Nella quarta stagione della serie tv Succession, compare una di quelle borse XXXL, gargantuesche, sfacciate. «Che cosa c’è dentro? Scarpe comode per la metropolitana? Una schiscetta per il pranzo?» chiedeva, con ironia, l’antipatico Tom Wambsgans riguardo all’enorme tote bag sfoggiata dalla fidanzata del cugino Greg. Soprannominata Ludicrously capacious bag (borsa ridicolmente grande), la firmava Burberry ed è stata venduta all’asta per 18.750 dollari. Ma soprattutto ha riacceso il desiderio verso tutte quelle come lei, sproporzionate e irresistibili, che finalmente hanno ripreso il sopravvento su microcapolavori tanto straordinari quanto inutili.
Gioie da passerella
Abbiamo gioito quando le abbiamo viste sfilare, di nuovo, in passerella, over e indiscrete all’ennesima potenza, abbinate ai tailleur, ai costumi, perfino agli abiti più eleganti; quando abbiamo scoperto che la nuova bag di Victoria Beckham si chiama Jumbo, e quando Miuccia Prada ha dimostrato di saperci leggere l’anima, facendo sfilare le super borse di Miu Miu strette sotto il braccio, aperte, incasinate, con agende, ricambi, scarpe col tacco e oggetti vari sparsi in modo confuso e in bella vista. Finalmente pare che tutti abbiano capito che, sì, le dimensioni sono importanti per chi è alla costante ricerca di spazio, per chi ha il bisogno di uscire di casa portandosi dietro tutto quello di cui avrà (o non avrà) bisogno nel corso della giornata.
Borse XXXL e dettagli preziosi
Che si tratti di una tote bag o di una pochette, poco importa: anche le tipologie solitamente più piccole sono state manipolate, si sono allungate e gonfiate a dismisura. Hanno forme lineari, ma sono create con materiali ricercati o con colori cattura-sguardi. Ci sono gli intrecci preziosi di Bottega Veneta (che ha proposto borse iper anche per lui) e i pellami deluxe di Salvatore Ferragamo, il bianco accecante di Staud e le righe arcobaleno di Sunnei, le reti ammaliatrici di Emporio Armani e i volumi soft di United Colors of Benetton. Senza dimenticare l’accuratezza dei dettagli, per esempio le decine di charms di Balenciaga o le stringhe infinite di Stella McCartney.
Borse XXXL e sogni fuori portata
Poi ci sono i mega sogni fuori scala, fuori portata. Come la Birkin 50 HAC di Hermès, un gioiello, più che una borsa vintage, nata dalla fusione di due iconici modelli della maison, la Birkin e la Haut à courroies, che era stata presentata ai primi del ’900 come borsa destinata a ospitare selle e stivali da equitazione. E che assomiglia più a una valigia, a un borsone destinato a oggetti capienti. Oggi questo “ibrido” è una rarità da collezionisti, con un prezzo che mette in fila cinque zeri (pare costi oltre 100 mila euro) e un numero più che esiguo di esemplari in circolazione, destinati solo a poche elette. Una di loro è Kim Kardashian, proprietaria di una Birkin 50 HAC di coccodrillo lucido grigio tortora, paparazzata mentre passeggiava per New York con questo tesoro tra le mani (e guardie del corpo al seguito).
Grandi e versatili
Sulla versatilità delle maxi bag non si discute: le mega borse sono un ottimo investimento. Ognuna di loro è perfetta per andare al lavoro, perché puoi infilarci agende, tablet, libri e chi più ne ha più ne metta (ma senza esagerare, pena un abbonamento dal fisioterapista). La svuoti e la riempi con la spesa, usandola come faresti con una sporta di tela (ma molto più chic). Se hai bambini, la porti al parco lasciando a casa il dubbio di aver dimenticato qualcosa e scontentato qualcuno: ci stanno palloni, pattini, pupazzi vari, gessetti e merenda. Idem se devi andare in spiaggia: solari, teli mare, secchielli e salvagenti troveranno ognuno il loro spazio. E se scatta l’ora del weekend romantico, la usi come se fosse una borsa da viaggio, infilandoci anche una piccola tracolla o una pochette dalle dimensioni regolari, da indossare in combinazione.
Ingombranti e necessarie
Perché ci piacciono così tanto, ancora? Perché, moda o non moda, non riusciamo a farne a meno? «Quello delle borse fuori misura è un fenomeno che riguarda molteplici aspetti del costume e della società contemporanea» ci spiega Eugenio Gallavotti, docente di Giornalismo e Comunicazione della moda nelle università Iulm e Statale di Milano. Lui, che è anche autore del volume I racconti delle borse – lessico illustrato dalla Birkin allo Zaino, ci offre quattro spunti su cui riflettere per capire i motivi per cui non riusciamo a non amarle. Primo: «La parola chiave è comodità, una naturale ribellione alla vita veloce e stressante che siamo chiamati a condurre. In questo modo, la borsa maxi diventa una specie di rifugio, una confortevole seconda casa da tenere sotto braccio che, quando serve, ci offre protezione».
Oversize e multitasking
Seconda ragione, secondo Gallavotti: «In tempi difficili la moda reagisce a contrasto, sia con colori più accesi sia con volumi in eccesso. E le maxi borse sono una vera celebrazione dell’esuberanza. Dalla crisi del 2008 in poi, la moda ha spesso replicato con un’esplosione di dimensioni esagerate, travolgendo ogni tentativo di quiet luxury. Che, anzi, ha alimentato ancor di più il desiderio di rompere con la sobrietà e di esplorare nuove forme di espressione. Le borse XXXL evocano questo spirito di sperimentazione e di scatenata creatività». Terzo: «Una tote bag o una shopper sono sempre un’affermazione di grandezza e presenza. Soprattutto per le donne che oggi rivendicano il diritto di essere rispettate e ascoltate. Con questi accessori ribadiscono la loro intenzione, dichiarando “occupiamo spazio perché ce lo meritiamo”». Quarto e ultimo spunto di Gallavotti: «Sono il riflesso di tutte quelle donne multitasking che devono gestire carriere, famiglie e vita sociale in parallelo. Riempite di laptop, documenti di lavoro, cambi di abbigliamento, questi accessori diventano arsenali per contenere tutto ciò che serve». Ebbene sì, caro Tom Wambsgans, anche scarpe comode per la metropolitana. E una schiscetta per il pranzo!