Una delle prime preoccupazioni che attanaglia una neomamma, e in generale i neogenitori, è se il bambino stia crescendo abbastanza, se sia sufficientemente nutrito e se si stia facendo il meglio per lui. Il punto di riferimento, quando si parla di crescita del neonato, sono le tabelle con i percentili.
Queste tabelle sono familiari a chi ha già figli mentre possono incuriosire e/o allarmare chi è al primo figlio e si sente parlare di percentili dal pediatra. Cerchiamo di fare chiarezza in merito, aggiungendo che le tabelle di crescita del neonato hanno subito più modifiche nel corso dei decenni e che sono soggette a periodiche revisioni.
Imparare a conoscerle è funzionale anche alla durata dell’allattamento al seno: infatti, una delle ragioni più diffuse dell’interruzione dell’allattamento al seno riguarda la convinzione che il bambino non stia crescendo a sufficienza e che quindi il latte materno non basti. In realtà, si tratta di una credenza smentita dai pediatri nella maggior parte dei casi.
Anche la misurazione del peso di un neonato non deve diventare ossessiva ma limitarsi alle indicazioni del pediatra, mantenendo alta la fiducia in se stesse e nel curante.
Le tabelle di crescita
Le tabelle di crescita sono state create per guidare sia i pediatri sia i genitori nella valutazione della crescita e dello sviluppo del bambino. Queste tabelle vengono redatte e rivalutate dall’OMS periodicamente, proprio per tenere conto costantemente di tutte le variabili contestuali che possono indirizzare l’andamento di crescita di un neonato e di un bambino.
Insieme alle tabelle di crescita, in Italia, i pediatri si rifanno anche ai cosiddetti percentili che considerano le caratteristiche peculiari legate al territorio e ai valori di crescita su scala nazionale.
I percentili
Ma cosa sono in pratica i percentili? Si tratta del rapporto tra le misure di peso, altezza e circonferenza cranica del neonato. I percentili vanno a costituire delle curve di crescita.
Quest’ultime non sono riferimenti “rigidi” ma prevedono un range di tolleranza sia al di sotto sia al di sopra del valore medio. Se le misure di peso e altezza del bambino restano in questa fascia, allora la crescita viene giudicata normale.
Gli estremi della fascia di “normalità” dei percentili sono il 3° e il 97° percentile. I percentili, ovviamente, tengono conto della corrispondente fascia d’età del bambino: si tratta, cioè, di valori incrociati e semplici da leggere all’interno della tabelle.
Indicazioni
I percentili italiani e le tabelle di crescita sono reperibili sul sito della Società Italiana di Neonatologia. Ciò che è fondamentale è che non si tratta di valori assoluti ma di termini di valutazione che devono tener conto anche della storia personale di ciascun bambino.
La crescita, infatti, non è uguale per tutti i neonati ovvero non segue una curva identica per ogni bambino. Ci sono bimbi che crescono con un andamento costante mentre altri si “muovono” con scatti di crescita.
Dunque, l’interpretazione e la contestualizzazione corrette dei valori vanno date solo ed esclusivamente dal pediatra, che potrà rassicurare i neogenitori in merito al normale sviluppo del bebé.
Dunque, prima di interrompere l’allattamento al seno o di considerare eventuali aggiunte di latte artificiale all‘alimentazione del neonato, è sempre fondamentale seguire alla lettera solo le indicazioni del pediatra e non contare sul fai da te. Nemmeno se si tratta della lettura delle tabelle: senza prendere in considerazione ogni variabile, infatti, i valori restano un riferimento vago e un possibile terreno di preoccupazione inutile per la neomamma.