«Signor avvocato, venga, che qui sembra che mi taglino a metà la proprietà». La frase di Dario C., cittadino goriziano, è quanto di più eloquente ci possa essere per raccontare cos’erano una volta Gorizia e Nova Gorica: due città di confine, divise da una frontiera tracciata a tavolino – la famosa linea bianca disegnata per terra con la calce – per stabilire dove finiva l’Italia e dove cominciava la Slovenia sotto la Jugoslavia di Tito. A distanza di quasi ottant’anni, il ricordo di quella barriera si è rivelato un’occasione straordinaria di rinascita: «Per noi le differenze culturali e nazionali non rappresentano un limite ma una risorsa, ed è con questo spirito che siamo diventati la prima Capitale europea della cultura transfrontaliera della storia» spiega Romina Kocina, direttrice di Gect GO, l’ente che ha curato il programma culturale della kermesse.

Gorizia, prima Capitale della cultura transfrontaliera

Quella linea bianca, ormai scomparsa, ha lasciato una piccola traccia di sé in piazza Transalpina. Una spianata elegante davanti alla bella stazione ferroviaria in stile Belle Epoque, con una targa proprio al centro, instagrammatissima, a indicare il punto preciso del passaggio da un Paese all’altro. «I principali progetti di Go! 2025 si trovano in quella piazza un tempo divisa a metà: dall’Epic, uno spazio partecipativo che una volta ultimato racconterà le storie e i ricordi personali degli abitanti del goriziano, a Super 8, l’osmiza (il tipico punto di ristoro, ndr) destinata alle tradizioni culinarie di entrambe le culture» continua Romina.

GO! 2025: Nova Gorica e Gorizia, capitale europea della cultura transfrontaliera 2025. Ph. Giovanni Tagini

Parte da piazza Transalpina anche il parco lineare ciclopedonale transfrontaliero, work in progress, diretto verso la nuova, scintillante passerella sospesa sul fiume Isonzo. Lì si fa il pieno di natura e si respira la storia, fra sentieri immersi nel bosco affacciati sul ponte in pietra a un’unica arcata più grande del mondo, mentre dall’alto di una collina brilla la silhouette bianca del Monastero di Castagnevizza, da visitare per la biblioteca e la cripta dove riposa il re di Francia Carlo X.

Gorizia e Nova Gorica, unica capitale europea

Poche curve ed ecco le architetture di Nova Gorica, simbolo della città socialista creata dal nulla dopo la guerra: stridono un po’ rispetto alle poetiche atmosfere medievali e rinascimentali della Gorizia italiana. Ma è l’unico, tangibile segno di diversità (insieme alla lingua). «Un tempo per passare da una parte all’altra ci voleva la prepustnica, il lasciapassare. Oggi a dividere Gorizia da Nova Gorica ci sono solo i binari della ferrovia» racconta la guida turistica Evelin Bizjak, slovena di discendenza italiana. Con spirito borderless si beve un caffè nei bar con dehor di piazza Vittoria, in Italia, come ai tavolini pieni di libri del Maks, un bar-libreria molto attivo nel cuore della città slovena: «Ospitiamo scrittori, concerti, eventi scientifici. E per GO! 2025 pubblichiamo una rivista in quattro lingue, con un tema diverso ogni mese: il prossimo sarà “pace e guerra”» racconta la responsabile Renata Lapanja.

La targa che indica la divisione tra Italia e Repubblica Slovena, nella piazza Transalpina a Nova Gorica. Ph. Giovanni Tagini

Storia e cultura di frontiera

Sono belle anche le storie custodite in due musei minuscoli a pochi metri di distanza l’uno dall’altro, quello del Contrabbando e quello del Lasciapassare (con i racconti di chi quell’esperienza l’ha vissuta in prima persona, come Dario C.), negli edifici che una volta ospitavano le dogane. Oggetti curiosi come la prepustnica piena di timbri, le scarpe con la doppia suola per nascondere i soldi da portare ai parenti rimasti dall’altra parte, i sacchi di caffè, considerati la merce più richiesta.

