1. Le dirette web – le conferenze stampa di Conte

Sono diventate l’appuntamento serale più o meno settimanale del 2020, oggetto di ansia, ironie e commenti come una finale di Sanremo qualunque. Grazie a quelle, e ai loro orari piuttosto inconsueti, il premier ha visto la sua pagina Facebook crescere da 1 a 4 milioni di fan in poche settimane. E il premier è diventato protagonista di un altro fenomeno online del 2020: i romanzi erotici pubblicati dagli utenti sulla piattaforma Wattpad. I titoli? Sir president in love, Io e (Con)te, La mia quarantena con te.

2. La nuova star – Charlie D’Amelio

Ha 16 anni, origini nel Connecticut, un sorriso stampato in faccia e una passione per il ballo. Ed è diventata la sconosciuta più famosa nel mondo. Charlie D’Amelio ha iniziato per gioco a marzo 2019, improvvisando un balletto su TikTok. In un anno – «Non so nemmeno io il perché» dice – è diventata la TikToker più seguita al mondo, superando i 100 milioni di follower (Chiara Ferragni, per capirci, ne ha “appena” 22 su Instagram). Nel 2020 ha portato tutta la famiglia sul social, registrato uno spot per
il Superbowl, finalissima del campionato di football americano, e guadagnato milioni di dollari con i brand. Per il 2021 punta a un
nuovo business: i servizi bancari (e le carte di credito) per gli adolescenti. Ambiziosa.

3. L’app – Zoom

La piattaforma, fino al 2019 semisconosciuta, è diventata una delle più popolari per le videochiamate, sia di lavoro sia di piacere. E ormai viene usata da 150 milioni di persone al mese. I suoi dirigenti festeggiano: in pochi mesi il valore in Borsa della società è cresciuto del 1.000%, arrivando a superare persino quello della General Motors.

4. Il concerto – Travis Scott su Fortnite

Il celebre videogioco online nel 2020 ha iniziato a ospitare altri tipi di appuntamenti e qui, ad aprile, si è tenuto un concerto del rapper Usa Travis Scott. L’esibizione è stata l’evento virtuale più visto di sempre: 12 milioni di spettatori, tutti collegati online.

5. Il documentario – The Social dilemma

Tanti lo amano, altrettanti lo odiano, di certo nessuno ne è indifferente. Il documentario di Netflix a cura di Jeff Orlowski, famoso per aver vinto un Emmy Award con il doc ambientalista Chasing Ice, cerca di raccontare come i social stanno cambiando il nostro comportamento. La tesi è che gli algoritmi delle maggiori piattaforme (Google, Facebook, Twitter) sono studiati per renderci dipendenti: premiano contenuti violenti, favoriscono
la radicalizzazione del pensiero, promuovono indirettamente l’odio verbale e quindi contribuiscono all’ignoranza della società. Apprezzato dai meno informati sulle diavolerie digitali, è stato criticato dagli esperti come Casey Newton, uno dei massimi studiosi di Internet, che lo ha definito «semplicistico» e «sensazionalistico», teso a rendere «i social gli unici responsabili per i mali della società». Resta il fatto che tutti ancora ne parlano.

6. L’evento politico – la guerra di TikTok

Ovvero, la continuazione con altri mezzi della guerra commerciale tra Usa e Cina. L’ha iniziata ufficialmente Donald Trump, quando ha accusato il social più popolare della Generazione Z, di proprietà cinese, di raccogliere dati sensibili degli americani, e di condividerli con il regime di Pechino. Per difendere la sicurezza nazionale, l’ex presidente Usa ha prima annunciato il bando ai download dell’app, poi ha cercato di obbligare il colosso cinese a vendere ad aziende a stelle e strisce la sua divisione americana. Tanta tensione (pure tra i TikToker americani), moltissime parole, diverse trattative, ma – causa anche il cambio di inquilino alla Casa Bianca – per ora TikTok non è stata costretta a cedere la mano. Una grana in più per il neopresidente Usa Joe Biden.

7. Il rito – il cyberaperitivo

L’abbiamo inventato da soli, noi italiani. Dopo l’8 marzo, abbiamo acceso la fotocamera, stappato la bottiglia di vino o di birra e iniziato a sorseggiarla in videocall con i nostri amici. Da lì, la strada era tracciata per gli altri format: dalla sessione di yoga in streaming al video incontro del book club, fino alla visita virtuale al museo in gruppo.

8. Il video – i canti dai balconi

Al terzo giorno del primo lockdown, i napoletani si sono affacciati delle loro case. E, affacciando pure le casse dei loro stereo, hanno iniziato a cantare Abbracciame. Un brano del 2015 del cantautore partenopeo Andrea Sannino, presto diventato popolare in tutta Italia grazie alle condivisioni video sui social. Un brano che parla di abbracci, il gesto meno permesso e più desiderato dell’anno.

9. Il nome da dimenticare – Angela Chianello

Più nota come Angela da Mondello, è la casalinga siciliana diventata tormentone della Rete per aver urlato alle telecamere di Non è la D’Urso che «Non ce n’è Coviddi». Dopo l’involontaria fama, la signora ha cercato di diventare l’idolo dei no-vax: ha aperto un profilo su Instagram da 150.000 follower, firmato un contratto per farsi rappresentare da Lele Mora, registrato una canzone negazionista, girato un videoclip senza mascherine né distanze sociali. Da conoscere, per evitarla.

10. La rivelazione – Twitch

È nata 9 anni fa come piattaforma di streaming di sessioni di videogiochi. Ma dopo essere rimasta “relegata” al mondo degli esports, quest’anno è esplosa. Come mai? Twitch, oggi posseduta da Amazon, si è aperta allo streaming di ogni tipo di contenuto: show, podcast, concerti, partite di scacchi, match di calcio. Durante il lockdown primaverile ha raddoppiato il numero di ore guardate rispetto al 2019: 1,6 miliardi al mese. Durata media
di una visita: 95 minuti. Ovvio che facesse gola a celeb di ogni settore: ci sono sbarcati il presidente Usa Trump e la giovane deputata democratica Alexandria Ocasio-Cortez. Tra gli italiani, Bobo Vieri con la sua Bobo Tv e
Fedez, che ogni settimana chiacchiera con il suo pubblico in diretta dalla sua casa milanese.

11. Il trend – l’informazione su Instagram

Meno rissoso di Facebook e più popolare di Twitter, il social di Mark Zuckerberg è diventato il luogo in cui approfondire il mondo. Complici il lockdown, la facilità d’uso e il movimento Black Lives Matter (che l’ha scelto come piattaforma su cui diffondere video e informazioni sulle proteste),
Instagram è diventato anche in Italia la casa di moltissime nuove pagine di informazione, da Will a Factanza. Secondo la Reuters, il social è balzato al terzo posto tra i più usati dalla Generazione Z per informarsi, dopo Facebook (ancora primo) e YouTube.