Sette minori su 10 navigano quotidianamente in Internet per un tempo medio di 52 minuti al giorno (ricerca Swg).
I ragazzi più grandi e il loro rapporto con il web
Il dialogo è il mezzo più efficace per prevenire o risolvere qualsiasi problematica nel rapporto genitori – figli

«No. Questa affermazione, come il suo contrario, è una sciocchezza» spiega Paolo Ferri. «I videogiochi stimolano l’attenzione visiva e selettiva, la capacità di orientarsi nello spazio, i ragionamenti deduttivi e la cosiddetta coordinazione occhio-mano. Ma l’intelligenza si nutre anche di competenze motorie, di creatività, di relazioni sociali e così via. Quindi sì ai videogiochi ma non come unica attività del tempo libero. E purché siano adatti all’età del bambino».

«Non è vero: grazie ad applicazioni come Whatsapp, oggi i ragazzini possono tenersi sempre in contatto con i coetanei» spiega Paolo Ferri. «È una cosa bella anche perché il 90 per cento di loro chatta con persone che conosce. E con cui condivide interessi nel mondo reale. Spesso si tratta di compagni di scuola o di amici incontrati sul campo di basket o di pallavolo».

«Questo divieto non ha senso: prima di tutto perché oggi è praticamente impossibile impedire a un ragazzino di 10 o 12 anni di collegarsi al web. Se non può farlo da casa, lo farà dallo smartphone del vicino di banco» spiega l’esperto. «Ma c’è un altro motivo: un’educazione graduale all’uso di Internet, che inizia dall’infanzia, permette ai ragazzi di arrivare all’adolescenza, la fase più rischiosa, informati e consapevoli».

«Sull’argomento si fanno ricerche ma i risultati sono ancora contraddittori» spiega Ferri. «In ogni caso i bambini devono continuare a scrivere con la matita: tenerla in mano stimola la motricità fine che, a sua volta, favorisce le funzioni cognitive. La differenza, rispetto a un tempo, è che, nella scrittura, i nostri figli saranno sempre più “bilingui”, cioè cresceranno maneggiando entrambi gli strumenti».
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«Spesso i figli sono più abili di noi dal punto di vista tecnico. E quindi possono farci da tutor quando scarichiamo musica e video o installiamo un programma» conclude l’esperto. «Noi, però, possiamo spiegare ai ragazzi come si fa una ricerca di storia o un grafico. E non solo». Questi smanettoni, non dimentichiamolo, possono essere anche molto ingenui. I papà e le mamme dovrebbero aiutarli a riconoscere al volo i siti da evitare. O le mail a cui non rispondere mai.