
Cosa fare quando sulla cronologia del pc si trovano link a luci rosse, anzi rossissime? «Affrontare subito la cosa: rimandare vuol dire lasciare un figlio da solo con i suoi turbamenti» consiglia l’esperto. «Basta trovare un momento tranquillo e avere uno stile diretto ma, allo stesso tempo, interlocutorio. Come: “Ho visto il video che hai guardato. Se ci ripensi, come ti senti? Provi disagio?”».
Spostare l’attenzione sulle emozioni, addirittura chiedere al ragazzino di quantificare “da 1 a 10” quanto si è sentito coinvolto, è molto importante. Perché lo aiuta a riflettere sugli effetti di certe immagini senza farlo sentire giudicato. In più gli permette, man mano che ne parla, di togliersi un peso. Così capirà che parlare con i genitori fa bene: a quell’età è importantissimo rafforzare il legame puntando sulla fiducia».
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L’ideale, se possibile, è che il papà parli con il maschio e la mamma con la ragazzina. «È più facile aprirsi e sentirsi compresi se c’è una complicità di genere» continua l’esperto.
«Il papà,per esempio, ha la credibilità necessaria per spiegare che il cervello maschile è molto “visivo” , cioè più eccitabile dalle immagini che non, per esempio, dalle parole. E può sottolineare che questo capita anche a lui. Ma, allo stesso tempo, spiegherà che la pornografia inquina la visione della realtà ed è molto lontana dalla sessualità: tra un uomo e una donna ci devono essere soprattutto intimità, rispetto e dialogo. La mamma, invece, può dire alla ragazzina che certi contenuti disorientano, creano confusione, trasmettono l’idea che il sesso sia sopraffazione o sottomissione, una performance ginnica e una questione di misure. Non sottovalutiamo l’impatto che può avere, su una ragazzina, il corpo da bambola siliconata di una pornostar».

Poi, però, si deve guardare avanti e dare fiducia. «Le punizioni sono inutili» conclude l’esperto.
«Basta chiarire che in casa certi contenuti non sono ammessi e che da lui ci si aspetta il rispetto delle regole. Naturalmente, prima o poi, il ragazzo proverà a trasgredirle. Ma saprà di non avere l’approvazione dei genitori: la differenza è sostanziale. Aggiungo però che mamma e papà devono, a loro volta, fare attenzione a quello che hanno nei loro pc e tablet: ai miei pazienti suggerisco sempre di guardare il proprio profilo facebook con gli occhi dei figli. Perché se i ragazzi vedono che i grandi si scambiano con gli amici immagini o vignette volgari, si sentono presi in giro. E non si fidano più».