In primavera tra Pirano e Portorose, un viaggio perfetto. Poco meno di 50 chilometri (46,6 per la precisione) è il tratto di Istria Slovena affacciato sul mare, dal confine italiano alla frontiera con la Croazia, passando per Capodistria, Isola e le reginette turistiche della costa: Pirano con la frazione di Portorose. Queste due località, affollate in estate, sono splendide in primavera, quando il clima mite invita a lunghe passeggiate sul mare. O a una fuga nel verde delle colline allungate a un passo dal litorale, ricamate di vigneti e di ulivi, con viste da cartolina sulla costa e il Golfo di Trieste.

Pirano e Portorose: la Slovenia dove tutti parlano italiano

L’Italia è vicina, appena mezz’ora di macchina da Trieste. Ma a farti sentire a casa, oltre alla prossimità geografica, c’è anche la lingua, perché in questo angolo di Istria parlano tutti italiano: lo studiano fin dalla prima elementare, per effetto del bilinguismo. Ci sono tracce italiane anche nelle architetture dei palazzi storici di Pirano, memorie del dominio veneziano durato 500 anni. La frazione di Portorose, invece, è moderna: una Cesenatico sul versante opposto dell’Adriatico, con un bellissimo lungomare dove fare jogging o prendere il sole nei lidi attrezzati. Viaggiare in primavera tra Pirano e Portrose permette di scoprire angoli inaspettati.

Cosa fare a Pirano e Portorose

Viaggiare in primavera tra Pireano e Portrose
Pexels foto di Marton Novak

Dalla Marina, l’unica della costa slovena, ai vecchi Magazzini del Sale trasformati in suggestivi spazi per mostre, sono 2,5 chilometri di passeggiata incorniciata da prati ben curati, spiagge di sabbia chiara e pontili in legno dove passeggiano i gabbiani. Sul lungomare sfilano anche l’elegante Kempinsky Palace Hotel, inaugurato nel 1910 per le vacanze al sole dell’aristocrazia austro-ungarica, e gli alberghi del gruppo LifeClass, con le piscine d’acqua marina e i centri di talassoterapia. Qui le terme non sono una moda, ma hanno origini antiche che risalgono ai tempi dei Romani.

Viaggiare in primavera tra pPirano e Portrose

La rosa floribunda simbolo di Portorož

La cittadina però nel nome ricorda altro, una chiesetta del XIII secolo che non esiste più, quella di Santa Maria delle Rose, e poi un fiore che è diventato il simbolo ufficiale della località. Nata nel 2012, la rosa floribunda di Portorož è un bellissimo ibrido di giallo, arancione e rosa pallido. A lei è dedicato anche un festival, Rose & Rosé, che ogni anno a maggio (la data del 2025 non c’è ancora) celebra le fioriture nei giardini, insieme a degustazioni di vini rosati, fermi e spumanti, delle migliori cantine della Primorska, il litorale sloveno.

Viaggiare in primavera tra Pirano e Portrose
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A Pirano si cammina nei vicoli con case color pastello

A un passo da Portorose, Pirano è un borgo-cartolina che ti rapisce fin dal primo sguardo. In paese le macchine non circolano, così si può camminare in pace nel dedalo di vicoli raccolti attorno alla piazza, di forma ellittica, dedicata al compositore Giuseppe Tartini. L’abbracciano una cornice di palazzi color pastello, la chiesetta neoclassica di San Pietro, la casa natale di Tartini e due piloni portabandiera: uno raffigura San Giorgio a cavallo, patrono di Pirano, l’altro il Leone alato di San Marco, in ricordo della Serenissima che qui ha regnato fino al 1797.