Nel castello di Kromberk, accanto a un’esposizione di pittori sloveni contemporanei, merita la mostra fotografica sulla nascita di Nova Gorica. Si trova appena fuori città, a un passo dal ristorante stellato DAM, dove lo chef patron Uroš Fakuc trasforma la tradizione in innovazione, in pieno spirito GO! 2025. «Sono nato nel Collio sloveno ma ho vissuto a lungo in Italia, infatti la mia è una cucina dell’equilibrio, con prodotti della Valle dell’Isonzo come dell’Adriatico. Un esempio? La seppia con uovo, tartufo e prosciutto della Valle del Vipava». Nella Valle del Vipava si va per visitare borghi-gioiello e cantine come quella di Ferjancic, a conduzione familiare, dove i tour fra i vigneti terminano con la degustazione dei bianchi freschi nati da uve cresciute su un terreno roccioso e ricco di minerali.

Cracking Art in piazza S. Antonio a Gorizia. Ph. Giovanni Tagini

La capitale dove tutto è a portata di passi

A Gorizia invece si fa la spesa al mercato coperto in stile liberty e nelle botteghe affacciate sulle vie piene di animali colorati: le lumache, i lupi, i conigli del collettivo artistico Cracking Art. Fuori dal programma di GO! 2025, ma comunque interessante, è la visita a Palazzo Lantieri, che la contessa Carolina Lantieri ha aperto all’ospitalità e all’arte contemporanea (strepitosa l’opera di Michelangelo Pistoletto sul soffitto del salone delle feste). In attesa che inaugurino il Museo della Grande Guerra a Borgo Castello, e quello della Moda e delle Arti Applicate nelle case Dornberg, Tasso e Formentini, con una collezione di abiti del Sette-Ottocento e capi Belle Epoque, ci sono le mostre a Palazzo Attems e al Museo di Santa Chiara.

Tutto vicino, a portata di passi. Così rimane un po’ di tempo per sbirciare nelle vetrine e fare incetta di indirizzi preziosi, come lo showroom della Scuola dei Merletti di Gorizia, creati al tombolo con il punto Fiandra a tre paia (se chiedete, spiegano volentieri di cosa si tratta), o il pop-up Studio Terrae, pieno di vasi e oggetti in ceramica per la casa. Rimarrà aperto un anno, fino alla fine di Capitale europea della cultura. Ma visto il successo le titolari, tutte donne, stanno già pensando di renderlo permanente.

Gorizia e Nova Gorica, gli eventi da non perdere

Nova Gorica-Gorizia è la prima Capitale europea della cultura transfrontaliera, e gli eventi coprono le regioni di entrambi i Paesi. Fra i più interessanti: la mostra Andy Warhol. Beyond Borders a Palazzo Attems Petzenstein e quella Ungaretti poeta e soldato, curata da Marco Goldin al Museo di Santa Chiara (entrambe fino al 4 maggio). Altri must sono il Tour del Contrabbando, la Marcia per l’Europa (1-9 maggio), la kermesse gastronomica Gusti di Frontiera (26-29 settembre). E i cinque giorni di cerimonia di festa di chiusura, a dicembre. Per il programma completo: www.go2025.eu.

La mostra Andy Warhol. Beyond Borders a Palazzo Attems Petzenstein, a Gorizia. Ph. Giovanni Tagini

Weekend a Gorizia e Nova Gorica: info utili

Dove dormire

A Nova Gorica, sopra al ristorante stellato DAM, c’è un boutique hotel di nove camere dal gusto contemporaneo. Strepitosa la colazione, preparata dallo chef-patron Uroš Fakuc in persona (damhotel.si, doppia b&b da 170 euro). A Gorizia, invece, si dorme a casa della contessa, nel Palazzo Lantieri: due camere d’antan affacciate sul parco e tanti saloni da attraversare in punta di piedi (palazzo- lantieri.com/it, doppia b&b da 200 euro).

Dove mangiare

A Gorizia, La Chincaglieria Gastronomica è un locale giovane capitanato dalla bravissima Chiara Canzoneri: di sera ricette della tradizione, di giorno bar ed emporio di prodotti gastronomici. E volendo ci sono anche le camere per dormire (@chincaglieriagastronomica su IG). Goriziana è anche la trattoria Alla Luna, locale storico di cucina tradizionale. La proprietaria, Celestina Goljevscek, è una fonte inesauribile di racconti e ricordi dei tempi del confine (trattoriaallaluna.com).

Info

www.slovenia.info e www.turismofvg.it

La chef Chiara Canzoneri del ristorante goriziano La Chincaglieria Gastronomica. Ph. Giovanni Tagini