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La nostra autrice, Sara Vasapolli, ci racconta la sua esperienza personale: perché ha scelto l'agriasilo per i suoi bambini e tutto quello che un genitore deve sapere prima di fare questa scelta educativa. Grazie al contributo di Sara Lops, coordinatrice del progetto Agrinfanzia a Milano, presso la Scuola Clotilde Ratti Welcher, scopriamo i principi e i metodi dell'agriasilo, ispirato all'Asilo nel Bosco.
Da qualche anno a questa parte la pedagogia sta vivendo una vera e propria inversione di tendenza: è come se si fosse deciso di tirare il freno a mano, per fermarsi un momento e riscoprire tutto ciò che di buono ci stavamo lasciando alle spalle. Tutto ciò che stavamo per perdere, insieme ai nostri figli.
Ecco dunque che gli obiettivi educativi si spostano: i bambini tornano a poter crescere innanzitutto come persone sicure, consapevoli e autonome, non solo come “individui competenti”. La cultura del “fare” diviene la cultura “dell’essere”, dello sperimentare nella quotidianità, dell’imparare a scoprire lo straordinario nell'ordinario, nella semplicità e - soprattutto - nella natura.
Queste quantomeno sono le basi di un metodo che ho sempre ammirato e desiderato per i miei figli, quello dell’Asilo nel Bosco.
Nonostante ne ammirassi la filosofia però ho sempre pensato che questo fosse un percorso educativo di difficile applicazione nelle nostre città, per spazi e cultura. Fino a quando, lo scorso agosto, non sono venuta a conoscenza dell’apertura di una particolare tipologia di Scuola dell’Infanzia ispirata all'Asilo nel Bosco proprio vicino a casa mia. Si tratta di un Agriasilo, ovvero una struttura che ricalca per intenti e metodo il famoso modello educativo nato in Danimarca, ma che si inserisce nel contesto urbano in modo semplice e con buon senso.
Io e mio marito abbiamo discusso a lungo se iscrivervi o meno il nostro primogenito, passando in rassegna tutti i dubbi che ci frenavano davanti a un’esperienza così innovativa. Non avevamo feedback di conoscenti o amici, avevamo paura potesse rivelarsi un salto nel buio poco proficuo per il nostro bambino ma, alla fine, abbiamo ascoltato il nostro istinto. Oggi nostro figlio frequenta l’Agriasilo e, finalmente lo posso dire, non avremmo potuto fare una scelta migliore per lui.
Sfoglia la gallery per leggere tutta l'esperienza sull'agriasilo...
La nostra autrice, Sara Vasapolli, ci racconta la sua esperienza personale: perché ha scelto l'agriasilo per i suoi bambini e tutto quello che un genitore deve sapere prima di fare questa scelta educativa. Grazie al contributo di Sara Lops, coordinatrice del progetto Agrinfanzia a Milano, presso la Scuola Clotilde Ratti Welcher, scopriamo i principi e i metodi dell'agriasilo, ispirato all'Asilo nel Bosco.
Da qualche anno a questa parte la pedagogia sta vivendo una vera e propria inversione di tendenza: è come se si fosse deciso di tirare il freno a mano, per fermarsi un momento e riscoprire tutto ciò che di buono ci stavamo lasciando alle spalle. Tutto ciò che stavamo per perdere, insieme ai nostri figli.
Ecco dunque che gli obiettivi educativi si spostano: i bambini tornano a poter crescere innanzitutto come persone sicure, consapevoli e autonome, non solo come “individui competenti”. La cultura del “fare” diviene la cultura “dell’essere”, dello sperimentare nella quotidianità, dell’imparare a scoprire lo straordinario nell'ordinario, nella semplicità e - soprattutto - nella natura.
Queste quantomeno sono le basi di un metodo che ho sempre ammirato e desiderato per i miei figli, quello dell’Asilo nel Bosco.
Nonostante ne ammirassi la filosofia però ho sempre pensato che questo fosse un percorso educativo di difficile applicazione nelle nostre città, per spazi e cultura. Fino a quando, lo scorso agosto, non sono venuta a conoscenza dell’apertura di una particolare tipologia di Scuola dell’Infanzia ispirata all'Asilo nel Bosco proprio vicino a casa mia. Si tratta di un Agriasilo, ovvero una struttura che ricalca per intenti e metodo il famoso modello educativo nato in Danimarca, ma che si inserisce nel contesto urbano in modo semplice e con buon senso.
Io e mio marito abbiamo discusso a lungo se iscrivervi o meno il nostro primogenito, passando in rassegna tutti i dubbi che ci frenavano davanti a un’esperienza così innovativa. Non avevamo feedback di conoscenti o amici, avevamo paura potesse rivelarsi un salto nel buio poco proficuo per il nostro bambino ma, alla fine, abbiamo ascoltato il nostro istinto. Oggi nostro figlio frequenta l’Agriasilo e, finalmente lo posso dire, non avremmo potuto fare una scelta migliore per lui.
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