Regola numero uno per avere la meglio su qualunque nemico: conoscerlo!
Il nemico più temuto da ogni mamma, si sa, è molto particolare. Ecco il suo identikit completo: piccolo, anzi piccolissimo, decisamente fastidioso e poco incline, una volta arrivato, ad andarsene via.
Avete indovinato di chi stiamo parlando? Ma certo: il pidocchio, ovvero il parassita più diffuso nelle comunità di bambini.
Nei nidi, nelle scuole materne e nelle primarie infatti spesso scatta l’allarme pediculosi che manda in tilt la stragrande maggioranza dei genitori. In molti infatti, complici le vecchie credenze popolari, associano i pidocchi ad una scarsa igiene personale e restano basiti quando questi decidono di far visita alla testolina del proprio bambino.
È bene sapere invece che non esiste correlazione tra sporcizia e infestazione da pidocchio, anzi più il capello è pulito più il parassita riesce ad insediarsi e a depositare le proprie uova alla radice dello stesso.
I pidocchi che infestano le teste di bambini e adulti (detti infatti “pidocchi del capo”) vivono proprio grazie allo stretto contatto con gli esseri umani, il cui sangue costituisce per loro l’unico nutrimento possibile. Lo prelevano praticando piccole punture sul cuoio capelluto che generano il prurito tipico della pediculosi.
Questi insetti parassiti non sono forniti di ali, né sono in grado di saltare. Ciò significa che il passaggio da un soggetto ad un altro può avvenire o per contatto diretto tra due teste oppure, più raramente, attraverso lo scambio di oggetti e indumenti (come pettini, sciarpe o cappelli).
Come riconoscere i pidocchi
Il pidocchio che infesta normalmente il capo dei bambini vive grazie al contatto diretto con l’essere umano e non sopravvive che 48 ore nell’ambiente circostante, sugli oggetti o persino sugli animali.
Il ciclo vitale di questi insetti parassiti sugli esseri umani è comunque relativamente breve ed è di un mese circa.
Ma come si presentano i pidocchi? Come riconoscerli se non se ne ha mai visto uno?
Per combattere i nemici in modo efficace è bene conoscerli. Cerchiamo quindi di capire come si presenta il pidocchio nei suoi tre stadi di vita, che sono: lendine, ninfa e adulto.
Le uova sono ancorate nei primi centimetri del capello e si presentano come puntini molto piccoli chiari e leggermente opalescenti di circa 1 mm che, a un primo sguardo, potrebbero essere confusi con la forfora. A differenza della forfora le lendini sono però saldamente attaccate al capello e non vengono via facilmente. Scrollando leggermente i capelli sarà dunque possibile verificare la natura di eventuali ritrovamenti sulla testa del nostro bimbo.
Schiudendosi, le uova, danno origine alle ninfe che appaiono come piccolissime forme immature dell’insetto dal colore rossastro.
Crescendo le ninfe diventeranno poi adulti della misura di 2-3 mm circa e il loro colore diventerà più scuro, virando quasi al nero.
Conoscere le forme possibili del parassita ed il suo ciclo vitale è sicuramente il primo passo per un controllo efficace, oltre che un ottimo punto di partenza per combattere le eventuali infestazioni nel modo giusto.
Controllare le teste dei bambini
L’unico modo per individuare i pidocchi è controllare frequentemente la testa dei bambini.
Il primo sintomo della pediculosi è il prurito, causato dalle punture dell’insetto.
Se si nota dunque che il proprio bimbo si gratta frequentemente il capo o presenta arrossamenti ed escoriazioni cutanee provocate da grattamento è sicuramente il caso di dare un’occhiata.
Lo stesso dovrebbe essere fatto quando si è a conoscenza di casi di pediculosi verificatisi nella scuola frequentata dal proprio bambino.
Per un controllo efficace è bene posizionarsi in corrispondenza di una buona fonte di luce naturale, per esempio in prossimità di una finestra. È possibile inoltre aiutarsi nell’operazione con una lente di ingrandimento e un pettine a denti molto fini. Le zone preferite dai pidocchi? L’attaccatura dei capelli, la zona retroauricolare e la nuca.
Pidocchi: come prevenirli
Come già sottolineato l’unica prevenzione davvero efficace è il controllo del capo del bambino, che dovrebbe essere praticato almeno bisettimanalmente.
Esistono poi in commercio diversi prodotti naturali (shampoo, oli e spray) dedicati alla protezione del capo dal parassita.
Da non sottovalutare poi i vecchi “rimedi della nonna” che è possibile utilizzare in tutta tranquillità qualora a scuola circolino ospiti indesiderati. Uno su tutti consiste nel risciacquare i capelli dei piccoli al momento del bagnetto con l’aceto bianco o di mele, di cui i pidocchi pare non amino particolarmente l’odore.
Questi trattamenti tradizionali e totalmente green possono essere degli ottimi alleati nella guerra ai pidocchi, anche se la loro efficacia non è mai garantita al cento per cento.
Pidocchi: cosa fare in caso di contagio
Se si individuano i tanto temuti pidocchi sulla testolina del proprio bambino niente panico. Con un po’ di pazienza e con le giuste mosse se ne può uscire vincitori in breve tempo!
In caso di infestazione va detto innanzitutto che tutta la famiglia dovrà essere trattata contemporaneamente con uno dei prodotti specifici presenti in commercio, anche qualora non si notino lendini o insetti sulla testa degli altri componenti del nucleo familiare. Se il trattamento non avviene nello stesso momento infatti si corre il rischio di continuare a passarsi i parassiti a vicenda.
Affinché il trattamento vada a buon fine sarà necessario procedere con la rimozione preventiva delle lendini, servendosi di un pettine a denti fini e inumidendo i capelli che dovranno essere divisi in ciocche.
Inoltre, poiché il trattamento ovicida non sempre è efficace al cento per cento, si consiglia di ripetere l’applicazione ad una settimana dalla prima e di continuare ad operare sistematicamente il controllo del capo.
Non solo le persone, anche la casa dovrà essere “trattata”, in quanto i pidocchi sono in grado di sopravvivere sugli oggetti che ci circondano per circa 48 ore. Come? Tutti gli indumenti e i tessili venuti in contatto con i capelli dovranno essere lavati ad una temperatura pari o superiore ai 60°, per assicurarsi che eventuali presenze indesiderate nell’ambiente circostante vengano accuratamente debellate.
Calma, pazienza, precisione e tanta consapevolezza dunque: ecco gli ingredienti che vi permetteranno di uscire vincitori dalla guerra contro i pidocchi!