Dei veri e propri schizzi, sui capi. Che talvolta sembrano scarabocchi, talvolta lavori più compiuti, seppur non totalmente. L’idea di base è di un lavoro lasciato a metà, sì, per mancanza di tempo prima dello show. Dietro i capi ‘incompleti’ il genio creativo di Jeremy Scott.
La linea per la primavera estate 2019 di Moschino vuole essere, o meglio apparire, un work in progress, una collezione non ultimata, ancora in lavorazione. Non a caso è stata intitolata Unfinished Business.
I veri protagonisti in pedana sono vestiti-bozzetto, rotoli di stoffa e seta trasformati in audaci abiti da sera con tanto di tubi ancora attaccati, abiti in pizzo la cui incompiutezza si evince dalle pennellate sul tessuto. E poi c’è un abito fatto di aghi abbinato a un cappello con ditale da sarta, una jumpsuit che si cinge in un metro, per non parlare del long dress a forma di forbici.
Gli abiti chemisier si fanno eleganti, il tailoring femminile viene stravolto, le bluse con fiocco sul collo e un i capi da giorno sono carichi di sensualità. Ci sono i cuori dévoré, i disegni di righe colorate, la resa approssimativa di una classica stampa di catene della maison, e quel motivo animalier che copre solo in parte la gonna del vestito.
Dulcis in fundo, gran finale con un abito bianco dalla gonna a palloncino e velo lunghissimo: è un abito da sposa, circondato da magiche farfalle.
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