Vecchi signori che sembrano ingannare il tempo che scorre inesorabilmente. Giganti che da secoli rispondono ai medesimi impulsi chimici per rinnovare la vita e assecondare lo scorrere delle stagioni. Gli alberi millenari sono così per lo scrittore Tiziano Fratus, che è un vero guru in questo campo.
Dopo averli mappati, per oltre vent’anni, tra giardini, parchi, riserve, montagne, orti botanici e boschi, ha appena dato alle stampe Alberi millenari d’Italia un nuovo saggio in cui li racconta. «Quello che mi unisce a loro è il silenzio che li abita da secoli» dice. «Un silenzio maestoso, linfatico, impercettibilmente interrotto da intrusioni sonore e dinamiche, diverso dal mio che è più dispettoso e strattonato, ma che ci mette in comunione».
Puoi provare anche tu qualcosa di simile, avvicinandoti ai loro tronchi in punta di piedi. Per scovarli segui le orme di questo cacciatore instancabile di piante, che qui ti guida a scoprirne alcuni tra i più maestosi.
In Sicilia, con i carrubi dei contadini
A Sud di Siracusa, dirigiti verso Modica e Ragusa e ti ritroverai immersa nei campi coltivati a carrubo, un albero dell’antica tradizione contadina, prezioso per i suoi baccelli. Qui ci sono anche molti esemplari monumentali di questa pianta. A Contrada Favarotta (Rosolini) quello che probabilmente è il più longevo e grande del Mediterraneo: te lo mostriamo anche nella foto di questo articolo. Come tutti i carrubi, non si è sviluppato tantissimo in altezza, sfiora i 12 metri, in compenso il suo tronco ne misura ben 19 e, con la chioma, regala un riparo gigantesco. Vive qui da almeno 1.500 anni. Al tocco, le sue foglie sono spesse e, in autunno, si riempie di fiori che assomigliano a campanule colorate. Ma ti colpisce soprattutto per il suo enorme cuore cavo, che puoi esplorare in assoluto silenzio. Probabilmente prima lì c’era un tronco, da cui ne sono nati altri che il lavoro dei secoli ha reso vere e proprie sculture.
In Piemonte, nella maxi cembreta delle Alpi
Nel cuneese, in Val Varaita, tra i comuni che precedono Sampeyre, Pontechianale e Casteldefino puoi esplorare la più grande foresta di pini cembri dell’arco alpino, che è anche una tra le più vetuste. Riconosci queste piante dal colore verde scuro, che spicca sulla tinta più tenue dei larici tutti intorno. Per incontrare l’esemplare più vecchio del bosco, dal Rifugio dell’Alvé prosegui a piedi, seguendo il segnavia, fino al laghetto di Bagnour. Ti apparirà in tutta la sua maestosità, a distanza di pochi passi dall’attacco del sentiero che conduce nel Vallone dei Duc. È alto 18 metri e il tronco ne misura quasi 4. Ha una storia lunga oltre cinque secoli. Ti fa sentire piccola e protetta.
In Abruzzo, con il signore dei faggi
Il grande faggio del Passo Godi è uno dei simboli del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Cresce a Pontone e lo raggiungi percorrendo il sentiero H5, che imbocchi lungo la strada provinciale 479 che da Villetta Barrea (AQ) porta a Scanno. È impossibile non rimanerne conquistati. Il suo tronco ha una circonferenza di 8,30 metri e misura 25 in altezza. È un vero gigante e la prima cosa che noti è proprio la vastità della sua base, ricoperta per un paio di metri quasi interamente dal muschio. Al centro ha un buco profondo, dove forse cresceva un grosso ramo che nel tempo si è spezzato. Alza lo sguardo. Tra la base e la cima fitta della chioma, c’è un punto da cui puoi scorgere il cielo. La cosa sorprendente è che di solito i faggi non riescono ad avvicinarsi alla soglia dei 1.000 anni, ma questo fa eccezione.
In Puglia, tra i tronchi scolpiti degli ulivi
Immagina 250 mila piante di ulivo con tronchi di almeno un metro di diametro. Sono a Nord/Nord Ovest di Ostuni, nelle contrade che si inabissano nella Piana degli Ulivi. Quando la strada asfaltata finisce, prendi il grande sentiero sterrato che passa tra due ulivi, poi procedi camminando accanto a fondi che da secoli e secoli ospitano alberi maestosi. Ognuno ha una targhetta con un numero, perché sono stati censiti. Qui non devi cercare l’esemplare più antico. Basta che ti guardi attorno per scovare tante piante millenarie, con tronchi grandi fino a 7 metri di circonferenza e chiome che arrivano a 15 metri di altezza. Alcuni sono scavati, e puoi immaginarli attorniati di pastori, che nel corso dei secoli venivano qui a pascolare. È divertente anche osservare le loro forme così bizzarre. Per fortuna, almeno per ora sono scampati alla xylella, che ha già condannato gli ulivi millenari della provincia di Lecce.
Una guida preziosa
21 novembre – Giornata mondiale dell’albero
Oggi si piantano piante e arbusti in tutta Italia, perché si celebra la Giornata dell’albero. Vuoi partecipare? Qui trovi tutte le iniziative: https://bit.ly/3GBi39c