Il cappello di paglia, in estate non conosce rivali. Lo portano tutti, maschi (alla Borsalino o paglietta) e femmine (a tesa larghissima).
Difficile raccontare la storia del cappello di paglia, da sempre usato da contadini e operai per ripararsi dal sole. Possiamo parlare della cosiddetta paglia di Firenze, considerata la migliore al mondo, prodotta fin dal Trecento. Alla fine del Cinquecento, i cappelli appaiono nei documenti come merce tassabile. È nel 1718 che un bolognese, Domenico Michelacci, seleziona il grano marzuolo a Signa, in Toscana: è chiaro e forte, e verrà usato solo per essere intrecciato. All’inizio dell’Ottocento, inglesi, tedeschi e francesi cercano di imitare la produzione toscana e alla fine del secolo ci si mettono anche i cinesi. Ma il made in Italy…

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Cappello di paglia: tutti i modelli dell’estate

Per scegliere il cappello da portare in vacanza e perché no, usare in città quando fa caldo, ecco una gallery con i modelli imperdibili e più glamour dell’estate. Che sia Panama, paglietta o canotier, cowboy, trilby, cloche o Leghorn (il cappello a tesa larga di paglia di Firenze che prende il nome dalla città di Livorno), sotto il sole non se ne può fare a meno.

Cappello classico di giunco, una paglia di acqua dolce. La sua tesa è larga e stirata. Si abbina a diversi look, ma è perfetto con lo stile Western: boots, shorts di denim e camicia annodata. Doria 1905 (euro 140)

Modello Fedora di paglia naturale con fascia colorata. Lo stile è maschile per questo si può osare il contrasto e indossarlo con un abito lungo, leggero e super femminile. Marzi (euro 237)

Cappello di paglia naturale, intrecciata e cucita a mano nelle Marche. Il nastro di cotone ha una romantica stampa floreale. Semplicemente elegantissimo. Montegallo per Murè (euro 300)

Ricorda il cappello da gaucho argentino, questo straw hat da indossare con una camicia aperta sopra il costume e sandali cuoio flat. Montegallo (295 euro).

Si chiama Pamela ed è realizzato artigianalmente con una fibra vegetale intrecciata. Tesa larga con bordo sfrangiato per uno stile Boho da Isla Blanca. Emanuela Biffoli (euro 39,90)

Questo è un cappello Web Limited Edition, fatto a mano in Toscana e proposto con un raffinato contrasto cromatico tra la paglia e il gros-grain del nastro. Il modello si chiama Pork Pie Hat, proprio come l’omonimo tortino di carne, e veniva usato dalle donne inglesi a metà dell’800 che lo decoravano con un nastro o una piuma. Si abbina ad outfit da città anche in autunno con un blazer di lino. Panizza (euro 130)

cappello di paglia

Una cloche di paglia ricoperta di frangia rafia fa subito vintage da spiaggia anni’60. Portalo con un cesto di paglia come Jane Birkin. Gallia e Peter (euro 380)

Un cappello di rafia naturale unisex, leggero e talmente morbido che si può piegare ed infilare in qualsiasi borsa? E’ il Celery Hats di Barts (euro 64,90)

Il Panama, nonostante il nome, è nato in Ecuador. Ogni singolo cappello, viene realizzato intrecciando a mano la toquilla, la fibra di palma nana, con una lavorazione che richiede settimane di lavoro. Il vero Panama al centro deve avere una rosetta e la trama può presentare imperfezioni. Leggero, elegante e versatile è amato e indossato da donne e uomini. Borsalino (265 euro)