Quali sono i diritti di una mamma lavoratrice? Congedo di maternità, permessi per malattie dei bambini, allattamento…Come funziona? Cerchiamo di capirne qualcosa di più con l’aiuto del nostro esperto.

Sono storie frequenti e purtroppo non isolate, quelle di mamme che rientrano al lavoro dopo la nascita di un figlio e subiscono una riduzione delle loro mansioni o pressioni di vario genere.

Abbiamo chiesto all’avvocato Stefano Canali de Rossi, specializzato in diritto del lavoro e della previdenza sociale, di spiegarci qualcosa di più sui diritti delle mamme che rientrano al lavoro dopo la gravidanza .

Avvocato Canali, una mamma che rientra al suo posto di lavoro dopo una gravidanza, ha diritto a “ritrovare” esattamente il posto che aveva prima di assentarsi?

La mamma che rientra al lavoro dovrebbe a norma di legge (art. 56 D.Lgs. 151/2001) riacquisire il posto di lavoro che occupava prima dell’assenza fatta registrare per l’intervenuta maternità o comunque dovrebbe conservare mansioni sostanzialmente equivalenti a quelle svolte prima dell’evento che la ha tenuta assente dal posto di lavoro. Di fatto questa norma é sovente non osservata, anche se con riferimento alle piccole aziende é talvolta comprensibile da un punto di vista operativo che si vada a modificare una struttura per un’assenza di 8 o 9 mesi e che a seguito del nuovo assetto una volta rientrata la mamma, non sia comunque semplice restituire le medesime mansioni alla lavoratrice che ritorna al lavoro.

Se però l’attribuzione di mansioni inferiori é manifesto, la lavoratrice potrà rivolgersi al Giudice del Lavoro, per riottenere o il medesimo posto di lavoro occupato in precedenza o un posto di lavoro presente nell’organico aziendale ed individuato pur sempre dal datore di lavoro e non direttamente dal Giudice, compatibile con la professionalità e quindi con lo sviluppo delle conoscenze di lavoro della lavoratrice stessa, oltreché richiedere un risarcimento del danno proporzionato alla durata del demansionamento stesso.

Le mamme hanno diritto ad un congedo di maternità di 5 mesi, ma poi? Che strumenti ha una mamma a disposizione per restare più a lungo con i figli senza perdere il posto di lavoro?

Dopo i 5 mesi di astensione obbligatoria, la neo mamma ha diritto all’astensione facoltativa (altresì chiamata “congedo parentale”) che spetta ad entrambi i genitori, indistintamente .

Questo  diritto spetta nei primi tre anni di vita del bambino, per 6 mesi complessivamente ad entrambi i genitori; (detto termine é infatti da intendersi complessivo per tutti e due i genitori, i quali possono liberamente scegliere chi tra i due usufruirà dell’astensione facoltativa, ovvero possono scegliere di utilizzarla entrambi nel limite massimo complessivo di 6 mesi, ovvero possono scegliere di non utilizzarla affatto.) Durante questo periodo temporale la mamma, o comunque il genitore che ne usufruisce, percepisce un’indennità dall’INPS pari al 30% della retribuzione giornaliera.

Fino agli otto anni di vita del bambino, inoltre, e’ possibile usufruire di altri periodi di astensione facoltativa con alcune limitazioni

Attenzione però, i mesi di astensione facoltativa usufruiti a partire dal quarto anno di vita del bambino (fino ovviamente all’ottavo anno, oltre non é possibile usufruirne ) danno diritto all’indennità economica del 30% della retribuzione giornaliera che viene percepita dall’INPS solo in presenza di limiti di redditi  bassi specificati nella normativa.

Esistono permessi di cui poter usufruire durante il periodo dell’allattamento?

Si, la lavoratrice-madre durante il primo anno di vita del bambino ha diritto ad usufruire di una o due ore di riposi al giorno (a seconda dell’orario di lavoro) – c.d. “per allattamento”: permessi che vengono retribuiti con un’indennità a carico dell’INPS.

A rigor di diritto, “mamme e carriera” è un binomio inconciliabile?

Mamme e carriera non può e non deve essere un binomio inconciliabile.

Certo, carriere di vertice in aziende estremamente competitive che richiedono l’impegno del Manager per molte ore al giorno ed in via continuativa per quasi tutti i giorni della settimana sono certamente conciliabili  con le essenziali funzioni della lavoratrice madre, sempreché quest’ultima sia una persona particolarmente determinata e dotata di un sistema nervoso di prim’ordine e di un’organizzazione familiare e personale che le consenta un rientro a pieno ritmo sul posto di lavoro senza che vi siano particolari contraccolpi psicologici sia per la mamma che per il bebè. Va pure aggiunto che non tutti siamo uguali e non tutte le lavoratrici madri sono disposte ad affrettare i tempi per un pronto rientro a pieno ritmo nella struttura aziendale, preferendo dedicare quanto più tempo possibile al “mestiere più bello del mondo” (quello appunto di mamma).