un bellissimo villaggio fortificato, il baluardo difensivo dell’antica Repubblica di Siena.
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– Campania Sentiero degli Dei
Il percorso: da Pontone (dove arrivi in bus da Amalfi) ad Agerola (prima tappa). E poi a Positano (seconda tappa). Sentieri n. 325 e 301 seguendo le indicazioni per il Sentiero degli Dei. La lunghezza: 16,3 km La durata: 7 ore Da non perdere: i panini del pranzo al sacco con il fiordilatte di Agerola e la vista mozzafiato sulla Costiera. Il sito utile: incampania.com
Questa meta mette insieme mari e monti: prima cammini nel verde lungo i sentieri della valle della Ferriere e il Sentiero degli Dei, poi ti rilassi sulle spiagge della Costiera Amalfitana. Da Pontone prendi la mulattiera che ti immette nella valle delle Ferriere. Seguendola attraversi nove secoli di storia. Dalle ferriere medioevali, dove si producevano i chiodi per le imbarcazioni, alle cartiere della celebre carta di Amalfi, alimentate dai torrenti e dalle cascate che vedi ancora a fondovalle. Quei cespugli verde brillante che incontri lungo il cammino sono le rarissime felci Woodwardia radicans che risalgono addirittura al Cenozoico. Mare e panorami arrivano nella seconda tappa. Da Agerola il Sentiero degli Dei ti porta in leggera discesa fino in vista del borgo tutto case colorate e fiori di Positano, alle pendici del Monte Pertuso. Questo tratto, sebbene facile, non è adatto a chi soffre di vertigini perché ha molti tratti esposti e a strapiombo ma, proprio per questo motivo, super suggestivi. La Costiera, da qui, è tutta davanti ai tuoi occhi.
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– Sicilia Magna Via Francigena
Il percorso: a Palermo arrivi in nave da tanti porti italiani (prenota su traghettilines.it). Da Racalmuto (due ore in bus, cuffaro.info) vai a Joppolo (prima tappa) e ad Agrigento (seconda). La lunghezza: 37 km La durata: 2 giorni Da non perdere: la riserva del Macalube per vedere i vulcanelli di fango. Il sito utile: viefrancigenedisicilia.it
I cammini sulle antiche Francigene siciliane sono una novità: i sentieri sono stati riscoperti e segnalati di recente. Il più attrezzato è la Magna Via Francigena, 187 km di antichi collegamenti tra Palermo e Agrigento perfetti per conoscere l’isola più interna e meno celebrata. Il tratto che ti consigliamo parte da Racalmuto, la città di Leonardo Sciascia. Qui visiti la sua casa e il castello e ti incammini per la SP 74 verso Grotte, hot spot della street art siciliana. Le indicazioni ti portano alla Petra di Calathansuderj, scenografica rupe e sito archeologico preistorico. Salendo arrivi prima alle miniere di zolfo e sabbia di Comitini, raccontate da Giovanni Verga, poi ad Aragona, tipico borgo tutto case arroccate, chiese e maioliche. Dormi a Joppolo e visita il maestoso castello ducale. Da qui fino ad Agrigento è solo campagna, un po’ deserta, un po’ verde, come nei pressi del torrente Akragas che attraversi per proseguire sull’antica mulattiera. Arrivi sotto la rupe Atenea, attraversi il centro di Agrigento in direzione sud est ed ecco lo spettacolo della Valle dei Templi.
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– Sardegna Cammino di Santa Barbara
Il percorso: raggiungi Cagliari in traghetto (www.grimaldi-lines.com), da lì vai in treno a Iglesias. Il sentiero parte dal Monumento a Quintino Sella. Prima tappa fino a Nebida, poi Masua. Da lì si torna in bus a Iglesias (arstspa.info). La lunghezza: 30 km La durata: 2 giorni Da non perdere: il mare della Spiaggia di Masua. Il sito utile: sardegnaturismo.it
Mai pensato di camminare su giacimenti di piombo, zinco e argento? Il Sulcis ti aspetta. Nel vasto parco geominerario della parte sud orientale dell’isola, archeologia industriale e devozione si incontrano per rendere unico il cammino minerario di Santa Barbara. Ti proponiamo il tratto più suggestivo che va da Iglesias al mare con un trekking sulle rocce calcareo-dolomitiche più antiche d’Italia. Dalla città medioevale prendi un sentiero segnato da edicole, cappelle e santuari dedicati proprio a Santa Barbara, patrona dei minatori. Il tracciato ti porta fino a Nebida e al suo complesso di archeologia mineraria affacciato sul mare, Laveria Lamarmora, con le case degli operai, i vecchi pontili e i pozzi estrattivi. Atmosfere che ritrovi a Masua, a cui si aggiunge la vista sulle falesie calcaree. Qui Porto Flavia è opera di ingegneria mineraria unica perché costruita sulla scogliera. Un tunnel di 600 metri, scavato nella roccia, sbuca a metà di uno strapiombo con vista mozzafiato sul suggestivo faraglione chiamato Pan di Zucchero.
A cura di Alessia Cogliati e Anna Scarano Hanno collaborato Isabella Colombo, Marta Ghelma, Valeria Palieri, Anna Pugliese, Laura Sommariva