Tiziano Ferro nasce il 21 febbraio 1980 a Latina. Il padre Sergio è geometra, la madre Giuliana casalinga. Ha un fratello di 15 anni, Flavio: si è fatto tatuare il suo nome sul polso destro. Dopo il liceo scientifico Tiziano si iscrive a Scienze della comunicazione, ma abbandona l’università per la musica. Dopo essere diventato una star da 3 milioni e mezzo di dischi venduti, ha ripreso gli studi: nel 2005 si è laureato all’Università di Lingue per interpreti e traduttori di Los Angeles con il voto di 89/100.
I suoi successi
Tiziano Ferro debutta nel 2001 con l’album “Rosso relativo”. L’anno dopo è il miglior artista esordiente del Festivalbar e vince il Premio italiano della musica. Nel 2003 bissa il successo con “111 Centoundici”, che vende più di un milione di copie. La ciliegina sulla torta della fama internazionale è “Universal Prayer”, la hit delle Olimpiadi 2004, in cui Ferro duetta con la star inglese Jamelia. Nel 2005 doppia Oscar, il pesce protagonista del cartoon “Shark Tale”. Nel 2006 è ospite d’onore al Festival di Sanremo.
Mentre aspetto di incontrare Tiziano Ferro ascolto “Nessuno è solo”, il suo nuovo album. Mi colpisce una strofa del duetto con Biagio Antonacci. Fa così: “Certe sere le donne baciano le donne”. La scrivo sul bloc notes sotto gli altri appunti. Ne ho sottolineati due: il terzo disco del 26enne cantante di Latina è primo in classifica, davanti a quello di una star internazionale come Madonna. E la sua vita sentimentale è da sempre top secret. Dico, l’avrà pure una fidanzata, un’amante, una ragazza a cui scrivere un messaggio mentre gira il mondo per le sue tournée? Finito il cd, entro in una suite dell’Hotel Melià di Milano. Tiziano, in jeans e T-shirt, mi stringe la mano, poi affonda su una poltrona.
La classifica parla chiaro: Ferro è meglio di Madonna.
“Non esageriamo! A mio favore ha giocato l’attesa. Erano tre anni che non facevo un disco. Madonna, invece, è sempre dappertutto: in radio, in tv, sui giornali. Ad agosto viene anche a cantare qui in Italia”.
Nel nuovo album, “Nessuno è solo”, parli di molte donne. O sbaglio?
“È vero, tante canzoni le ho scritte pensando alle figure femminili che fanno parte della mia vita e che, in qualche modo, l’hanno cambiata”.
Iniziamo dalla prima?
“Alla più importante ho dedicato due brani, “Ti scatterò una foto” ed “Ero contentissimo”. Sarei anche stato autorizzato a dire il suo nome, ma non mi va. Facciamo così, chiamiamola Miss due canzoni” (ma noi abbiamo scoperto che il nome è Silvia).
Chi è questa Miss due canzoni?
“Ha più o meno la mia età ed è italiana. Siamo stati insieme, anche se ora non abbiamo una storia. L’affetto che ci lega, però, va oltre un rapporto standard che nasce e muore nel giro di qualche mese o di qualche anno: si è trasformato in un amore che può concedersi il lusso dell’infinito”.
Addirittura!
“È così. L’ultimo anno, per esempio, lo abbiamo passato separati. E per me è stata una sofferenza, perché quando due persone si vogliono davvero bene non riescono a stare lontane a lungo. Ecco perché in “Ti scatterò una foto” dico: “Non basta più il ricordo, ora voglio il tuo ritorno”.
Sei continuamente in viaggio. Come fai a pretendere che una persona stia sempre con te?
“Be’, se fosse per me, metterei lei e i miei amici più cari dentro la valigia. A volte ho provato a farlo (si ferma, poi scoppia a ridere). Non a metterli dentro la valigia, ovviamente…”.
Chi è la seconda donna della tua vita?
“Alice, la mia nipotina. Da quando è nata, il 17 marzo 2004, ha portato una luce nuova in famiglia, ci ha fatto riscoprire la voglia di stare insieme. La vuoi vedere? (mi mostra il display del cellulare, dove c’è una sua foto). Di lei parlo in “Già ti guarda Alice””.
La terza è la Carrà!
“È un mito. Pensando a lei ho scritto “E Raffaella è mia”. Gliel’ho fatta ascoltare sul mio iPod a Madrid”.
E lei?
“Si è messa a saltellare sulla sedia. Era entusiasta. La mia canzone le è piaciuta tantissimo”.
In “Baciano le donne” parli di omosessualità.
(Squilla il cellulare, lui guarda il numero e respinge la chiamata) “Era Miss due canzoni. Le ho riattaccato il telefono in faccia (si fa un’altra risata). Vabbè, capirà. Se richiama, te la passo”.
Volentieri.
“No, col cavolo. Sono geloso, gelosissimo. Dicevamo?”.
Delle donne che si baciano.
“Quella canzone è nata quando alcune mie amiche, tempo fa, sono venute a trovarmi in Inghilterra. A una festa le ho beccate mentre baciavano altre ragazze inglesi. Mi sono chiesto: “Ma com’è ‘sta storia?”. Per fortuna sono uno dalla mentalità elastica”.
A te è mai capitato di avere una relazione con un uomo?
“Mi succede spesso di ricevere attenzioni da parte di una persona del mio stesso sesso, molto spesso. La cosa non mi dà fastidio. Finora non ho mai ceduto, ma. Mai dire mai… Faccio parte di una generazione abbastanza spregiudicata. E se dovessi avere una storia con un uomo non la vivrei come un dramma. L’omosessualità è una cosa che può far parte della vita di una persona, è inutile negarlo”.
Ma i tuoi genitori come la prenderebbero?
“Non ne farebbero una tragedia: sono persone sufficientemente intelligenti. Mi hanno dato un’educazione all’insegna del “vivi e lascia vivere”. Per loro l’importante è che io sia felice. Mia madre, per esempio, sarebbe molto più preoccupata se mi vedesse bere una birra di troppo”.
Lo fai spesso?
“No (ride). Però tra cinque minuti me ne prendo una”.