Come regalo per la laurea in pedagogia ho chiesto una bicicletta da corsa ai miei genitori. Fino ad allora avevo fatto solo escursioni in mountain bike con gli amici ma, complici i weekend liberi dallo studio, dopo gli anni dell’università ho potuto dedicarmi alla grande passione per le due ruote che sentivo dentro fin da bambina. Salire sulla bici da corsa mi ha cambiato la vita: ho fatto spazio nelle mie giornate per allenarmi, ho trovato un lavoro in tema, ho stretto amicizie con chi ama questo sport e ho iniziato a partecipare alle gare.
La mia palestra è il lago di Como dove vivo. Nella zona di Cernobbio ci sono percorsi stupendi e appena posso esco dal traffico per cercare le salite. La Val d’Intelvi mi piace tantissimo: la rampa che porta a Schignano è la mia preferita perché in un attimo (si fa per dire!) mi trovo immersa nella natura pur rimanendo vicina a casa: improvvisamente entro nel silenzio assoluto rotto solo dai versi degli animali al pascolo. In zona ci sono altre ciclabili molto belle, per esempio quella che da Menaggio segue il percorso della ex ferrovia e arriva a Croce di Menaggio.
Fuori dalla Lombardia, amo l’Emilia Romagna che, dalle parti di Cesenatico, ha strade in pianura e sali e scendi dove si allenava anche Pantani. In montagna, invece, consiglio il Passo di Pennes, in Alto Adige, che ti porta fino a 2.000 metri in un paesaggio lunare, e il passo di Monte Giovo, meno conosciuto ma bellissimo, accessibile a tanti grazie alle e-bike. La Sardegna ha percorsi spettacolari a picco sul mare e ora conto di organizzare un giro in Puglia.
A chi inizia dico che la pedalata assistita è un buon modo per raggiungere paesaggi anche impegnativi; a tutti consiglio di investire in un buon paio di calzoncini (l’imbottitura in gel del fondello fa la differenza), così come una maglietta che protegge dai raggi UV e un buon intimo (la canottiera salva la pedalata perché assorbe bene il sudore).
Una cosa a cui tengo tantissimo, poi, è la sicurezza. Qualche anno fa ho fatto un incidente a causa della distrazione di un automobilista e per fortuna mi è andata bene. Consiglio di essere sempre ben visibili, sulla bici ho montato luci anteriori e posteriori, ho un dispositivo che si connette al ciclocomputer e mi segnala le auto in arrivo e indosso sempre il casco. Per il resto: divertitevi!
Con la bici si vedono cose che in auto passano inosservate. Ogni particolare salta all’occhio e il paesaggio colpisce i cinque sensi con odori, colori, sensazioni. Ho appena avuto una bambina e non vedo l’ora di portarla con me a pedalare, prima nel carrellino, poi sul seggiolino e poi una accanto all’altra.
Tips
- Oltre alle app sul cellulare porta una cartina fisica. Ti fa vedere il tragitto nell’insieme e ti permette di calcolare i dislivelli.
- Per evitare forature scegli pneumatici tubeless, cioè senza camera d’aria. Ma non caricare troppo la bici perché tendono a perdere pressione e devono essere rigonfiati spesso.
- I guantini da ciclista assorbono il sudore nelle giornate calde e attutiscono le asperità del terreno sui tratti sterrati e in discesa.
- Dimentica zaini e marsupi, il peso lo devi far portare alla bicicletta. Sono l’ideale le borse tubolari e impermeabili da agganciare al telaio.
Francesca Giani, l’autrice di questo articolo
A cura di Alessia Cogliati e Anna Scarano
Hanno collaborato Isabella Colombo, Marta Ghelma, Valeria Palieri, Anna Pugliese, Laura Sommariva