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I sintomi da tenere d'occhio per capire se gli sbalzi ormonali del puerperio si trasformano in una malattia
di Serena Sabella
06.05.2015
Il baby blues è una fase passeggera che capita alla maggioranza delle neomamme. Qualche consiglio per attraversarlo senza paura!
Gli studi scientifici dimostrano che in generale l’incidenza dei disturbi depressivi dopo il parto è piuttosto simile in tutti i paesi, ciò che cambia è l’evoluzione di tale fenomeno. Nelle culture dove la famiglia e l’ambiente circostante fanno tutto il possibile per sostenere e proteggere la coppia madre-bambino, per esempio assegnando alla puerpera il solo compito di stare con il neonato e dove l’allattamento al seno su richiesta è favorito al massimo, si nota una diminuzione drastica dei casi di infanticidio o dei casi, in generale, di depressione post partum cronicizzata.
E in Italia qual è l’incidenza della depressione post partum?
Purtroppo in Italia e nella nostra cultura, sia perché la maternità è vissuta come ostacolo per l’emancipazione e la carriera per la donna e sia per necessità economiche (per esempio la dispersione delle famiglie non consente a tutti di potersi permettere una baby sitter o una tata), il processo di adattamento alla nuova vita può rivelarsi più difficile accentuando i sintomi. È interessante anche notare che, secondo le levatrici con molta esperienza di parti fisiologici, baby blues e depressione post parto sono piuttosto rari dopo le nascite a domicilio avvalorando l’ipotesi di una correlazione fra l’eccessiva medicalizzazione di gravidanza e parto, e l’incidenza del baby blues e dei disturbi depressivi. Il parto infatti, è un processo fisiologico involontario, che produce (se non disturbato da agenti esterni) importanti scariche di endorfine, prolattina, ossitocina, ormoni naturali che hanno anche spiccate funzioni antidepressive, e possono compensare, almeno in parte, il calo ormonale al quale solitamente si attribuisce il fenomeno del baby blues.In ultimo, si osserva che nelle donne che hanno avuto la possibilità di vivere il proprio parto in intimità (in casa, in una casa del parto o in ospedale ma senza essere disturbate) i tassi di soddisfazione e di crescita dell’autostima (noto antidoto alla depressione) risultano di molto superiori a quelli delle donne che hanno scelto o subito un parto medicalizzato.
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