Ogni giorno veniamo bombardati da notizie terribili che riportano a casi di violenza sulle donne, sia di tipo fisico sia di valenza psicologica. Ma quello che possiamo vedere è soltanto la punta dell’iceberg: esiste, infatti, tutto un mondo sommerso fatto di omissioni, ingiustificati sensi di colpa, paura, stalking e minacce.
Chi ha figlie femmine è terrorizzato dall’idea che la propria bambina possa un giorno, vicino o lontano, restare vittima di una relazione sentimentale poco sana e pericolosa. Per imparare ad auto-proteggersi da questo tipo di rapporti, è importante costruire una certa solidità attorno alla propria persona: autostima, base culturale, una rete di relazioni sociali e familiari sane e presenti.
Costruire una sana autostima
Quando una bambina cresce sentendosi sempre sotto accusa o mal giudicata dai genitori (anche da uno solo, soprattutto se si tratta del padre), è molto più facile che rischi di cadere in una relazione sentimentale sbagliata e squilibrata.
Affamata d’amore e consapevole di “non valere”, questo tipo di personalità si affida spesso a un uomo che possa tenerla sotto controllo e capace persino di umiliarla. Risulta, dunque, fondamentale che sin da bambini ci si costruisca una sana autostima, con l‘aiuto dei genitori.
Uno studio recente dell‘Università del Sussex, ha dimostrato quanto possa influire il comportamento negativo di uno dei due genitori (di solito, quello “dominante”) sul livello di autostima presente e futura dei bambini. Un figlio non andrebbe mai giudicato in rapporto alla propria identità ma soltanto per le sue circoscritte azioni (per esempio, mai dire “sei sbagliata” ma “hai sbagliato in quel caso specifico”).
Dal complesso di Elettra alla connessione tra padri e figlie
Il complesso di Elettra è, sostanzialmente, il corrispettivo femminile del complesso di Edipo. Secondo il pensiero di Jung, la risoluzione positiva o negativa di tale complesso determina la modalità di ricerca del “principe azzurro” da parte della donna. Questa ricerca, che può diventare “fissazione”, è influenzata dal tipo di rapporto avuto con il padre sin dalla prima infanzia.
Un padre eccessivamente protettivo può diventare, in questo senso, deleterio quanto un papà psicologicamente o fisicamente assente. Il ruolo paterno rappresenta, infatti, un “imprinting” fondamentale nella vita della figlia. In questo senso, l‘esempio riveste una valenza importante: la figlia osserverà la relazione tra i suoi genitori, assistendo al modo in cui il papà si pone in rapporto con la mamma, alla capacità maschile di “bilanciare” il ruolo della madre sgravandolo anche da un carico eccessivo di compiti e responsabilità, alla modalità paterna di trasmettere l’affettività.
Il prof. Brotherson, studioso della North Dakota State University, sottolinea l’importanza del restare “in connessione” tra padri e figlie. Si tratta della capacità paterna di trasmettere fiducia e vicinanza emotiva tale da far sentire sicuri e al sicuro i propri figli. Più è elevato questo livello di connessione, più è facile che i figli abbiano relazioni adulte sane ed equilibrate.
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Fiducia nel proprio talento
Quante volte i genitori sottolineano l’importanza dello studio nella vita di un figlio…Spesso, il principale motivo a sostegno di questa affermazione-esortazione, è la correlazione tra titolo di studio conseguito e probabilità di trovare un’occupazione più o meno vicina alle diverse ambizioni e speranze dei figli.
Ma studiare, costruirsi una solida base culturale e assecondare i propri talenti, è fondamentale anche per diventare donne più forti e sicure della propria unicità. Coltivare passioni, porsi obiettivi, creare una rete di relazioni positive e stimolanti, aiuta a mantenersi lontane dai rapporti malsani, squilibrati e violenti.
I pericoli del mondo virtuale
Un aspetto a cui fare attenzione, nella crescita dei figli, è l’uso della tecnologia e soprattutto della rete. Il web, infatti, non va demonizzato poiché si tratta ormai della modalità dominante di informazione e interazione per preadolescenti e adolescenti.
Va invece comunicata l’importanza di un utilizzo selettivo del mezzo, per non correre il pericolo di abusarne o restare vittima di episodi di stalking, cyberbullismo o, in futuro, di relazioni ancora più pericolose.
Allo stesso modo, andrebbero incentivate attività sportive e amicizie “reali”, occasioni per esplorare il mondo direttamente e senza il pericoloso filtro della rete (che rende tutto apparentemente possibile e innocuo). Molto importante è mantenere sempre un dialogo aperto con la propria figlia, anche quando ciò significa conflitto e diversità di opinione: essere consapevoli di poter volare, con un nido accogliente a cui fare ritorno senza essere giudicate, è la base per poter crescere sicure, forti e senza “catene travestite da amore”.
Riuscire a essere genitori perfetti è quasi impossibile, e neppure è necessario. Ciò che più conta nell’educare un figlio sono l‘esempio e la capacità di mettersi in discussione, mantenendo però una buona dose di autorevolezza. I casi di cronaca rimandano di continuo ai temi del femminicidio e della violenza fisica o psicologica sulle donne. Chi ha figlie femmine cerca in ogni modo di difenderne il futuro, attraverso l’educazione che ritiene più giusta. Una donna che non è affamata d’amore, difficilmente accetta qualsiasi tipo di relazione pur di non rimanere sola, perché è sicura del proprio valore. E la costruzione dell’autostima inizia sin dalla prima infanzia.