Forse ti sarà capitato di sentir parlare di Animal Crossing, il famoso gioco per Nintendo Switch che, molto probabilmente, i tuoi figli conoscono bene. Non pensare a simulazioni di guerra o a videogiochi con scenari apocalittici: Animal Crossing è un simulatore di vita quotidiana e l’obiettivo del giocatore è quello di far prosperare la propria casa.
I personaggi (che sono per metà uomini e per metà animali) si muovono in una piccola città immaginaria dove per mantenersi bisogna lavorare, pescare, coltivare fiori, catturare degli insetti da poter rivendere così da comprare mobili e oggetti per arredare la casa.
Il gioco non è affatto nuovo: ha debuttato infatti nel lontano 2002, ma un’ultima versione – che si chiama New Horizons – è uscita alla fine di marzo, ottenendo sin da subito un grande successo (in Giappone ha venduto quasi 3 milioni di copie nei primi dieci giorni dal lancio, riporta GamesIndustry).
È il gioco perfetto per la quarantena
Il mondo di Animal Crossing è pacifico e rassicurante e sono tanti i gamer, in questo periodo di isolamento forzato, che si stanno sbizzarrendo nel ricostruire nuove ambientazioni attraverso cui sfuggire alla noia e alle frustrazioni della quarantena.
Dando libero sfogo alla propria creatività, c’è chi ha ricostruito opere e performance di arte contemporanea – bellissima la versione cartoon di “The Artist Is Present” di Marina Abramović –, chi si sposa o fa appuntamenti galanti che in questo momento non possono tenersi nella vita reale e chi invece ricostruisce il mondo dei Pokémon, altro popolarissimo videogioco che unisce più generazioni.
Come segnala Dazed & Confused, gli studenti di Hong Kong, impossibilitati a scendere in strada per via dell’emergenza coronavirus, ci hanno addirittura organizzato le loro proteste virtuali, trovando nel gioco un luogo libero dalla censura del governo centrale, che infatti ha iniziato a ritirarlo da alcune popolari piattaforme di e-commerce.
Permette di creare mondi alternativi
Come ha scritto Ian Bogost sull’Atlantic, le ragioni di tanto successo sono molteplici e anche piuttosto singolari da analizzare. In un momento in cui moltissime persone sono chiuse in casa e vivono una situazione di estrema confusione e incertezza, il gioco, che si basa sulla laboriosità e la cooperazione di un piccolo villaggio, «è consolatorio perché ci impegna in abitudini surrogate, offrendoci un’alternativa strutturata, seppur virtuale, alla vita normale». Insomma, ci riporta alle piccole cose quotidiane che abbiamo dovuto mettere in stand by.
Secondo la professoressa Naomi Clark della NYU Game Center, Animal Crossing si ispira a una canzone popolare giapponese per bambini che si chiama “furusato”, in cui si evoca un piccolo mondo in cui gli uomini vivono in armonia con gli altri uomini e gli animali. Nel gioco c’è quasi una sorta di nostalgia per una vita più semplice, come quella che si conduceva prima dell’industrializzazione nei villaggi di pescatori sul mare o nelle fattorie delle risaie, una fantasia che in un momento in cui molte delle certezze sulla società contemporanea vacillano può essere estremamente consolante.