La borsa della donna è un buco nero dove si può stipare, trovare (e perdere) qualsiasi oggetto: kit di primo soccorso in vista di infortuni vari di figli e mariti, cacciaviti forse appartenenti a un’elettricista (con l’apostrofo), il primo dentino del proprio bambino come tenero portafortuna a sfondo odontoiatrico, mutande di ricambio per chi è pronta a improvvisare sul palcoscenico della vita.
Come se non bastasse, alla prima borsa ultimamente se n’è aggiunta un’altra: la shopping bag di tessuto, nata come sporta di scorta ma diventata col tempo succursale indispensabile.
Così ora andiamo in giro con 2 pesi sulle spalle, che di certo riequilibrano la colonna vertebrale, ma conferiscono quell’aria perenne da gita fuori porta anche quando andiamo al lavoro. Dio non voglia poi che si usi (come faccio io) anche la tracollina per telefono, documenti e chiavi di casa: l’effetto trasloco è assicurato.