Non so come la pensi tu, ma io credo che quello che c’è tra noi donne e i costumi da bagno sia un rapporto davvero complicato. Io, per esempio, adoro comprarne di nuovi, ma puntualmente mi scopro tutt’altro che immune al bikini blues: sì, ora ha un nome anche l’ansia che ci assale di fronte allo specchio, guardando quei pochi centimetri di tessuto a scoprire la nostra pelle e, con lei, tutte le nostre insicurezze. Ti sfido a sostenere che la ricerca del costume giusto non sia un’impresa titanica. Dev’essere comodo ma anche carino, semplice ma anche stiloso, contenitivo ma che non stringa, sexy ma non striminzito: che fatica!
È qui la Festa (Foresta)
Immagina quindi la mia euforia quando ho incontrato per la prima volta Laura Zura-Puntaroni. Mi ha mostrato i suoi costumi in una Milano annegata dalla pioggia, eppure mi è subito venuta voglia di provarli. Un’occhiata al profilo Instagram del suo brand e in un attimo mi sono trasformata in quel Willy con un biglietto dorato tra le mani: ma allora esiste, il costume giusto! Quello safe, quello che senti tuo, quello che alla fine scegli sempre – tra mille altri modelli anche più cool – perché è l’unico che ti fa stare bene (o, quantomeno, che non ti fa proprio odiare la sagoma riflessa nello specchio). Ecco, io penso che nel cassetto dei costumi dovrebbero essercene solo di “giusti” così. Se non ne hai ancora incontrati, dovresti dare una chance a Festa Foresta.
I costumi di Festa Foresta per l’estate 2024 (e successive)
Colori neutri, modelli lineari, design semplice e pulito, tessuti resistenti e duraturi: le creazioni di Festa Foresta hanno tutte le carte in regola per essere definite continuative e “senza tempo”. Niente dettagli chiassosi, niente tendenze, niente stravaganze. «Ciò che tutti i costumi di Festa Foresta hanno in comune è l’assenza di ferretti, ganci o altri elementi rigidi, strutturati o comunque estranei al costume. Da un lato perché con gli anni si rovinano, costringendo spesso a buttare via il costume. Dall’altro perché, indipendentemente dalla forma e dalla taglia del corpo, credo siano elementi che lo costringono troppo», mi spiega Laura.
«Ragiono sempre – continua – pensando che il modello che sto realizzando dovrà essere valido anche tra dieci anni, non solo in termini di qualità del tessuto ma anche di linee, colori e modelli. Sono dell’idea che un capo intimo non debba essere nuovo e diverso ogni anno. Se lo posso indossare anche a distanza di anni, allora non è più solo un costume ma una soluzione che si è adattata al mio corpo», conclude Laura.
Perché proprio i costumi?
Il corpo, in effetti, ha un ruolo centrale nella visione del brand e della sua giovane founder. Che mi racconta: «Non penso di fare moda e non mi sento una stilista. Festa Foresta per me è prima di tutto un progetto, un progetto a contatto con il corpo». Mi toglie le parole di bocca (e mi strappa i pensieri nomadi dalla mente) quando aggiunge: «Il motivo principale per cui ho scelto di creare costumi ha a che fare con il rapporto che si instaura tra noi e il nostro corpo. Se ci pensi, il costume è bizzarro perché fondamentalmente ribalta le logiche sociali: è un intimo portato in pubblico, paradossale!». I costumi, come la biancheria intima, sono il primo strato – dopo la nostra pelle – a separarci dal mondo. Mostrano e nascondono, espongono e proteggono, con il potere di trasformarci nelle amiche o nelle nemiche di noi stesse. «La parte più bella del mio lavoro è senza dubbio questa: studiare per rispondere alla domanda “Come può un costume farci stare bene?”».
La risposta Laura l’ha trovata in una parola, a mio avviso un po’ osannata e un po’ bistrattata: comodità. «Un intimo fastidioso, per quanto sia all’ultimo grido, rimane un intimo fastidioso. E se ti fa sentire a disagio, non ti farà mai sentire nemmeno cool. Fondamentalmente quindi per me tutto passa dalla comodità». Ma poiché ci sono poche tanto personali quanto il concetto di comodità, Festa Foresta propone tanti modelli differenti e la possibilità di combinare top e bottom a seconda delle proprie esigenze. «C’è chi predilige costumi morbidi che non si sentono addosso, e chi invece si sente più al sicuro con modelli fascianti».