La Casa Veneziana e le botteghe d’artista

L’edificio più bello, la Casa Veneziana con le bifore chiare e i muri rosa pallido, ospita un negozio di specialità slovene e il B&B Benecanka, due camere e un salottino trasformato in negozio di bric-à-brac (benecanka.si). L’ingresso non è sulla piazza ma sul retro, nel vicolo che vale la pena percorrere per una decina di metri fino alla Nika’s Tiny House, il negozio-atelier dove l’artista Nika Stegel crea bellissime casette colorate con i pezzi di legno raccolti sulla spiaggia dopo le mareggiate. «Ho disegnato sulla parete una mappa del mondo, dipingendo di verde i Paesi nei quali i turisti le hanno portate», racconta. Un altro bel laboratorio è l’Atelje Duka (ateljeduka.com), dove Jerneja Šorel porta avanti l’arte della ceramica appresa dalla mamma e affinata alla scuola di mosaico a Spilimbergo. È a metà strada fra il Ghetto ebraico e la Chiesa di San Giorgio, che dall’alto di una collina regala una vista strepitosa su Piazza Tartini, sulle mura che abbracciano la città e sul mare, fino a Trieste. Vale la pena di visitarla, dentro è un tripudio di decorazioni e il suo campanile è la copia perfetta, solo un po’ più piccola, di quello veneziano di San Marco.

In primavera tra Pirano e Portrose tra fattorie didattiche, il Parco delle Saline e talassoterapia

Non c’è ristorante a Pirano o Portorose che non riporti orgogliosamente il logo di Fonda nel menu (fonda.si): è quello dell’allevamento ittico più sostenibile di questo lato di Mediterraneo, e lo si può visitare a bordo di barche dal fondo piatto in compagnia di Irena Fonda, proprietaria e biologa marina. «Siamo una “fattoria” didattica: con le visite vogliamo far comprendere ai turisti cosa significa allevare il pesce in senso etico» racconta. Dall’allevamento, costeggiando un labirinto di canali, si arriva al Parco Naturale delle Saline di Sicciole: un mosaico di terra e acqua che rende omaggio all’antica arte della raccolta del sale, da 700 anni praticata con le stesse modalità, a mano e in modo naturale. Si cammina fra le vasche ricoperte di salgemma, si entra nello shop e nel museo, poi ci si rilassa nella Spa Lepa Vida, un centro di talassoterapia en plein air, con la piscina e le casette per i trattamenti a base di acqua madre e fango salino. Aprono a metà primavera, nel mese di maggio, ma per una remise en forme nel bel mezzo di una salina, vale la pena aspettare (thalasso-lepavida.si/it).

Viaggiare in primavera tra Pirano e Portrose
Foto Jaka Ivančič

Informazioni utili

Come arrivare

A mezz’ora da Trieste, Pirano e Portorose si raggiungono facilmente in auto. Per chi preferisce il treno, molti alberghi organizzano il transfer dalla stazione di Trieste.

Dove dormire

A Portorose, il Kempinski Palace Hotel è un’istituzione più che un hotel: un cinque stelle sul lungomare, con un’ala storica nel palazzo del 1910 e una contemporanea, tutta in vetro. La colazione a buffet nella Sala dei Cristalli è il modo migliore per cominciare la giornata (a partire da 170 euro la doppia, kempinski.com). A Pirano, invece, dall’Hotel Piran fai cinque passi e sei al mare. Ma l’Adriatico lo vedi anche dalle camere di questo hotel storico (1913), rinnovato internamente ma con la facciata Liberty di un secolo fa (doppia da 101 euro, hotel-piran.si).

Dove mangiare

La trattoria Na Burji, a Nova Vas, è una locanda d’altri tempi sulle colline sopra Portorose. In estate si mangia anche all’aperto, in inverno c’è il camino sempre acceso, e in cucina la chef-patron Oriella Medoš crea piatti all’insegna della tradizione che cambiano tutti i giorni (facebook.com/burjakozina). COB, a Portorose, è il ristorante stellato Michelin dove il giovane chef Filip Matjaž porta in tavola la sua filosofia di cucina alternativa che dà il nome al locale: “Cooking Outside the Box” (cob.si).

Per info: www.portoroz.si/it/home