Il primo lunedi di maggio si tiene il Met Gala di New York, evento glamour esclusivo che inaugura l’annuale mostra di punta del Costume Institute, il dipartimento Moda del Metropolitan Museum. Quest’anno il party ha avuto come tema “Manus x Machina, la moda in un’era di tecnologia”.

Un tema non facile da interpretare. Il vestito giusto doveva essere allo stesso tempo di altissimo artigianato, supertecnologico e suggerire un’idea di futuro. Scopri chi ha centrato il tema sfogliando la gallery.

La mostra del Metropolitan “Manus x Machina, Fashion in an Age of technology” (dal 5 maggio al 14 agosto, metmuseum.org) è un argomento attuale e tutto da scoprire. «Una volta, handmade e lavorazione a macchina erano quasi in contrapposizione: il primo rappresentava il lusso e l’haute couture, la seconda la produzione in serie» spiega Anna Maria Curcio, sociologa e presidente dell’Osservatorio sui fenomeni della moda. «I 120 completi mozzafiato esposti a New York svelano come oggi ricamo, plissettature e merletti si mescolino alla stampa dei tessuti in 3D e alla saldatura a ultrasuoni». Un esempio? «Posso citare il “bird dress” firmato Iris Van Herpen, uno dei vestiti in mostra» dice l’esperta. «Le piume sono fatte in silicone e tagliate al laser ma sono anche cucite a mano una a una».  

Le sfilate Un connubbio, quello tra fashion e hitech, che ha trionfato alle sfilate primavera-estate: dai selfie di Dolce&Gabbana alle stylist robotizzate da Philippe Plein fino al fashion show in realtà virtuale di Louis Vuitton.  La suggestione di un mondo ipertecnologico influenza sia le coreografie sia gli abiti.
«Il futuro è sempre stato fonte di ispirazione per gli stilisti, basta pensare ai vestiti metallizzati di Courregés o ai bustini in stile Barbarella firmati da Paco Rabanne negli anni Sessanta, creazioni provocatorie e dal forte contenuto simbolico» dice Curcio. Fanno eco a quelle creazioni la tuta da astronauta di Lacoste e gli innumerevoli capi metal dell’ultima stagione.

Ma a essere influenzata dalla tecnologia non è solo l’estetica. «Internet e il digitale hanno cambiato la percezione e la fruizione stessa della moda» spiega Francesco Bottigliero, Ceo di FieraDigitale e E-Pitti.com . «Le sfilate prima erano un evento per pochi eletti, oggi si possono vedere in streaming. Senza contare che nel 2015 l’acquisto sul web di vestiti e accessori ha superato per la prima volta quello di elettronica».

I vestiti L’impatto più forte delle tecnologia sulla moda verrà dai tessuti. «Sarà una vera rivoluzione» afferma Francesco Bottigliero. «Per rendere l’idea cito il Jacquard project di Google: si tratta di fibre speciali, intessute di fili metallici che permettono di controllare smartphone e accessori smart semplicemente sfiorando i vestiti che indossiamo, come fossero un touch screen».