Quando i giorni della merla (gli ultimi tre di gennaio) si avvicinano e le temperature scendono, scatta subito il trend alert. E sebbene con l’arrivo del freddo o con la discesa improvvisa del termometro non si pensi ad altro che a coprirsi più che si può, essere eleganti e stilose non è impossibile. Per vestirsi bene quando fa freddo senza brividi segui i nostri consigli e scopri le leggende legate ai tre giorni più gelidi dell’anno.
Come vestirsi quando fa freddo
L’inverno è ormai entrato nel vivo e i cosiddetti “Giorni della merla” (29, 30 e 31 gennaio) sono tra i più freddi dell’anno. Scegliere come vestirsi quando le temperature sono polari non è semplice e viene la tentazione di abbandonare lo stile alla ricerca di look caldi e confortevoli, rinunciando all’eleganza e all’attenzione ai dettagli. Per tenere lontana questa tentazione, segui alcuni semplici consigli: in questo modo riuscirai a vestirti bene senza però dover patire il freddo.
Vestirsi a strati
Aggiungere strati è sempre un’ottima idea per stare più caldi. Ma non è di maglioni su maglioni che stiamo parlando: in questo modo il look ne risentirebbe. La stratificazione deve avvenire sotto: via libera dunque a canotte, body, camicie, dolcevita e soprattutto maglie termiche. Che danno calore anche a temperature polari! O per chi voglia essere più sexy, una sottoveste in seta è un’ottima arma di seduzione e di… calore. E se inizi ad aver caldo, magari al chiuso, via gli strati e il gioco è fatto.
Le giacche più calde dell’inverno
In testa alla classifica dei capispalla più caldi (e più cool) dell’inverno ci sono le eco-pellicce, classiche, colorate o a fantasia che, oltre a riscaldare, danno un boost eccentrico al look. Oppure i piumini, che da capo sportivo sono entrati a tutti gli effetti nella lista dei soprabiti più desiderabili del momento, già da qualche stagione. Entrambi caldissimi, sono la strategia anti-freddo perfetta anche per le più temerarie che li portano appoggiati sulle spalle per non rinunciare a indossare la giacca biker o giubbini corti e più leggeri.
Sotto la giacca
Un cardigan (o un dolcevita) in cashmere è un’ottima soluzione contro le temperature sotto lo zero e va portato sotto il soprabito (e con esso tolto), purché sia sottile per evitare che aggiunga troppo volume all’ensemble. Se la giacca in questione è il cappotto, a cui nonostante il freddo non vuoi rinunciare, scegline uno lungo almeno fino alla caviglia, oppure opta per il piumino 100 grammi: sottilissimo e leggero, è il pezzo più furbo del guardaroba.
Collant in cashmere o in lana
Il collant da sfoggiare sotto i pantaloni è uno dei trucchi più antichi e noti di sempre per stare al caldo. Lo sanno bene le più freddolose. Ma attenzione al materiale; il trucco sta proprio nel tessuto: che siano di cashmere o di lana. Le tue gambe saranno così protette che potrai tranquillamente indossare anche la gonna.
Le scarpe per l’inverno
Sicuramente le scarpe di pelliccia e le sneakers imbottite sono la risposta più calda e comoda agli improvvisi peggioramenti climatici, ma non sono adatte a tutte le occasioni. Opta dunque per degli ankle boots, flat o con il tacco, o ancora meglio per qualche stivale in pelle alto, sopra o sotto il ginocchio, che tenga buona parte della gamba al riparo dalle intemperie. La chicca in più? Un paio di calze corte che tengano il piede al calduccio, ancora di più.
I “Giorni della merla”
«Se i giorni della merla sono freddi, la primavera sarà mite; se invece sono caldi, la primavera arriverà in ritardo». Recita così un vecchio proverbio che ci ricorda che, secondo la tradizione, i giorni del 29, 30 e 31 gennaio sono i giorni più freddi dell’anno. Ma è sempre così? E perché vengono chiamati “giorni della merla”? Dopo aver visto i look antifreddo, scopriamo le leggende sulle 72 ore più polari dell’anno.
I tre giorni più freddi dell’anno? Forse tanto tempo fa
Gli ultimi tre giorni di gennaio sono tradizionalmente considerati come un periodo molto freddo, il culmine dell’inverno. Tuttavia, con i cambiamenti climatici in atto, questo non è più vero. Secondo gli ultimi studi meteorologi le giornate che vanno dal 29 al 31 gennaio non sono ormai più fredde come una volta, e di certo non sono le più fredde dell’anno, almeno non in Italia. Tuttavia, i vecchi proverbi e le antiche credenze persistono, e siamo sempre portate a cercarvi un fondo di verità.
