Le punizioni corporali ai minori sono perseguibili per legge in molti Paesi, ma non in Italia. Sono 29 i Paesi in tutto il mondo (fra questi ben 22 in Europa) che hanno messo al bando le pene corporali date ai bambini in casa. Fra gli altri Austria, Danimarca, Finlandia, Germania, Grecia, Norvegia, Portogallo, Svezia, Spagna. Tra i Paesi che non hanno ancora stabilito una legge a riguardo ci sono, oltre all’Italia, Francia, Svizzera, Inghilterra, Irlanda.
Evitare punizioni corporali non vuol certo dire improntare un’educazione lassista nei confronti dei figli. Un errore tanto quanto le violenze fisiche, capace di destabilizzare la psiche dei bambini. Dare delle regole in modo fermo ma amorevole è possibile e anzi è quello di cui ogni bambino ha bisogno!
A volte i nostri scatti di ira nei confronti dei bambini sono generati da una situazione di stress personale. Ma fare i genitori con piacere è possibile!
Il dialogo è un bene prezioso ed è quello che ci mette al riparo da inutili punizioni aggressive nei confronti dei bambini.
Secondo una ricerca canadese, schiaffi e sculacciate non danneggiano solo lo sviluppo psicologico dei bambini ma andrebbero a intaccare anche l’intelligenza dei bambini! Con delle ricerche di neuroimaging si è visto che il cervello dei bambini che hanno subito punizioni di tipo fisico, può presentare delle riduzioni nel volume della materia grigia nelle aree deputate alle performance cognitive. Un bambino picchiato insomma va incontro a numerosi disturbi “Il piccolo si sente umiliato e percepisce la violenza come un modello adottabile – ci spiega lo psicoanalista Roberto Pani – Il bambino evita di mentalizzare, ma usa il corpo come veicolo di potenziali somatizzazioni”. Insomma, il bambino non va incontro solo a problemi nell’infanzia ma sarà più predisposto ad avere disturbi nell’età adolescenziale e adulta. Oltre al pericolo di interiorizzare la violenza subita diventando a sua volta un soggetto violento e ad essere più suscettibile ad abusare di droghe e alcol.
Ma esiste un confine tra la violenza sui minori e lo schiaffetto dato saltuariamente e solo come atto dimostrativo? Secondo il professor Pani sarebbe meglio non rischiare, anche quando lo schiaffo viene dato “simbolicamente”. Ma non è solo il gesto a generare sofferenza nel minore. Anche tutto quello che sta intorno al bambino, il modo che i genitori hanno di relazionarsi con lui possono scatenare traumi: “L’abuso e il ricatto sono una forma di violenza e di potere entrambi negativi come modello”.
Insomma, non è solo la violenza fisica a generare traumi psicologici nel bambino. Altri atteggiamenti dei genitori sono “pericolosi” ai fini di una serena educazione: “Il senso di colpa fortemente indotto o il ricatto morale. Ma anche minacciare di non voler più bene al bambino o di abbandonarlo (anche se per finta)” sono tutti comportamenti che intaccano la psiche del minore secondo il professor Pani.
Purtroppo uno schiaffo dato a un bambino viene ancora tollerato dalla società. Abbiamo chiesto allo psicoterapeuta Roberto Pani come mai nella società odierna, dove anche l’atto di picchiare un animale suscita sdegno, sculacciare un bambino viene ancora tollerato? “Perché l’animale potrebbe apparire ancora più ingenuo e impotente del bambino stesso e risulta subire senza colpa. E inoltre tradizionalmente picchiare i bambini faceva parte dell’educazione classica “. Insomma, un’abitudine davvero dura a morire, nonostante la società sia cambiata radicalmente e i diritti dell’infanzia abbiano fatto numerosi passi in avanti negli ultimi decenni.
Uno spunto interessante ci viene dato da Carlos Gonzàlez, pediatra e autore del controverso Bésame Mucho: “Perché picchiare una donna sarebbe “violenza domestica” mentre picchiare un bambino può essere ancora considerato giusto castigo fisico ?” Da questa prospettiva, l’atto di dare uno schiaffo a un bambino risulta ancor più odioso .
Dal 2011 anche Save the Children si è schierata contro la violenza sui bambini, con la campagna A Mani Ferme per dire no alle punizioni fisiche. Secondo uno studio realizzato da Save the Children tramite Ipsos più di un quarto dei genitori italiani ricorre allo schiaffo: lo fa qualche volta al mese (22%), quasi tutti i giorni (5%) o eccezionalmente (49%). In generale un quarto di madri e padri italiani vede nel ceffone un gesto con una valenza educativa. Anche se bisogna aggiungere che in contrapposizione circa il 25% del totale dei genitori si rifiuta categoricamente di ricorrere alle punizioni fisiche con i propri figli. La campagna comunque non mira a colpevolizzare i genitori, ma vuole aiutarli dimostrando che è possibile mantenere disciplina e autorevolezza attraverso modelli educativi non violenti. Come abbiamo ampiamente visto, lo schiaffo non è solo dannoso per il bambino sotto tutti i punti di vista, è anche inutile ai fini dell’educazione del minore!