-
ANNAMARIA, 37 anni
«Quando ho conosciuto Mario, sapevo che era separato con due figlie di 10 e 13 anni, ma mi piaceva talmente che non ho esitato a frequentarlo. Pochi mesi dopo mi ha chiesto di vivere insieme. Ero titubante, ma per fortuna, dopo il primo incontro, la figlia maggiore ha detto al papà che ero la tipa giusta per lui e questo mi ha dato sicurezza. Poi sono rimasta incinta… e mi sono buttata. Ne è valsa la pena. Le ragazze vivono con noi nei weekend e nelle vacanze, abbiamo un rapporto sereno. Merito di Mario, che ha messo in chiaro le regole della casa. E che, quando è il caso, non esita a rimproverarle, evitandomi una situazione imbarazzante. Da parte mia, ho fatto capire alle ragazze che non voglio rubare loro il padre: se sono da noi, mi eclisso, li lascio stare, li incoraggio a uscire da soli. Anche se a volte, quando li vedo abbracciati sul divano o inizia la gara dei ricordi, mi sento esclusa. E penso che, se fossero sempre con noi, la situazione potrebbe pesarmi».
IL CONSIGLIO PSICO «Il senso di esclusione di Annamaria è comprensibile: padre e figli hanno un patrimonio di ricordi e abitudini che la nuova compagna non può condividere» spiega la psicologa Oliverio Ferraris. «A volte i figli usano questo strumento per mettere in difficoltà la nuova arrivata. Altre volte, invece, se la madre è gelosa, si sentono in colpa nel dare confidenza a chi le ha “rubato” il marito. Mai stare al loro gioco, entrando in competizione. Meglio parlare al partner del disagio senza attaccare le figlie, ma spiegando che una donna innamorata ha bisogno delle attenzioni del proprio uomo. Nel frattempo il trucco è cercare un punto di contatto con i ragazzi, sfruttando un interesse comune: un hobby o uno sport, la musica o lo shopping. Con il canale giusto, da rivali si diventa complici».