I genitori possono essere divisi in due grandi categorie: i fortunati e privilegiati genitori di bambini che godono di un magnifico sonno no-stop, per dieci, undici o più ore a notte, e quelli che invece si strappano i capelli, quelli che dichiarano di averle provate tutte pur di far dormire i loro bambini ma … non ci sono riusciti!
Continuano a passare orribili notti di veglia a causa dei loro piccoli discendenti insonni che li stanno lentamente trasformando in dinosauri, stanchi ed esasperati.
Effettivamente, sul sonno dei bambini se ne sentono di tutti i colori.
Ci sono libri e manuali che contengono consigli di ogni genere. Pediatri, educatori o genitori: c’è chi assicura che i bambini possono essere educati al sonno a condizione di seguire regole rigide e severissime, come farli urlare fino a 15 minuti consecutivi senza intervenire (secondo me operazione impossibile per qualunque genitore “normo-sensibile”) e chi sostiene che nulla si può: se il destino ti ha mandato un figlio quasi insonne, resterà così finché non crescerà e tu sei destinato a vivere per almeno sei, sette anni dalla nascita del bambino (ma anche di più, perché no?) in un modo che rischia di condurti alla follia.
Forse però, la verità sta nel mezzo.
Il nostro esperto ci ha spiegato che i bambini hanno problemi differenti nelle varie fasi della vita ma un elemento li accomuna, dalla nascita fino quasi all’adolescenza: hanno tutti “paura” di addormentarsi e abbandonare la fase di veglia per quella del sonno. Chiaramente, questa paura è inconsapevole nei primissimi mesi e anni di vita ma poi si manifesta in vari modi (dalla richiesta – apparentemente impellente – di acqua nel bel mezzo della notte alle visite nel letto di mamma e papà).
Bene, i genitori hanno il compito tutt’altro che facile di educare i bambini al sonno. Come? Accompagnandoli. Accompagnandoli dalla fase di veglia a quella del sonno ristoratore, con una ninna nanna, con un rito della buona notte. Se si svegliano nel corso della notte, con dolcezza e fermezza ditegli che quello è il momento di dormire, non prendeteli in braccio, mai, ma cantategli una ninna nanna dall’uscio della porta o mettetegli una musica dolce. Piano, piano dolcemente, impareranno.