Quando i figli tornano da scuola, scatta sempre la stessa domanda “Come è andata?”. E, come da copione, i bambini e gli adolescenti rispondono (se rispondono) con un secco, e apatico, “bene”. Non entrano nei dettagli, non soddisfano le curiosità materne, non rassicurano su profitto, rapporti con i compagni di classe, insegnanti…E se le mamme indagano più a fondo, si sentono infastiditi e violati nella loro privacy. Come fare, quindi, per sapere come è andata davvero la scuola? Evitando di essere dirette e puntando su domande furbe, molto più “morbide” e rilassate.
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“Ma cosa faresti se fossi tu l’insegnante?”
Una domanda che apre a un mondo di risposte
Una delle curiosità più comuni dei genitori, riguardo alla giornata scolastica, coinvolge senza dubbio la figura dell’insegnante o degli insegnanti. Ma se si chiede a un bambino come sia la maestra, la risposta potrà solo essere generica, esattamente come la domanda stessa.
Per sapere davvero cosa pensa il proprio figlio degli insegnanti e come li percepisca in classe, si può domandare cosa farebbe lui (o lei) se fosse al posto di quel determinato insegnante.
Questo tipo di domanda stimola fantasia e curiosità, facendo emergere eventuali problematiche, risentimenti, insofferenze o, al contrario, soddisfazione e ammirazione.
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“Quando sei stato più felice oggi?”
Punta sulla gioia
È più facile che siano i bambini della scuola primaria a raccontare di momenti divertenti trascorsi con i compagni di classe. Più raro è, invece, che siano preadolescenti e adolescenti a parlare spontaneamente di ciò che hanno fatto a scuola.
In questi casi, è importante sondare con i modi giusti. Partendo da un’emozione positiva e libera, svincolando la scuola dal mero concetto di profitto (interrogazioni, compiti in classe, voti…). Chiedendo a un ragazzo quando sia stato felice nella giornata a scuola, si vanno a toccare tasti diversi rispetto a quanto accade, invece, ponendo sempre le stesse domande “da mamma”.
Puntando sulla gioia e sulle emozioni, si possono ottenere risposte davvero sorprendenti: magari la felicità è insospettabilmente legata a una lettura o all’esercitazione con uno strumento musicale…
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“Vicino a chi ti vorresti sedere in classe?”
Come capire se va tutto bene con i compagni
Gli episodi di bullismo (e cyberbullismo) sono in costante aumento. Ma, per fortuna, è cresciuta anche l‘attenzione nei confronti di questi gravi problemi. Dunque, si moltiplicano iniziative e attività promosse sia dagli insegnanti, sia dalla comunità dei genitori, per combattere e prevenire il fenomeno del bullismo a scuola.
A casa, però, i genitori vorrebbero capire come poter “tastare il terreno” senza essere messi a tacere o sembrare eccessivamente ansiosi. Una delle domande più efficaci, in tal senso, è chiedere ai propri figli vicino a chi vorrebbero sedersi (e vicino a chi non vorrebbero mai sedersi).
Da una domanda del genere, possono emergere numerose dinamiche relazionali, rivelatrici di eventuali disagi e sofferenze.
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“Dove giochi più spesso durante l’intervallo?”
Capire di più dell’ambiente scuola
I bambini e i ragazzi trascorrono molto tempo a scuola, la maggior parte delle ore della loro giornata. Per questo motivo, è fondamentale che a scuola stiano bene, che si muovano con sicurezza e serenità.
Per comprendere al meglio come si svolgano le giornate scolastiche, si può chiedere ai bambini dove hanno trascorso l’intervallo. Da questa domanda, è possibile comprendere quanto siano integrati nella classe e quanto sia piacevole l’ambiente della scuola.
Ma, non solo. Si può capire anche (e senza essere diretti), come si comportino gli insegnanti quando non c’è lezione e se si sia, o meno, creato un clima di fiducia reciproca.