Noleggiare borse firmate: perché no? Forse ti ricordi di Louise da St. Louis nel celebre film Sex & The City. Carrie Bradshaw, alter-ego cinematografico di Sarah Jessica Parker, assume un’assistente personale al ritorno dal viaggio in Messico che avrebbe dovuto essere la sua luna di miele con Mr. Big. Alla fine del colloquio con la fortunata candidata, pone un’ultima domanda: «Se sei ancora una stagista, come puoi permetterti una borsa Louis Vuitton?». Nel sorriso raggiante di Louise da St. Louis si schiude una dolce verità: «L’ho noleggiata!». Una scena che è rimasta impressa nell’immaginario collettivo delle più modaiole e che dai nostri ricordi cinematografici torna a galla ora, più vivida e puntuale che mai: noleggiare borse griffate è infatti diventato un’abitudine condivisa, al punto da mettere in dubbio l’inaccessibilità del mondo del lusso a chi non è una luxury spender.

Noleggiare borse firmate conviene

In Italia stanno crescendo e avendo successo le giovani aziende che hanno intuito la crescente richiesta di bag sharing. Bag It (bagitmilano.com) è il progetto nato nel 2021 con un intento chiaro: offrire varietà. «Arriva un momento in cui il numero dei noleggi raggiunge il valore di una borsa» ci spiega la fondatrice Laetitia Guedes. «Se la cliente l’avesse acquistata, però, ne avrebbe avuta una soltanto. Invece, con questa modalità può variare continuamente». Il discorso si incastra alla perfezione anche con ciò che è comunemente definito “cost per wear”: se una borsa costa 3.000 euro, dovrà essere indossata 3.000 volte perché si dica di averla pagata un euro.

Provi la borsa e vedi se ti convince

Noleggiare borse firmate ha anche un altro grande vantaggio per chi si sente desiderosa di investire in un acquisto firmato: è un test. «Ci sono borse difficili da indossare» prosegue Laetitia Guedes. «Una di queste è la Lady Dior, poco pratica per i look da giorno: una mia cliente l’ha noleggiata, provata e alla fine ha deciso di non comprarla». D’altronde, anche a proposito di investimenti, servono occhio e lungimiranza perché un rental business abbia successo.

Lady Diana con la Lady Dior. Foto: Shutterstock

Per l’archivio di Bag It, che conta oggi oltre 45 borse, Laetitia ha la fortuna di poter investire secondo il suo gusto personale: «Ho appurato che le mie clienti, che sono anche la mia community, amano le stesse borse che piacciono a me» dice. «Investo in borse molto classiche, declinate in colori senza tempo. Di Gucci, ad esempio, la Bamboo 1947, la Horsebit 1955 e la Jackie: le più iconiche, hanno più di 50 anni. Offro anche la possibilità di noleggiare piccola pelletteria: cinture e portafogli come accessori che completano i look».

Una Gucci Horsebit 1957 disponibile da Bag It

Fashion renting all’italiana

E se negli Usa il business di maggior successo è Rent the Runway, è proprio da New York che Silvia Vanni è tornata in Italia per fondare ShareMyBag (isharemybag.com). «Volevo trovare un sistema per mettere io per prima le mie cose a disposizione di altre donne. A differenza di Rent the Runway, che è uno store online in cui si noleggia soltanto, ShareMyBag si differenzia in Italia per l’accesso che ogni donna offre al proprio guardaroba senza vendere ciò di cui dispone» racconta. E l’offerta non si limita alle borse. Ci sono scarpe, vestiti, accessori. «Chi usa la piattaforma non lo fa solo per risparmiare, ma per avere più scelta, più opportunità. Le utenti vogliono accedere a capi unici, magari vintage, che non sono più sul mercato, pezzi che arrivano da altri luoghi del mondo» prosegue.

Noleggiare borse firmate attira anche le over 50

Ma chi sono le italiane che vogliono noleggiare firmate? Le clienti di Bag It sono principalmente Millennials, con una fetta di donne over 50 particolarmente sorprese dalla piacevole scoperta del noleggio. I dati coincidono con quelli di ShareMyBag, dove pure le utenti variano dai 25 ai 40 anni, insieme a una buona affluenza di 40-55enni. Oltre alla possibilità di variare, uno dei motivi che spinge al noleggio è l’approccio etico alla moda anche in termini di sostenibilità. «Abbiamo tutte abiti che non indossiamo nel guardaroba» precisa Silvia Vanni, che è entrata a far parte delle Nazioni Unite come Ambassador Unep (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente). «Con quello che spendi per comprare un vestito di un marchio fast fashion magari noleggi un abito di Dolce & Gabbana che trasmette qualcosa di diverso, una certa ricerca dei tessuti e un certo discorso stilistico». Quanto a dove iniziare per sperimentare il primo noleggio, dubbi non ce ne sono: che si cominci proprio dalla borsa. «La più desiderata al momento è la Triomphe di Celine» conclude Laetitia Guedes di Bag It. «Ma la mia preferita resta la Chanel 2.55. Consiglio di provarla al primo noleggio: è un pezzo di storia, una borsa che porta molta gioia».

Kate Moss con la sua Chanel 2.55. Foto: Shutterstock