Bellezza e imperfezioni: come accettarsi
La perfezione estetica: quell’utopico obiettivo che ci perseguita da quando siamo in fasce. Passiamo la vita a imbrattarci di creme, a provare ogni sorta di trattamento estetico, a farci ricostruire le unghie, a farci la messa in piega e innumerevoli tinte; passiamo la vita a dieta, costantemente con il centimetro in mano, cercando di indossare taglie sempre più ridotte; passiamo la vita a sognare un intervento di chirurgia plastica risolutivo per la pelle o che ci pompi le tette fino a far scoppiare le magliette, ma che ci riduca drasticamente il girovita, i fianchi, le cosce.
Indossiamo tacchi vertiginosi rischiando di cadere e di farci male a piedi e schiena, soltanto per apparire più alte, simili alle dee delle passerelle. E ancora prima di diventare vecchie, l’antiage diventa il nostro secondo imperativo, dopo l’incessante attività fisica, praticata con un affanno letterale che non ci lascia scampo.
E, dopo tutto questo, quali sono i risultati che otteniamo? Mi verrebbe da rispondere semplicemente con una considerazione tanto banale quanto vera, riguardo al fatto che siamo mortali e che tutte ritorneremo ad essere polvere; ma abbasserei il tono ironico con cui vorrei che tutte quante riuscissimo a prenderci in giro, sottolineando anziché nascondendo i nostri difetti fisici.
L’importanza di piacersi
Il che non significa evitare di curarsi, al contrario: cercare di migliorarsi e di piacersi è un must per ogni ragazza, così come per ogni essere umano, ma l’ossessione per immagini in fin dei conti inesistenti, è ben altra cosa. Se potessimo prendere in mano una matita e disegnarci come Jessica Rabbit insegna, allora potremmo scegliere a quale perfezione appartenere; ma la realtà dei fatti è un’altra e i difetti, che ci piaccia o no, li abbiamo tutte; certo, in alcune sono più evidenti, ma questa è la natura.
E se il fotografo M. Seth Jones ci fa sapere che i ritoccatori di foto non manipolano mai le immagini nello stesso modo, possiamo affermare con certezza che per l’occhio umano non esiste un’unica idea di “perfezione” o di “bellezza”, ma che tutto, specialmente in questo campo così soggettivo, è relativo.
L’elogio dei difetti
Sì, è proprio così: e i difetti fisici, le cosiddette imperfezioni, fanno parte di tutti i corpi e i visi femminili, nessuno escluso; anche chi sembra perfetta (e qui si potrebbe aprire un baratro di considerazioni filosofiche, estetiche e linguistiche per definire la “perfezione”), in realtà nasconde qualcosa di non rispondente ai dettami di questa fantomatica eccellenza. Ce lo dice anche Minka Kelly, incoronata donna più sexy del mondo da Esquire, che nonostante questo insigne titolo, afferma di amare le sue imperfezioni: i denti storti, una cicatrice sul mento. Le ama perché la rendono unica.
Il corpo delle donne
Così come ci rendono uniche tutti i singoli difetti che possediamo anche noi comuni mortali; così come ci rendono sagge, uniche e stimabili le rughe, e tutti i segni del tempo che ci contraddistingueranno quando diventeremo vecchie. Segni che sarebbe inutile tentare di eliminare, per due motivi: il primo è da individuare nell’atrocità di quella che Lorella Zanardo, autrice de “Il corpo delle donne”, definiva “rimozione dei volti” ; il secondo risiede nel fatto che le donne ritoccate per non apparire vecchie, riescono in quest’intento ma falliscono in un altro: quello di sembrare vere e apprezzabili; le loro facce infatti rasentano la mostruosità di un corpo realmente percepito come di plastica.
Un sondaggio interessante
Un sondaggio condotto da OkCupid, un social network americano per incontri, sosterrebbe che le donne della porta accanto, quelle che non hanno paura di mostrare le loro umane imperfezioni, sarebbero più guardate dagli uomini, in quanto considerate più raggiungibili e più genuine.
Ma questo ci interessa relativamente: non è pensando di piacere ai ragazzi che possiamo piacere a noi stesse. Non si tratta di una frase fatta, ma di una constatazione che scaturisce dall’esperienza personale: i ragazzi possono trovarci attraenti e non notare i nostri difetti, mentre noi continuiamo a vederci brutte, come se ci trovassimo dietro a un velo o nella grotta delle ombre di Platone.
Lo stesso OkCupid però ha dato un suggerimento dal quale potremmo partire tutte per imparare non solo ad ironizzare, ma (come passo successivo) ad accettare nel vero senso della parola i nostri difetti fisici, per poi arrivare in definitiva ad amarli come nostre caratteristiche uniche: accentuare almeno una delle nostre imperfezioni in uno dei nostri profili online, e magari anche nella realtà. Certo, non dobbiamo sminuirci, ma potrebbe risultare un’operazione prima divertente e poi educativa, sia per noi stesse, sia per chi ci circonda.