La borsa di Mary Poppins aveva dentro l’appendiabiti, l’ultima tendenza è quella in cui si riesce a malapena a infilare il cellulare. Siamo passati persino dalla ankle bag (la borsa da caviglia) ispirata all’iconico braccialetto elettronico di Lindsay Lohan. È difficile presentare ancora una novità, schiacciati tra un’iconica Kelly e una Jacquemus super fashion.

Ai limiti dell’impossibile, poi, motivarsi, raccontarsi, spiegare perché si è diversi e speciali in un mondo pieno di novità e sorprese constanti che si autoannullano una dopo l’altra. Come spiegarsi, dunque, il successo di My Style Bags oggi? La famiglia Bellora, da cui il brand è stato creato e che ancora oggi ne è il cuore pulsante, trova la sua forza infrangendo le regole. Con il coraggio di fare le cose nel proprio (appunto) stile.

La nascita di My Style Bags

La storia di My Style Bags è la storia di un territorio, quello del distretto tessile di Busto Arsizio che sul finire dell’Ottocento era prettamente cotoniere. Dopo il matrimonio dei “bisnonni” del brand, due mondi diversi si uniscono e nasce un’azienda di tessuti, cotone e lino: l’azienda Bellora. È il lino l’expertise della famiglia, che permette loro di affermarsi in un mercato molto lontano. Nelle regioni del Sud, infatti, permane la cultura del corredo e questi tessuti preziosi ed eleganti sono molto richiesti.

Flash forward agli anni ’60, quando grazie all’illuminazione di una nuova generazione si comincia a fare prodotto confezionato e tessuti per abbigliamenti: i colori non si limitano più al bianco classico, ma rispondono alle necessità della nuova moda. Siamo infatti negli anni del boom dell’italian fashion. È la nascita dei grandi stilisti italiani che proprio qui vengono a cercare i materiali per quelle collezioni che hanno rivoluzionato il mondo della moda. Lavorando per loro e con loro si valorizza lo scambio, si acquisisce competenza, si ottiene un “know-how” che poi farà la differenza.

Tra sogno e realtà

Lorenza Bellora e uno dei nuovi trolley My Style Bags

Ci vuole tempo, passione, cuore. Ci vuole uno sguardo nuovo, quello di un’altra generazione. In particolare, quello di Lorenza Bellora, che torna a casa dopo aver studiato moda e design e porta la rivoluzione. L’azienda Bellora è leader nel settore retail, che negli anni Novanta comincia a perdersi: lei e il fratello Giuseppe hanno il desiderio di arrivare al pubblico, vogliono farsi scoprire.

Mentre Bellora attraversa un turbine di dinamiche e si prepara ad affrontare un nuovo millennio, Lorenza capisce che il suo sogno non è un capriccio, è proprio il suo destino. Lo comprende davvero una notte, quando nel sonno si vede realizzarlo: non c’è più tempo da perdere, si deve fare questo salto. Dagli scarti di produzione della Bellora nascono così le prime borse My Style.

My Style Bags: nel mondo di Lorenza

«Nei negozi, si vendevano già bene», racconta sognante Giuseppe. È così che i fratelli cominciano a staccarsi da quell’azienda che prendeva direzione tutta sua e chiedono il permesso di aprire uno store e provare a seguire questo sogno. «Il primo negozio era piccolissimo, in via Ruffili. Io chiamavo tutti i giorni, per le prime settimane, chiedendo se qualcosa l’avessero venduto» ricorda Lorenza. «Ogni giorno mi dicevano no, neanche una. Poi, piano piano, in un giorno 10. Il giorno dopo 20. Non ci siamo più fermati».

Non si ferma mai infatti Lorenza, che schizza tra una stanza e l’altra dell’enorme magazzino in cui l’abbiamo incontrata, come un’ape regina. Giuseppe prende il tempo, ci racconta la storia a partire da quei primi passi nell’Ottocento e arriva fino ad oggi; lei liquida ogni passo in pochi minuti, come se in fondo non fosse stato solo un bel viaggio. È il potere dei sogni e della passione, che rendono anche le fatiche così ben motivate da sembrare (col senno di poi) leggere.

Cosa c’è – veramente – dietro ad una borsa

Uno scatto della produzione

La forza di My Style Bags non è solo nella sua tradizione, in questa famiglia così unita e piena di gioia, ma nell’aver saputo valorizzare il tempo. Non si tratta di vera e propria moda lenta – perché dà la possibilità al cliente di accedere all’offerta completa in ogni negozio e personalizzarla sul momento. Non si tratta però nemmeno di una produzione veloce: la qualità richiede tempistiche che vanno rispettate, il mercato farà la sua magia successivamente.

Siamo partite insieme a Lorenza e Giuseppe per visitare il mondo che sta dietro al prodotto finito: loro lo conoscono bene (pregi e difetti), non vogliono lasciarlo dietro le quinte. Così impariamo presto che dentro una delle iconiche Harvard Bags non ci sarà un attaccapanni, ma c’è l’intera filiera produttiva.

C’è Andrea con il suo team che a partire dal tessuto crea le forme, le assembla e ci fa arrivare la borsa che preferiamo. C’è tutta l’azienda Sironi, che accompagna il lino nel suo ciclo vitale da quando è poco più di un filo anonimo fino ai tessuti più diversi. «Bella quella che stai toccando, eh? È una delle vele della Amerigo Vespucci». Dici poco.

My Style Bags oggi

Si ritorna al magazzino, circondati da un’offerta che lascia sempre parole come succede in tutti i loro negozi, ma con la consapevolezza che queste borse nascono qui, ma hanno origini lontane. Da una ragazza coraggiosa e il suo sogno, un gambo di lino in Normandia che mentre fiorisce non sa di non aver ancora raggiunto la sua forma superiore, dallo spirito del tempo che va compreso e reso alleato, mai nemico.

My Style Bags è ormai un marchio (nato nel 2007) con 22 stores in tutti i più grandi centri europei. Dalle prime collezioni di borse Beauties e Weekend, sono nate linee Viaggio, Sport, Baby e diverse proposte di accessori. Le sorprese arriveranno eccome, ma noi non possiamo anticipare nulla!

New Generation

Oggi la famiglia Bellora vede anche la collaborazione della Generazione Z, con l’entusiasmo della gioventù e la passione che caratterizza questi Leoni di Lombardia. Leopoldo si muove tra prodotti e collezioni con la stessa grazia di Lorenza, come se fosse nato giusto tra una Boston e una London; Carlotta è vispa, fa domande, si chiede cosa si può fare di più e dove si può arrivare, con i social, con la scrittura, con il futuro in generale. Non si sofferma su quello che fa già, ma su quello che potrebbe fare.

L’idea che abbiamo avuto dell’universo My Style Bags è proprio questa, che abbiano eccome le risposte alle loro domande. Sono già risolte. Ma continuano a mettersi in gioco, in dubbio, perché qualcosa di stravolgente può sempre nascere dalla confusione. Ecco perché rispondiamo solo a un quesito, alla domanda che si pone spesso Lorenza: tutte quelle borse che strabordano degli scaffali dei nostri negozi, non saranno un po’ caotiche?

Sì e no. Fanno confusione, ma non la confusione che c’è in una strada o in una fiera. La confusione nel salotto di casa che si riempie quando arrivano gli amici. Quando alla mamma che si lamenta e si scusa per il disordine, gli ospiti rispondo con sincerità: “Ma no, è bellissimo. Mi sento a casa mia.