Far nascere un brand moda a Udine, fuori dalla mappa del fashion world, richiede coraggio, anzi perseveranza, come ci racconta Serena Cibischino, fondatrice di Niù. Il nome in dialetto friulano significa nido, ma è anche la pronuncia dell’inglese new, nuovo. «Definisce la nostra doppia anima: un po’ nomade, ma con forti radici» ci spiega Serena «Per la nostra ricerca creativa voliamo verso altri luoghi, ma poi produciamo in Friuli, una terra dura, con un gran senso di onestà. È come un albero con radici solide su cui il nido si poggia».
Niù esplora il mondo per una moda caleidoscopica e contemporanea
In 25 anni di storia, sono state tante le partenze verso Paesi dove le tradizioni si accompagnano a immersioni nei flussi della modernità, come il Marocco, ispirazione dell’estate 2024, o il Gujarat in India, per la collezione della prossima stagione. E ogni volta con occhi puliti e l’entusiasmo di esplorare l’altrove.
«Quando scelgo una destinazione faccio una lezione di geografia al mio team» prosegue Cibischino. «Proietto un film sul Paese, ci prepariamo insieme come dei veri viaggiatori. Non è il classico “giro di ricerca” per prendere due ispirazioni qua e là, fare un paio di mercati e via. Noi viviamo il luogo, ci facciamo sorprendere. Come quando, in giro per Accra, siamo entrati in un cortile dove si erano riunite le scuole di tutto il Ghana. Tornata a Udine ho cambiato la cartella colori della collezione perché mi sono lasciata ispirare dalle divise di quei bambini». O come quella volta in cui Serena ha scoperto dei piccoli artigiani locali nel cuore del Kenya e iniziato una collaborazione trasformata poi in un progetto di empowerment per le donne locali. Che dal 2012 creano piccoli accessori per Niù e intanto vengono accompagnate in un percorso di educazione al lavoro. Perché anche loro possano costruire un nido solido, che le protegga.