Non ero una camperista fino a qualche anno fa. La premessa è necessaria perché molti lo sono di generazione in generazione. A me è successo di diventarlo con Simone, che camperista lo è da tempo. Ho iniziato viaggiando per piacere in lungo e in largo per l’Italia, ma la svolta è arrivata in Australia, la patria dei viaggi on the road, che praticano in tanti anche su mezzi molto ruspanti. A volte sono dei furgoncini sistemati dai proprietari: lì si muovono in un Paese molto sicuro e attrezzato, dove è facile fare free camping in posti molto belli e, spesso, con bagni pubblici. I sei mesi in giro per l’Australia, da Sidney e ritorno, dopo avere attraversato il Nord Est e il deserto, sono stati il mio battesimo da camperista ed è proprio da quel viaggio che io e Simone abbiamo trasformato il girare in camper in un lavoro.
È il momento del risveglio quello più magico delle giornate trascorse così. E alcuni per me sono indimenticabili, con viste mozzafiato come la scogliera di Santa Caterina di Pittinuri a Oristano e la spiaggia della Torretta a Taranto. In Umbria, a Castelluccio di Norcia, nel cuore dei monti Sibillini, ho tirato su la tapparellina e ho visto la meravigliosa fioritura della lenticchia. È importante, quando ci si sposta in camper e, soprattutto, se si va lontano, informarsi sulle aree di sosta. Con l’app Camper Infinity trovi descritte quelle italiane, con suggerimenti tecnici e video tutorial utilissimi per i principianti alle prese con lo smaltimento dei rifiuti e l’utilizzo dell’impianto elettrico. Quello che raccomando sempre è di portare con sé una batteria di scorta, nel caso in cui capiti di rimanere senza energia. Nel camper lo spazio è davvero poco, ma io mi sento a casa come in un piccolo nido, in una dimensione molto intima e, soprattutto, in un’immersione totale nel paesaggio e nel contesto in cui ci si sposta. Il senso di libertà di questo modo di viaggiare è impagabile. Il bello è che puoi sempre improvvisare e se giri fuori stagione ti porti a casa emozioni ancora più belle. L’ho fatto per 28 puntate in 28 città italiane tutte diverse! Il mio pensiero torna spesso a certi momenti semplici ma assaporati fino in fondo. E quando dico così intendo quel piatto di spaghetti che ho preparato a due passi dalla spiaggia e dalle onde e che non dimenticherò mai.
Un viaggio in camper ti fa sentire indipendente, e poi è stimolante: ti spinge a trovare sempre delle alternative. Io, per esempio, ho i capelli ricci e abbastanza lunghi, ma non posso usare tanto il phon sul camper, altrimenti consumo troppa energia. Ho scoperto che, per asciugare i capelli, sono perfetti anche i bocchettoni dell’aria calda. In più, non sono mai stata brava a fare le valigie, ma viaggiando così ho imparato a portare con me solo l’essenziale. E anche a non sprecare acqua, visto che il serbatorio non ne contiene tanta e devi riempirlo durante il viaggio. Tanti incontri mi sono rimasti nel cuore. Ricordo che in Sardegna ci siamo avvicinati a un furgone simile al nostro: era di una coppia di tedeschi e, uno dopo l’altro, dal camper sono scesi tre bambini e un cane. Ricordo i loro sguardi e i loro sorrisi. Erano tutti felicissimi!
Tips
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- Se vuoi caricare una o più bike sul portabici del camper, scegli i modelli pieghevoli in fibra di carbonio, che sono più pratici e leggeri (circa 13 kg).
Anna Luciani, l’autrice di questo articolo
A cura di Alessia Cogliati e Anna Scarano
Hanno collaborato Isabella Colombo, Marta Ghelma, Valeria Palieri, Anna Pugliese, Laura Sommariva