La sua fu una vita da mediana. Da eterna seconda, in accordo e disaccordo, quando non in diretta competizione con la ben più nota sorella maggiore: Jaqueline Kennedy. Ma l’ombra non è mai appartenuta a Lee Radziwill, nata Caroline Lee Bouvier, il 3 marzo 1933, a New York. La Grande Mela era il place to be ideale per una socialite, cresciuta dalla madre, Janet Lee Bouvier, a pane e sete di potere e denaro. A soddisfare le aspettative della famiglia probabilmente ci pensò la sorella Jackie, sposando John Fitzgerald Kennedy, futuro presidente degli Stati Uniti. Lee, invece, dall’indole ribelle e creativa visse più o meno a suo modo. E lei che fu tra le donne meglio vestite della sua generazione, a sette anni dalla sua morte, avvenuta il 15 febbraio 2019, continua a ispirare lo stile di molte ragazze.

Perché lo stile di Lee Radziwill piace alle più giovani

Se della sorella Jackie Kennedy ricordo perfettamente il tailleur rosa Chanel, indossato il giorno in cui il marito fu assassinato nel 1962, o l’abito bianco creato per lei dal signor Valentino Garavani per le seconde nozze con Onassis, nel 1968, di Lee Radziwill (il cognome è quello del secondo marito, il principe polacco Stanisław Albrecht) non sapevo nulla. Ma le sue foto, di cui TikTok pullula, a colori e in bianco in nero, alle serate di gala o per le strade di New York, mi hanno letteralmente folgorata. E tanto è bastato a farmi pensare che avesse molto più stile della sorella, di cui si dice fosse fidata consulente in fatto di moda. E la pensano così molte altre ragazze, soprattutto americane, che alla sorella di Jackie dedicano video, in cui descrivono dettagliatamente i suoi look.

Non è nostalgia per la patina glamour che frequentare personalità del calibro di Andy Warhol, Giorgio Armani – per il quale lavorò come direttrice degli eventi speciali – o lo scrittore Truman Capote necessariamente le conferiva. Se ti stai chiedendo perché una socialite, ricchissima, bellissima e magrissima, nata in tutt’altro clima culturale, possa essere modello per le giovani donne Gen Z, lo capisco, me lo sono chiesta anche io.

Ma Caroline Bouvier ebbe una vita davvero avventurosa: una carriera, anche se di poco successo, da attrice, uno stage come assistente di Diana Vreeland, iconica direttrice di Harper’s Bazaar, un’esperienza nella redazione di Vogue a Parigi. Il suo buon gusto si rifletteva anche nelle case che arredava per le più ricche personalità. E poi c’è lei, con il suo stile elegante e pulito che riassume il prontuario delle nostre nonne, ma senza essere antico: un po’ di trucco, un po’ di tacco, chioma in ordine. Musica per le orecchie di noi Gen Z amanti del bon ton, ma soprattutto con una capacità di spesa ridotta, sempre a caccia del capo o l’accessorio ideale nei guardaroba di famiglia. E chiaramente chi meglio di un’icona di stile senza tempo, può orientarci nella scelta di pezzi timeless, fuori dall’isteria dei trend?

5 idee da rubare allo stile di Lee Radziwill

«Belli e imperturbabili, straordinari e singolari scivolano sulle acque della società». In un episodio di Feud: Capote vs. The Swans (2024), serie disponibile su Disney+, Truman Capote definisce così i cigni: le sue amiche dell’alta società internazionale, di cui però non esitò a raccontare le confidenze al mondo intero. Le amava per la loro bellezza e per il loro stile. Tra di loro c’era anche la nostra Lee Radziwill, grande amante delle creazioni dello stilista americano Halston, del francese Guy Laroche e dell’amico Giorgio Armani.

Lee Radziwill e Truman Capote
Lee Radziwill e Truman Capote nel 1969. Foto Getty Images

Dopo la parentesi anni ’60 dei tailleur gonna-pantalone, probabilmente è nel decennio successivo che Caroline dà il meglio di sè, attraverso look che esaltavano la sua figura esile e slanciata. I suoi preferiti erano i capi dalla linea pulita nei toni del bianco e del nero, del blu e nelle sfumature di marrone. I pantaloni palazzo non mancavano mai di sottolinearle il sottile punto vita, così come le gonne midi. I suoi evergreen? La camicia in tutte le sue forme, ma preferibilmente candida, i mocassini e i sandali con il tacco. Ecco quindi cinque idee da rubare al suo guardaroba.

Lee Radziwill nel 1971. Foto Getty Images

1. Il cappotto animalier

L’animalier non va mai in vacanza: è ormai un classico per ogni stagione. Quindi che si tratti di una pelliccia – forse il capospalla più ricercato nel vintage – un cappottino o un impermeabile, per le più giovani (e non solo) è diventato un vero must-have, da sfoderare anche di giorno, sui look più basici e sportivi. Il non plus ultra? La combo cappotto leopardato e total black: proprio come Lee Radziwill, qui sotto, al fianco di André Leon Talley, celebre giornalista di moda statunitense, scomparso nel 2022.

Lee Radziwill e André Leon Talley alla presentazione del libro Hollywood di Dolce e Gabbana, a New York nel 2003. Foto Getty Images

2. La Lee Bag di Tory Burch

Si tratta di un bauletto, diviso in cinque scomparti, realizzato in un mix di pelle e suede. Da portare a mano o a tracolla. Questo accessorio non arriva propriamente dal guardaroba di Lee Radziwill, ma la stilista americana pensava proprio a lei quando l’ha creata. Perché è una borsa elegantemente versatile. È meno rigorosa della Birkin di Hermès e nemmeno a dirlo, è una delle borse più desiderate dalle più giovani.

3. Il completo in velluto

Di abiti da sera ne indossò molti e bellissimi, ma come non desiderare questo completo in velluto formato da pantaloni palazzo e giacca con bottoni lavorati? Lee lo indossò durante una serata al Royale Theater di New York. L’antesignano fu il pigiama palazzo – così battezzato da Diana Vreeland – creato da Irene Galitzine nel 1960. Un prezioso duo, generalmente in seta, formato da blusa e pantaloni alla caviglia: amatissimo anche da Jackie Kennedy. Pratico e sofisticato.

Lee Radziwill 1975
Lee Radziwill nel 1975. Foto Getty Images

4. Look total white

Sdoganato d’inverno, è anche una delle tendenze della prossima primavera 2025. Parliamo del total white. Il bianco, infatti, era uno dei colori prediletti di Lee Radziwill, soprattutto per le occasioni mondane serali, in versione rigorosa o impreziosito da cristalli ton sur ton. Di giorno invece lo indossava spesso nella parte superiore del look, optando per top aderenti, cardigan o bluse.

Lee Radziwill nel 1977. Foto Getty Images

5. Il bustino scultoreo

La corsetteria, sinonimo assoluto di femminilità e sexiness, è stata una delle tendenze della primavera/estate 2024. Lee Radziwill, nel 1980, indossò un bustino dalla forma scultorea e il disegno geometrico in versione black&white. Il top componeva un’elegantissima combo insieme a un semplice pantalone palazzo in velluto nero e dava incredibile risalto alle sue spalle – grazie anche alla linea asimmetrica – e al collo esile, appunto da cigno. Che il corpetto sia il pezzo ideale per svoltare la primavera in arrivo?

Lee Radziwill 1980
Lee Radziwill. Foto Getty Images