Ti sei mai chiesta chi si è inventato la stoffa dei jeans che indossi quotidianamente? La storia è parecchio avvincente e c’è ancora una contesa tra Italia e Francia su quale sia la città in cui è nata la tela che è diventata la più famosa e utilizzata nel mondo e che da stoffa per gli abiti da lavoro si è trasformata presto nella protagonista indiscussa della moda contemporanea.
L’origine del tessuto
Per ricostruire la storia della tela jeans dobbiamo tornare indietro di qualche secolo con la nostra macchina del tempo e precisamente al 1400, quando la città di Chieri, in provincia di Torino, cominciò a produrre un fustagno blu molto rigido che veniva poi esportato nel resto del mondo con le navi che partivano dal porto di Genova. Il denim come lo conosciamo ora, ovvero un intreccio molto resistente di cotone e lino, però sembra essere nato proprio nel capoluogo ligure, dove da semplice tessuto per coprire le casse nelle navi, ha preso la forma del pantalone e delle tute da lavoro. C’è però un conflitto con i cugini francesi, perché pare invece che i marinai genovesi utilizzassero pantaloni in tela di Nîmes, la città francese che all’epoca era diretta concorrente della nostra Chieri nella produzione e commercializzazione delle stoffe.
Il nome
La ricostruzione dell’origine del jeans e delle conseguenti rivendicazioni, nasce proprio dal nome, che ci può in parte aiutare a capire come sono andate le cose. Anche perché devi sapere che all’epoca si usava dare ai tessuti il nome del luogo in cui venivano prodotti. Ecco che il blu-jeans si può facilmente ricondurre al francese blue de Gênes, ovvero blu di Genova. Per altri invece questo tessuto color indaco con cui erano fatti i pantaloni da lavoro dei marinai era in tela di Nîmes, come dicevamo, che in francese era de nimes, poi diventata denim, altro nome con cui è universalmente riconosciuta chiama questa stoffa.
Il successo
Questo fustagno molto resistente ma anche pratico e comodo da indossare, ha trovato poi spazio nell’abbigliamento, inizialmente in quello da lavoro. Pare che a Genova siano state create le prime divise per i marinai che lavoravano al porto perché potevano muoversi agilmente, senza bagnarsi e senza aver paura di rovinare i pantaloni. Proprio dall’Italia il tessuto jeans è partito per l’America dove pian piano è diventato quello che conosciamo anche oggi. Il successo però lo si deve soprattutto a Levi’s Strauss, astuto imprenditore che nel 1858 fondò a San Francisco la Levi’s Strauss & Co. proprio quando in California cominciarono a scoprire l’oro e quindi ad aver bisogno di grembiuli e tute da lavoro.
L’evoluzione del jeans
I pantaloni jeans per come li conosciamo oggi, però, sono stati inventati dal sarto Jacob Davis, che aggiunse i rivetti in rame a rifinire le tasche e a renderli quindi ancora più pratici e resistenti, soprattutto per i minatori e i ricercatori d’oro che le riempivano con le pepite preziosissime. Fu brevettato nel 1873 e Strauss poteva utilizzarlo in esclusiva. È alla fine dell’800 che per jeans ormai si intende il diffusissimo pantalone e che una volta scaduto il brevetto, il libero mercato fa nascere molte aziende che si specializzano in pantaloni in denim. I primi marchi, ancora oggi molto diffusi, furono Lee e Wrangler e il primissimo modello più amato era a cinque tasche.
Il jeans diventa icona
Il denim ha anche una sua eroina, un volto femminile che ha rappresentato milioni di donne americane durante la Seconda Guerra Mondiale. Rosy la Rivettatrice, un’operaia specializzata nel rivettare appunto i pantaloni in jeans è stata eletta a simbolo di tutte quelle donne che durante la guerra sostituirono gli uomini nelle fabbriche. È nel dopoguerra però che il denim inizia a diventare un pantalone da usare tutti i giorni, amato dalle persone comuni e portato al successo da divi come James Dean e Marilyn Monroe, per diventare poi il protagonista della moda dagli anni Ottanta in poi, per essere oggi il tuo fedele compagno di tutti i giorni.