PRIMA OTTIENI LA SUA FIDUCIA
Come affrontare l’argomento con tuo figlio? Ecco i suggerimenti di Matteo Lancini, psicoterapeuta e autore di Adolescenti navigati (Erickson).
1 Non tagliarlo fuori Le relazioni virtuali che i ragazzi di oggi intrecciano sui social sono importanti quanto quelle che vive di persona, non sottovalutarle. Chiedergli di privarsene sarebbe come vietargli di uscire di casa.
2 Non imporre divieti Le regole vanno spiegate per essere rispettate. I nostri figli sono stati abituati fin da piccoli a comprendere perché si fa o non si fa una determinata cosa. Questa consuetudine va conservata anche quando diventano adolescenti e chiedono di andare sui social: sapere quali sono i rischi e le possibili conseguenze funziona meglio del diktat: «Su Facebook non ci vai perché lo dico io» .
3 Dimostrati interessata Il tuo atteggiamento turbato non serve a trattenere tuo figlio dall’andare in Internet: lo farà lo stesso, ma di nascosto, in modo da non farti preoccupare e da non essere sgridato. Se, oltre a domandargli: «Com’è andata la scuola?» gli chiederai: «Quali amici hai incontrato oggi su Facebook e WhatsApp?» si sentirà compreso e lo metterai nelle condizioni di condividere con te anche qualcosa che lo ha turbato, come un messaggio antipatico o una foto audace. Insieme potete correre ai ripari con le dritte che trovi in questa gallery
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La richiesta di aprire un profilo ormai arriva già a 10 anni. Anche se i suoi coetanei sono online, fai presente a tuo figlio che l’accesso su Facebook, come sugli altri social, è vietato ai minori di 13 anni: una volta compiuti, avrà la pagina.
A quel punto la prima regola è tutelare la sua privacy: insegnagli che quando scrive un post deve assicurarsi che venga letto solo da persone fidate. Come si fa? A sinistra del tasto “Pubblica” compare l’opzione che permette di selezionare chi vedrà quello che si condivide: fai in modo che tuo figlio usi la voce “personalizzata” e non “tutti”. E sii tu la prima a rispettare i suoi spazi: se siete amici sul social mantieni le distanze e non pubblicare sulla sua bacheca di tua iniziativa.

È il social delle foto. E qualche volta anche se sono innocenti, le immagini possono prestarsi a equivoci. Mettilo in chiaro con esempi pratici: per esempio spiega a tua figlia che l’immagine di una ragazza scattata mentre si prova per gioco un boa di piume potrebbe essere vissuta come provocante. Ecco perché per i ragazzini più piccoli è meglio creare un “Account privato”, cliccando sulla rotellina in alto a destra. Così solo gli amici potranno vedere le foto.
È normale poi che arrivati ai 14-15 anni i figli vogliano avere più visibilità, ma se si usa un profilo pubblico bisogna imparare a tutelarsi dai commenti sgradevoli. Insieme a tuo figlio puoi intervenire “bloccando” la persona da cui arrivano, che non potrà più vedere il profilo del ragazzo. Basta cliccare sui tre puntini che appaiono in alto a destra e scegliere “blocca utente”.
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Permette di condividere foto e video per un massimo di 10 secondi, dopodiché si autodistruggono. Proprio perché non lasciano traccia, le immagini vengono scambiate con molta disinvoltura dai ragazzi. E il rischio di “sexting”, lo scambio di foto e messaggi a sfondo sessuale, diventa più alto.
Le ragazze naturalmente sono le più esposte. Insegna a tua figlia, a fare molta attenzione agli “snap” che posta perché potrebbero essere fotografati con un altro telefono prima che scompaiano. E utilizzati anche dalle persone più impensabili. Come il fidanzato che, magari, vuole vendicarsi per la rottura del rapporto.
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È il preferito dagli adolescenti: l’80% lo usa per chattare. Questo social ha il vantaggio di collegare i ragazzi solo con un numero ristretto di persone conosciute, ma consente a chi frequenta tuo figlio di “sorvegliarlo” perché può visualizzare quando lui è online o se ha già letto un messaggio.
Ma c’è un modo per tutelarsi: entrando nelle “Impostazioni dell’account” alla voce “privacy” si può scegliere di nascondere alcune informazioni importanti come l’ora dell’ultimo accesso o le spunte blu che segnalano la lettura del messaggio.
Le dritte di queste pagine sono di Paolo Ferri, docente di Teoria e tecnica dei nuovi media dell’Università Bicocca di Milano.
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Pur non essendo un vero social, la maggior parte dei ragazzi usa la piattaforma web non solo per creare, ma anche per condividere e commentare video di tutti i tipi. Il sito è impostato per eliminare in automatico contenuti violenti, offensivi o pornografici, ma questa protezione a volte non basta. Usa due precauzioni.
Prima di tutto dì a tuo figlio che per essere pubblicato, un post deve rispettare la “regola della nonna”: lo faresti vedere a lei? E a un professore? Se la risposta è no, non postarlo. Youtube è una piazza molto vasta ed eliminare le tracce di un video, soprattutto quando diventa virale, è molto difficile. E poi, per evitare che tuo figlio si imbatta in immagini che possono turbarlo, usa il parental control: vai in fondo alla pagina, alla voce “modalità con restrizioni”, e clicca su attiva.