I proverbi sui “Giorni della merla”
Molti sono i proverbi legati ai giorni della merla. Uno recita: “Quando vien la Candelora, de l’inverno semo fora; ma se piove o tira il vento, de l’inverno semo dentro». Questo detto collega i “giorni della merla” alla Candelora, che secondo la tradizione ricorre il 2 febbraio. Si tratta della giornata nella quale, secondo la tradizione cristiana, si benedicono le candele che con la loro luce sono il simbolo di una nuova speranza per i credenti.
«Quando canta il merlo, siamo fuori dall’inverno»
Un vecchio proverbio bolognese recita: «Quand canta al mérel, a san fóra dl’invéren», cioè «quando canta il merlo, siamo fuori dell’inverno». C’è da dire che il significato della frase “giorni della merla” non è ben chiaro. L’unica cosa certa è che questi tre giorni vengono chiamati così per via di alcune leggende popolari che hanno per protagonista una merla. Si tratta di diversi racconti della tradizione orale, molto simili tra di loro.
Le leggende sui “Giorni della merla”
Come spesso accade per le tradizioni legate al mondo contadino, le leggende sui “Giorni della merla” sono numerosissime. In ogni regione d’Italia ci sono racconti e narrazioni che cercano di spiegare il significato di questi giorni e da dove derivi il loro nome.
Quando gennaio aveva solo 30 giorni…
Secondo una leggenda un tempo i merli erano bianchi. Negli ultimi tre giorni di gennaio una merla bianca si rifugiò con i suoi pulcini in un comignolo. Ne uscì il primo giorno di febbraio. Ma, a causa della fuliggine, sia la mamma merla e sia i figli erano ormai diventati grigi.
Un’altra leggenda racconta che un tempo gennaio aveva solo 30 giorni e le merle erano bianche. Una di esse tentò di ingannare il gelido inverno andando a caccia di scorte di cibo. Entrò in un comignolo. Ma, a causa di una bufera di neve, fu costretta a rimanervi dentro per tre giorni. Quando ne uscì le sue piume erano completamente nere. Da quel momento, gennaio ha 31 giorni.
…e i merli erano tutti bianchi
Un’altra leggenda racconta di una famiglia di merli che si era trasferita a Milano verso la fine dell’estate. Con l’arrivo dell’inverno mamma merla e papà merlo non riuscivano a trovare cibo per i loro piccoli. Decisero così di andare alla ricerca di un posto più mite dove trascorrere i mesi freddi. Durante il volo, la famigliola fu costretta a rifugiarsi in un comignolo alla ricerca di un po’ di tepore. La fuliggine li rese tutti neri. Solo dopo tre giorni, il primo di febbraio, i merli riuscirono a uscire dal loro rifugio. Ma ormai avevano cambiato colore.
La leggenda più triste sui “Giorni della merla”
Secondo una antica leggenda, due merli bianchi si ripararono per il freddo in un camino. Non avendo nulla da mangiare, il maschio uscì per cercare qualcosa. Quando, dopo tre giorni, tornò, la merla era diventata nera e non la riconobbe. Andò a cercarla altrove e lei, abbandonata a se stessa e senza cibo, morì di fame.
Merlo, Merla e i fiori profumati sul fiume Po
Infine, una leggenda ambientata sul fiume Po. Racconta di Merlo e Merla, due giovani allegri che amavano andare a ballare nelle serate invernali. Per guadagnare tempo decisero di attraversare il fiume ghiacciato. Purtroppo, la lastra di ghiaccio che ricopriva l’acqua si ruppe sotto il loro peso e i due ragazzi morirono. Unica testimone della tragedia fu una merla, che per tre giorni cinguettò per attirare l’attenzione e chiedere aiuto ai passanti. Nulla da fare, nessuno si accorse di nulla. Al terzo giorno, il ghiaccio si sciolse e il fiume restituì i cadaveri dei due sfortunati fidanzati. Sul luogo della tragedia sbocciarono fiori profumatissimi.
Dove trascorrere i “giorni della merla”
I Giorni della merla sono così sentiti nella tradizione italiana che molti piccoli borghi del nostro paese li celebrano. Tra i luoghi da visitare gli ultimi tre giorni del mese di gennaio sicuramente vanno menzionati il Lago di Garda e il Lago di Ledro. In entrambi i posti vige la tradizione di sfidare il freddo gettandosi nell’acqua ghiacciata. Sul Garda i gruppi di nuotatori si danno appuntamento al Lido di Maderno per nuotare nelle acque del lago. I tuffi nel Lago di Ledro quest’anno sono arrivati alla tredicesima edizione. Il luogo è suggestivo: si trova a 650 metri sul livello del mare. Da qui si vedono le Alpi Ledrensi, che sono patrimonio mondiale dell’Unesco.