Educare un bambino a riconoscere le sue emozioni costituisce una risorsa fondamentale anche per l’età adulta. Come reso noto dagli ultimi studi in materia, ascoltare favole e leggere libri ci aiuta a “metterci nei panni di” sviluppando la capacità di capire meglio gli altri e noi stessi. Insegna a tuo figlio a sviluppare senso critico e responsabilità verso le sue scelte fin da piccolo: un’educazione consapevole lo renderà più sicuro di sé, con effetti positivi sull’autostima.
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AMORE DI PELLE
Un neonato sente la nostra voce e, al di là della comprensione linguistica, che arriverà in seguito, ascolta i suoni, percepisce la variazione dei toni e prende informazioni sul mondo che lo circonda attraverso il contatto epidermico. Quando abbracciamo un bambino i suoni che emettiamo e il respiro si fondono in una vibrazione che trasforma il nostro corpo in una cassa armonica in grado di esprimere emozione. Attraverso le variazioni degli ormoni e il battito cardiaco il feto impara a fluttuare fra sensazioni diverse. Già a 10 mesi i bambini mostrano di essere in grado di reagire alle emozioni espresse dalle persone intorno: riflettono la gioia che vedono sul volto degli adulti, si preoccupano quando noi ci preoccupiamo. Martin Hoffman ha chiamato questo momento empatia globale: accade durante il primo anno di vita, quando i bambini si identificano con le emozioni mostrate dagli altri.
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IL VALORE DELL’ESEMPIO
Hai mai notato che i bambini sono estremamente attenti e ricettivi agli altri? È facile sorprendersi di fronte a un bambino che ci porge un oggetto o asciuga una nostra lacrima. Secondo Martin Hoffman, che definisce quattro livelli di sviluppo dell’empatia, dal secondo anno di vita il bambino tenta di dare aiuto, così come desidera riceverlo. A partire dal terzo anno di vita appare un processo più complesso: la consapevolezza che le emozioni di un’altra persona non sempre sono uguali alle proprie, ma possono essere diverse. Si tratta di un momento fondamentale, perché in questa fase i piccoli iniziano a sperimentare i propri bisogni e… cercano di adeguarsi a quelli degli altri. A volte non è così facile, lo dimostrano gli scoppi di rabbia e frustrazione che essi provano, e che noi spesso classifichiamo come semplici capricci. Un bambino non sa come esprimere ciò che sente a livello verbale, ecco perché è importante osservare i messaggi del suo corpo e, lentamente, aiutarlo a contattare le sue emozioni.
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METTERSI NEI PANNI DEGLI ALTRI
La bocca della verità: i bambini qualche volta ci lasciano nel completo imbarazzo, perché esprimono ciò che pensano senza filtri. Ha appena detto una cosa antipatica a qualcuno? Sgridarlo davanti a tutti lo umilia e non permette a un bambino di capire davvero. Prendilo da parte, ritaglia un momento di privacy tutto vostro. Essere empatici significa… mettersi nei panni dell’altro. Come ti sentiresti se qualcuno dicesse questo a te? Questa domanda è fondamentale, perché aiuta un bambino a collegarsi con le sue emozioni e, gradualmente, coltivare maggior sensibilità rispetto allo stato d’animo degli altri, dai compagni di scuola agli adulti. La comunicazione è importante: guarda un bambino negli occhi e usa un tono di voce basso e autorevole. Quando i bambini sono più grandi il racconto di favole e la lettura diventano strumenti importanti per lo sviluppo dell’empatia. Da un’indagine effettuata presso l’Università di Oxford è emerso che i libri coinvolgono mente e cuore, aumentano la capacità di leggere le emozioni, creando un canale fra noi e gli altri.
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APRI UN CANALE COMUNICATIVO
Farsi consolare da un bambino, anche se adolescente, è un peso troppo gravoso per un figlio, ma questo non significa che un genitore debba mostrarsi sempre tutto d’un pezzo. Al contrario, nascondere le proprie incrinature e vulnerabilità, magari per preservare i ragazzi da un dolore, può creare una maschera che rischia di trasformare il dialogo in un silenzio pericoloso. Soprattutto da adolescenti subentra la voglia di conoscere i genitori al di là del ruolo, come persone: è un bisogno naturale dell’età. Più un bambino diventa grande, maggiore sarà la sua curiosità a scoprirti anche in questo senso. Dare a un figlio la possibilità di conoscerti è un dono. Gli errori fatti non fanno diminuire la stima che un bambino prova verso chi ama. Tutti commettiamo sbagli. La vera sfida è condividere ciò che ha creato la tua esperienza di vita. Quando chi amiamo ci spiega, con umiltà e pacatezza, il motivo per cui sta cercando di consigliarci, o farci desistere, da una certa decisione, allora anche il nostro comportamento diventa più consapevole, perché smettiamo di fare i ribelli e iniziamo a chiederci che cosa può renderci davvero felici. Da piccoli e… anche da adulti.