TUTTICORPI meritano di sentirsi bene
«Non vogliamo necessariamente che tu ti senta sexy, vogliamo che tu ti senta bene!». Sono queste le prime parole in cui mi sono imbattuta visitando il sito di Festa Foresta. A colpirmi poi, durante la navigazione, anche la dicitura “Si adatta e valorizza ogni forma del corpo” posizionata sotto ogni singolo costume presente nello shop. Triangolo, a vita alta o intero, non importa: quei modelli sono giusti per te non perché hai certe proporzioni corporee, una certa taglia di seno o un certo tipo di fondoschiena. Sono giusti perché tu li senti tali quando li hai sulla pelle. «Mi sembra che tanti brand abbiano la pretesa di dirti: “Ehi questo è il nostro club di gente cool, forse potrai entrarci”. Per me invece non esiste alcun club esclusivo. Nelle immagini di Festa Foresta vedi amiche, amiche di amiche, ragazze normali in pose normali, il mio modo di mostrare un ventaglio di corpi il più ampio possibile. Quindi sì, per me essere inclusiva significa non dover essere per forza cool. Certo, a meno che per essere cool non intendiamo stare bene con ciò che indossiamo».
Le foto che hai visto finora leggendo, facenti parti della community “TUTTICORPI” di Festa Foresta, sono esse stesse un messaggio forte e chiaro. «Come tutti gli altri aspetti dell’identità del brand, anche questo è nato in modo spontaneo rispecchiando semplicemente la mia persona», mi racconta Laura. «Nel mezzo della mia prima produzione è stato annunciato il lockdown e, non potendo andare al mare per realizzare il primo shooting, mi sono adattata agli spazi di casa mia. Te lo ricordi il periodo in cui tutti stavamo affacciati ai balconi? Ecco io stavo scattando le prime foto di Festa Foresta. Nella corte del mio giardino, invitando amiche, vicine di casa e chiunque abitasse nel raggio dei metri concessi dalle restrizioni».
«Quello che era nato per pura circostanza è poi diventato un modus operandi. Ho riflettuto sul fatto che non riuscivo a riconoscermi nemmeno nelle modelle inclusive. Perché non è una questione di corpo ma di self confidence, di quell’attitudine che loro hanno e noi non sempre. Per questo ho preso la decisione di non fotografare modelle di professione, ma ragazze come quelle che vedi sui nostri canali». Mentre stendono un telo in spiaggia, si puliscono i piedi dalla sabbia, entrano in mare. Cose che facciamo tutte, affidandoci a quelle poche – amate e odiate – cuciture.
Naturale, sostenibile, Made in Italy
Quelle di Festa Foresta, però, sono diverse. A descriverle infatti ci sono un numero e due aggettivi importanti: 100% sostenibili e sicure. Cosa significa? «Lavoriamo esclusivamente con filati riciclati, come il nylon ECONYL rigenerato da scarti pre e post consumo. Il nostro obiettivo è non utilizzare tessuti nuovi o che potrebbero creare rifiuti in futuro». Ma non è tutto. «Tutti i tessuti che utilizziamo sono prodotti in Italia da piccole aziende certificate, con cui ci confrontiamo quotidianamente e condividiamo valori e credo».
Qui sopra, per esempio, puoi vedere che cosa nasce dagli scarti di taglio dei costumi Festa Foresta (poi cuciti a mano nella sartoria del brand, nel cuore delle Marche). Si chiamano “Fiori del mare” e sono accessori dai mille usi: si possono indossare sopra ai costumi, al collo, al polso, si possono appendere alla borsa o utilizzare come cintura.
Festa Foresta, tra presente e futuro
Un’altra sfida che si aggiunge a quelle su cui Festa Foresta ha già scommesso. Nato nella primavera del 2020 dall’idea di una giovane architetta ossessionata dalla perfezione dei dettagli, pur restando nella più vincente delle semplicità. Arrivato, quattro anni dopo, a costituirsi come società benefit impegnata a tenere fede ai valori che porta nel nome: sostenibilità ed entusiasmo. Che sia questa la formula per riempire quel cassetto di costumi “giusti”?